ritratto di dama in grigio

dipinto,

Entro una cornice intagliata e dorata a guazzo in oro zecchino e con una decorazione a volute di foglie d'acanto, il dipinto mostra il ritratto di tre quarti, fin sotto la vita, di una giovane dama su uno sfondo scuro. La donna, che non è stata identificata con certezza, indossa un ricco abito di colore grigio con intarsi di tessuto dorato e ampie maniche. Il capo è coperto da un velo trasparente, sorretto da una cuffia e da una lenza adornata da una pietra preziosa

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Boltraffio Giovanni Antonio (1466-1467/ 1516)
  • LOCALIZZAZIONE Villa Borromeo
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Prima di entrare nella collezione Borromeo, il dipinto apparteneva a Bartolomeo III Arese: le nozze tra Giulia Arese e Renato II Borromeo furono celebrate nel 1652, ma il passaggio del dipinto ai Borromeo risale probabilmente ad un momento successivo, dopo la morte di Bartolomeo. L'opera è da collocarsi accanto al Ritratto d'uomo presente nella stessa collezione, per le misure pressoché coincidenti e la comune storia collezionistica, che li vede collegati fin dal Seicento, nonostante i due dipinti non siano da considerarsi una coppia. Il primo giudizio critico sull'opera si deve a Otto Mündler, che nel 1857 visitò la quadreria dell'Isola Bella. Del ritratto Borromeo esiste una replica, identificata tradizionalmente con Clarice Pusterla, la cui qualità sensibilmente inferiore la fa ritenere una copia. Nell'effigiata della replica F. Malaguzzi Valeri (1917) credette di riconoscere la modella della Madonna della pala Casio oggi al Louvre (forse una componente stessa della famiglia Casio), che il Vasari testimonia eseguita a Bologna dal Boltraffio nel 1500. Tale identificazione confermerebbe anche la datazione della Dama Borromeo al periodo del temporaneo trasferimento dell'artista a Bologna, in seguito alla crisi del ducato nel 1499. Il legame con la pala Casio, in particolare con la figura della Madonna, ha portato poi a riconoscere, nella Dama Borromeo, Camilla, moglie del poeta Girolamo Casio, ipotesi in passato accolta dalla maggior parte degli studiosi, ma su cui recentemente M. T Fiorio (2006) ha avanzato qualche perplessità. Una diversa identificazione relativa alla Madonna Casio si deve a G. Agosti (2001), che propone il nome di Laura, la moglie del fratellastro di Girolamo, Francesco Casio, committente della stessa pala (E. Berselli, 1997); se si accetta tale proposta, anche la Dama Borromeo dovrebbe essere identificata con lo stesso personaggio (S. Buganza, 2011). Recentemente Chiara Buss (2009) ha proposto di identificare la Dama in grigio con Isabella Borromeo, moglie di Antonio Maria Palalvicino, per il dettaglio dello stemma della famiglia Pallavicino sull'abito, ma tale ipotesi, secondo A. Di Lorenzo (2009) e S. Buganza (2011), è da rifiutare considerata la storia certa del dipinto. Ancora M.T. Fiorio (2006) ha sottolineato inoltre per questo ritratto il modello della ritrattistica leonardesca, in particolare quello della Belle Ferronière
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100106957
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ISCRIZIONI in basso al centro della cornice, su targhetta dorata - G.A. BOLTRAFFIO / (1467-1516) / Busto di signora in grigio -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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