Madonna del Rosario

statua,

La Madonna poggia su un piedistallo di nuvole e cherubi. Veste un abito dorato con mantello in parte dorato e in parte dipinto a motivi di rose. Con una mano regge il rosario e con l'altro braccio regge il Bambino Gesù nudo e con in mano il globo dorato. Sia la Madonna che il Bambino portano una corona sul capo

  • OGGETTO statua
  • MATERIA E TECNICA legno/ scultura/ pittura/ doratura/ argentatura
    metallo/ laminazione/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Tiberino Bartolomeo (cerchia)
  • LOCALIZZAZIONE Ameno (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gruppo statuario è segnalato per la prima volta sull'altare della cappella nel 1652, a sostituzione di una precedente ancona dipinta, già collocata in una ricca cornice lignea, con la Madonna e il Bambino e i Santi Sebastiano, Cristoforo, Martino e Rocco, spostata nel coro. In origine, Madonna e Bambino erano sormontati da due angeli reggenti sopra il loro capo corone d'argento; la stessa statua della Vergine, inoltre, presentava preziosi gioielli ora perduti. La statua si pone, quindi, cronologicamente tra il 1639 e il 1652 ed è presumibilmente eseguita nel quinto decennio del Seicento, in coincidenza con un'altra opera di analogo soggetto collocata nella cappella del Rosario della Parrocchiale di Bolzano e già presente nel 1659. Ma la Madonna del Rosario di Ameno condivide con la scultura citata di Bolzano non solamente la cronologia: innanzitutto, è simile la posa del Bambino con una mano benedicente e con l'altra reggente il globo, la gamba sinistra accavallata; la Madonna presenta notevoli affinità nell'iconica frontalità. A sua volta questo modello coincide con quello messo in atto da Bartolomeo Tiberino nel 1629 per la Madonna del Rosario della Parrocchiale di Dormelletto. Un modello che per certi versi si troverà adottato anche nella vicina valsesia nella prima metà del XVII secolo. La statua è caratterizzata da un fare austero e solenne nella sua frontalità, in gesti composti, in un panneggio gonfio, ma al contempo da una grazia e delicatezza nel volto che la differenziano dagli esemplari valsesiani. Le affinità con le opere del Tiberino consentono di riportare la Madonna nell'ambito di questo scultore, ampiamente operante tra il Cusio e il Verbano, specialmente nell'adesione al "gusto aggiornato e ricercato" messo da questi in atto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100141613
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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