cantoria, serie di Agliaudi Ignazio detto Giovanni Pietro Baroni (metà sec. XVIII)
cantoria,
Si apre con un arco a tutto sesto poggiante su larghe mensole sostenute da cherubini: una doppia valva di conchiglia contrassegna la chiave di volta, ripetendosi sulla sommità centrale, che ha il profilo definito da due volute affrontate, ornato da ghirlande fiorite. Il cancelletto, che sormonta la balaustrata di marmo, è intagliato con motivi decorativi a giorno ed è delimitato da due piedritti, sui quali sono scolpiti cherubini
- OGGETTO cantoria
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MATERIA E TECNICA
legno/ scultura/ doratura
marmo bigio
marmo giallo di Verona
marmo rosso di Francia
stucco/ modellatura
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ATTRIBUZIONI
Agliaudi Ignazio Detto Giovanni Pietro Baroni (1705/ 1769): disegnatore
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La realizzazione della cantoria appartiene all'ultima fase dei lavori di rivestimento interno della chiesa, verosimilmente contemporanea alla messa in opera del paramento marmoreo sui fianchi del presbiterio disegnati da Giovanni Pietro Baroni di Tavigliano e ancora in lavorazione nel 1758. Il progetto è illustrato da un disegno acquarellato dell'architetto, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Torino. La morfologia dell'arco e della grata del parapetto è analoga a quella dei coretti dell'ordine inferiore della chiesa di San Filippo Neri a Torino.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142154
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0