ritratto a mezza figura di prelato

dipinto,

Volto di tre quarti verso la sua destra, con la mano destra benedicente. Mozzetta con zucchetto rossi. Rocchetto con maniche bianche ricamate a pizzo su fondo rosso. Anello episcopale. Spesso collare fermato all'altezza del quarto bottone della mozzetta, da cui pende una preziosa croce con pietre incastonate

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Grosso Alberto (1860/ 1928)
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE In anni imprecisati, ma comunque recenti, è stata legata alla cornice una targhetta con catenella su cui si legge: "Card. Gaetano Alimonda 1883-1891". Gli anni indicati sono quelli in cui il personaggio raffigurato coprì la carica di arcivescovo a Torino. Fa parte di una serie di quadri (tutti ubicati nella sala riunioni della Confraternita) raffiguranti arcivescovi e cardinali di Torino, disposti in approssimativo ordine cronologico - in senso orario - attorno alle pareti della sala (s'inizia dal 1690 per proseguire fino al 1897). L'alto grado dei prelati è sottolineato da notazioni dell'abbigliamento. Le varianti stilistiche fanno ritenere che siano stati eseguiti in varie sequenze, ciascuno negli anni di apostolato dell'arcivescovo ritratto. Non è possible stabilire se la Confratenita fu il committente di questi quadri o se siano pervenuti alla chiesa in altri modi: l'unicità della forma (sono tutti ovali), pur nelle lievi differenze di dimensioni, lascia credere che i dipinti fossero predisposti per uno stesso ambiente.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142323
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1996
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI sul bordo - A. Grosso 1889 3/ 10 - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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