armadio da sacrestia, serie di Agliaudi Ignazio detto Giovanni Pietro Baroni (metà sec. XVIII)
armadio da sacrestia,
1750 - 1759
La parte inferiore ha sportelli bivalvi con intagli mistilinei con dentro, solo in due armadi, una cassettiera per tessuti con cinque cassetti; nel terzo armadio la parte inferiore non sporge rispetto all'alzata ed ha due mensole all'interno. La parte mediana ha due cassetti e due sportelli univalvi, con intagli mistilinei, e intagli a festoni sugli stipiti. La parte superiore ha due sportelli univalvi con specchiature mistilinee, triangolo raggiato come simbolo della Trinità al centro tra due riquadri con festone di fiori e conchiglia. Sugli stipiti: festone e rosetta. Sulla cimasa: una conchiglia, con al centro una testina, tra due volute
- OGGETTO armadio da sacrestia
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MISURE
Profondità: 148
Altezza: 527
Larghezza: 230
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ATTRIBUZIONI
Agliaudi Ignazio Detto Giovanni Pietro Baroni (1705/ 1769): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Gli armadi sono leggermente diversi da quelli disegnati da Agliaudi di Tavigliano: in particolare, la parte inferiore ha uno stipite centrale e due sportelli univalvi (forse poi cambiato per poter inserire una cassettiera per tessuti).La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142211-0
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI armadio a destra, fogli di carta nei cassetti - verde/ valsesiani - lettere capitali - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0