MADONNA CON BAMBINO

GRUPPO SCULTOREO, post 1664 - ante 1666

La Vergine è rappresentata nell'atto di alzarsi da un sedile. Il volto, giovanile, è girato verso sinistra; le braccia sono piegate nello sforzo di sollevare il Bambino, nudo, che protende le braccia in avanti ed ha il viso rivolto verso il basso. Le gambe si appoggiano sul ginocchio destro della madre. La Vergine indossa una veste con maniche lunghe e scollo circolare con pieghe, in corrispondenza di esso. Al di sopra, ampio manto che ricade sulle gambe in larghe pieghe, profilato da frangia ed ornato, all'esterno, da un motivo decorativo con stelle a sei punte cesellato, all'interno costituito da fiori resi con analoga tecnica. Sotto la veste sporge la punta del piede con sandalo

  • OGGETTO GRUPPO SCULTOREO
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ cesellatura
    bronzo/ getto
  • MISURE Profondità: 40 cm
    Altezza: 140 cm
    Larghezza: 67 cm
  • ATTRIBUZIONI Quadri, Bernardino (notizie Dal 1649 Al 1695): scultore
    Falconi Bernardo (notizie Dal 1651 Al 1696): fonditore
  • LOCALIZZAZIONE Sacrestia della Cappella della SS. Sindone
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è stata identificata da Giuseppe Dardanello quale unica parte sopravvisuta del monumento in bronzo, commissionato dal duca Carlo Emanuele II (Torino, 1634-1675) nel 1664 per commemorare la morte della prima moglie, Francesca di Valois (1644-1664), e destinato, successivamente, a raccogliere anche le sue spoglie, da collocarsi alla sommità dello scalone che dal duomo avrebbe condotto alla erigenda capella del SS. Sudario, cfr. G. Dardanello, in G. Romano (a cura di), Figure del Barocco in Piemonte La corte, la città, i cantieri, le province, Torino, 1988, pp. 187-189; G. Dardanello, La scena urbana. Le architetture di Guarino Guarini, in G. Romano (a cura di), Torino 1675-1699. Strategie e conflitti del Barocco, Torino, 1993, pp. 44-45; A. Griseri, Guarini: architettura, natura, universo, in G. Recuperati (a cura di), Storia di Torino. IV La città fra crisi e ripresa (1630-1730), Torino, 2002, p. 304. Bernardino Quadri (Balerna, ?-Candiolo/TO, 1695), giunto misteriosamente a Torino dopo un significativo soggiorno romano ed un celebre scontro con il Borromini nel cantiere di San Giovanni in Laterano, e già incaricato di progettare la cappella destinata ad accogliere il SS. Sudario, progettò il complesso scultoreo, composto originariamente da una quindicina di sculture, comprendenti, oltre alla statua della Vergine, quelle del duca e della consorte entro un grande padiglione in legno rivestito di rame cesellato e ornato da nodi sabaudi; per gli interventi del Quadri in Piemonte, cfr. C. Brayda-L. Coli-D. Sesia, Catalogo degli Ingegneri ed Architetti operosi in Piemonte nel Sei e Settecento, in "Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino", Torino, n. 3, p. 57; .A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1968, vol. III, pp. 879-881. La fusione dei modelli venne affidata allo scultore Bernardo Falconi, di origine lombarda, ma attivo ripetutamente sia a Venezia che presso la corte sabauda, in particolare nel cantiere della residenza ducale di Venaria, diffondendo modelli classicisti influenzati dal magistero di Alessandro Algardi (Bologna, 1595-Roma, 1654), come denota anche l'esemplare in esame. Si vedano, a titolo di esempio, alcuni confronti: quali il medaglione in bronzo con la Vergine e il Bambino tra nubi, conservato a Parigi, Musée des Arts Décoratifs, oppure quello, di analogo soggetto, nel Museum für Kunst and gewerbe di Amburgo, o la scultura a tutto tondo della Madonna con il Bambino del Chrysler Museum di Norfolk, cfr. J. Montagu, Alessandro Algardi, New Haven-London, 1985, vol. II, pp. 349, 368, 369, nn. 43.C.6., 66.L.4.C.2, 66.L..B.4.C.6, figg. 162, 195, 238. L'apprezzamento per la realizzazione del monumento sul cui destino, una volta ultimato, non sono ancora state rintracciate testimonianze documentarie, valse al Falconi ulteriori importanti commissioni nel ducato, tra cui la realizzazione di parte della decorazione plastica della facciata della chiesa del Corpus Domini e dei gruppi a decoro dei giardini della residenza sabauda di Venaria; per un profilo biografico del Falcone, A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino, 1966, vol. II, pp. 448-451 (per gli interventi per la corte sabauda); M. Klemencic, voce, Falcone (Falconi), Bernardo, in S.A.U.R., München-Leipzig, 2003, vol. 36, pp. 352-354. L'opera fu pubblicata, con collocazione analoga all'attuale e corretta datazione al XVII secolo, all'interno di una nicchia, riccamente ornata che si apre in corrispondenza dell' alzata degli armadi che percorrono le pareti della sacrestia della Cappella della SS. Sindone, negli inserti speciali, dedicati alla SS. Sindone, alla cappella e al suo patrimonio, contenuti all'interno del periodico edito per la mostra di Arte Sacra che ebbe luogo in concomitanza con l'Esposizione Italiana del 1898, in Torino, cfr. M. Ceradini, La Cappella della SS. Sindone, in Arte Sacra, Torino, n. 1, p. 70. Fu oggetto, da quanto si evince dall'analisi dei fondi inventariali, non sempre analitici, ripetute puliture, tra le quali si ricorda, per essere esplicitamente indicato, l'intervento, nel 1825, sotto la direzione di Innocente Gaya (notizie dal 1788 al 1853), primo argentiere di corte che venne pagato per tale lavoro L. 10
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087988
  • NUMERO D'INVENTARIO 2325
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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