papa Clemente VIII approva l'officio di San Lorenzo

dipinto,

Raffigura sulla destra Clemente VIII seduto con un libro aperto. Inginocchiato davanti a lui è San Lorenzo con altri due personaggi in abiti ecclesiastici

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Abbiati Filippo (1640/ 1715)
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fa parte di un gruppo di tele, ora disperse fra il Duomo, il Vescovado e il laboratorio di restauro di Aramengo. Due ordinati degli atti capitolari in data 1684 e 1686, con il primo dei quali si stabilisce di celebrare con solennità la festa di S. Lorenzo, con il secondo si ordina due quadri della vita del santo, permettono di coircoscrivere il periodo di esecuzione delle tele che dovevano essere concluse entro il 1692, anno della loro prima esposizione nella Cattedrale, come dal volume del Casati, Canonico del Duomo, pubblicato postumo proprio in tale anno. Giuseppe Maria Bagliotti, compilatore di una vita di S. Lorenzo prete, dovette essere la fonte prima ispiratrice delle tele. I dipinti compaiono poi in un inventario della Fabbrica del 1764, nel quale vengono segnalati in numero di 30, con "altrettanti cartelloni sopra esti quadri", ai quali o probabilmente da aggiungersi per far parte della stessa serie, un ritratto di S. Lorenzo al pozzo. I quadri conosciuti oggi sono in numero di 24, i cartelloni "sopravvissuti" in numero di 26, giacenti nelle soffitte della Cattedrale. Successivamente i dipinti sono citati da Frasconi, Canonico della Cattedrale, in due manoscritti del 1828 e del 1829: nel primo lo studioso li cita entrando in polemica con i biografi secenteschi, per la denominazione data al Santo, dovuta ad una errata interpretazione del termine "al pozzo"; nel secondo manoscritto comunica che le tele dell'Abbiati furono fatte dipingere a sue spese dal canonico della Cattedrale Ferrante Nazzari e che le stesse, collocate tutto attorno al perimetro interno della Chiesa, furono poi tolte nel 1831 in occasione della ricostruzione della Basilica. In un fascio di carte ottocentesche, abbiamo ritrovato alcuni fogli sparsi nei quali sono riportatte le iscrizioni riferibili agli episodi della vita di S. Lorenzo, con il riferimento preciso al luogo in cui codesti dipinti si trovavano. Dette iscrizioni altro non sono che la copia dei cartelloni segnalati nell'inventario settecentesco: di estremo interesse il fatto che delle iscrizioni 24 siano raccolte con la denominazione di grandi e 6 in formato minore. Di quelle attualmente conosciute, solo 2 sono di formato minore rispetto alle altre, I dipinti sono citati da Bianchini e ricevono un asistemazione più scientifica con il Baroni che li colloca, senza conoscere i citati documenti, intorno al 1685, vedendovi maniere alquanto diversificate, con infliuenze ceranesche alternate ad impostazioni oramai arcadiche, con riferimenti addirittura veneti nella direzione di Sebastiano Ricci. Ma lo studio più completo del ciclo è fornito da Ferro nel 1964 e nel 1967: in queste due occasioni lo studioso tenta una ricostruzione delle storie, che vede ispirate in qualche modo al ciclo carliano del duomo milanese (cfr. A. M. BRIZIO, M. ROSCI, I quadroni di S. Carlo del Duomo di Milano, Milano 1965), dando a vedere di conoscere i due ordinati capitolari, nonchè la presenza originaria dei cartelloni e delle notizie fornite dai manoscritti del Frascati. Tuttavia non conosce i fogli riportanti le iscrizioni e talora non riesce ad identificare episodi dela vita del santo. La tela in esame, non è nel soggetto fra quelle identificate dal Ferro, che tra l'altro pensa che sia stato tagliato. Una lettura accurata ci permette però di formulare l'ipotesi che si possa trattare di una scena post-mortem, per altro non inconsueta nelle agiografie dei santi martiri. Inoltre fra le iscrizioni ritrovate, una in particolare sembra calzare al dipinto e sorreggere l'ipotesi formulata: "vengon febri e malori da Lorenzo alla tomba, ma per l'urna rimbomba di festosi clamori". attualmente i dipinti rimasti nella Cattedrale sono in numero di tre, due dei quali nel coro. Per la bibliografia si veda Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Acta Capitulare 1624-1705, anno 1684, fol. 399, anno 1686, fol. 400; P. P. CASATI, Le prove dell'istoria dipinta nei quadroi di S. Lorenzo al pozzo, esposta la prima volta nella Cattedrale di Novara, Novara 1692; L. A. COTTA, Museo Novarese, Milano 1701, n. 488; Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Fabbrica della chiesa, VII, E n. 96, Inventario delle sacre reliquie suppellettili, paramenti mobili della sacrestia, 1764; Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Documenti della Fabbrica quadri e altari, Memoria di S. Lorenzo, teca n. 91; Novara, Archivio della Cattedrale, C. F. FRASCONI, Documenti autentici atti a mostrare che S. Lorenzo prete e martire di Novara per lunga serie di secoli, non fu giammai denominato al pozzo, Novara 1828; Novara, Archivio della Cattedrale, C. F. FRASCONI, Intorno alla cappella di S. Agabio e di S. Lorenzo della Chiesa Cattedrale, Novara 1829; F. A. BIANCHINI, Le cose rimarchevoli della città di Novara, Novara 1828, p. 23; G. CASALIS, Dizionario geografico storico-staatistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1843, vol. XII, p. 102; [Continua in OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100138151
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Abbiati Filippo (1640/ 1715)

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'