motivi decorativi
decorazione plastica,
Dal basso verso l'alto: capitello corinzio, sulla sommità delle singole lesene scanalate poste tra i riquadri pittorici e quelli marmorei, con doppi caulicoli e fiore carnoso al centro dell'abaco con cuore a fiammella; motivo di palline con fuseruole; successione di foglie a palmetta molto geometrizzate con punte volte verso l'alto; girale vegetale con fiori, che si diparte da un cespo allungato posto in corrispondenza dei capitelli corinzi; fuseruole e palline, ovoli e dardi; mensole mimetizzate da foglie d'acanto e profilate da un sottile nastro di foglioline stilizzate con la doppia punta volta verso l'alto
- OGGETTO decorazione plastica
- AMBITO CULTURALE Bottega Luganese
- LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Sembra che si tenti una sommaria ripresa dei moduli decorativi adottati lungo la base del tamburo. Tuttavia la collocazione cronologica è più avvanzata, tanto da non escludere un eventuale collegamento con il rinnovo del paramento murario interno della chiesa progettato da Juvarra nei primi decenni del secolo XVIII. E' opportuno comunque rilevare che se il disegno dei capitelli corinzi visibili lungo il tamburo è analogo a quello dei capitelli dell'ordine inferiore, la resa delle singole foglie è differente: nel caso in esame sembrano più naturalistiche e hanno le punte ripiegate meno aggettanti. Del tutto diverso è il fiore apposto al centro dell'abaco.La Confraternita della SS. Trinità fu fondata nel 1577 nella chiesa di S. Pietro del Gallo, trasferita nel 1598 presso la chiesa di S. Agnese. In questi anni la moglie del pittore Carracha aveva donato alla chiesa di S. Pietro la tavola della Madonna del Popolo, poi rivendicata dalla parrocchia di S. Pietro e dalla Confraternita della SS. Trinità, e ora conservata presso l'altare sinistro della chiesa. In questa stessa epoca la Confraternita bandì un concorso per la costruzione della chiesa, ma non essendo rimasta soddisfatta dell'esito attribuì l'incarico ad Ascanio Vitozzi, già iscritto alla Confraternita e successivamente sepolto nella chiesa. Nel 1606 la chiesa fu aperta al culto, anche se mancante ancora della cupola. Nel 1627 furono immessi i Teatini, secondo il desiderio del Card. Maurizio, priore della compagnia, e tre anni dopo furono costretti ad andarsene. Nel 1635 si iniziò la sistemazione dell'altare della Madonna del Popolo, finanziata dal confratello Silvestro Monteoliveto, sepolto nella chiesa, che incaricò dei lavori Carlo Castellamonte. L'anno precedente la cappella antistante, dedicata ai SS. Stefano e Agnese, era stata concessa all'astigiano Marcantonio Gambetta. La cupola fu compiuta soltanto nel 1664. Nel 1699 fu iniziato l'altare maggiore, eseguito dal luganese Francesco Aprile sul modello di Giovanni Valle. Nel 1707 fu eseguito il pavimento, su disegno dell'ingegner Bertola, sostituito poi tra il 1848 e il 1850. Entro i primi due decenni del XVIII secolo venne eseguita la decorazione a stucco del coro, destinata a fungere da cornice ad una galleria di dipinti, con l'ovato della Trinità di Daniel Seiter e due sculture di Carlo Antonio Tantardini. (segue in OSS)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142114
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0