RELIQUIARIO - A OSTENSORIO, opera isolata - bottega piemontese (ultimo quarto sec. XVIII)

reliquiario a ostensorio, post 1775 - ante 1799

Piede formato da volute a greca affrontate e motivo centrale a girali vegetali con pendente a pigna. Fusto sagomato con trionfo vegetale con foglie di acanto capovolte affrontate, motivi a voluta e a greca e grappoli d'uva nella parte inferiore, in prossimità della base. Elemento di raccordo ad anello con fascia decorata da motivo continuo ad "S". Mostra sagomata il cui profilo è costituito, nella parte inferiore, da drappi che pendono da elementi a voluta terminati a ricciolo, e, nella parte superiore, sormontata da corona, da elementi vegetali intrecciati da motivi a voluta e a greca. Nella parte centrale, inferiormente, sorta di trionfo vegetale con foglia di acanto da cui si dipartono due rami di alloro, in quella superiore, da una coppa, pendono, simmetricamente, ghirlande di fiori. Teca in metallo a luce ovale con vetro, entro doppia cornice con motivo ad ovuli

  • OGGETTO reliquiario a ostensorio
  • MATERIA E TECNICA filo d'oro
    tessuto/ ricamo
    argento/ fusione
    argento/ martellatura
    argento/ sbalzo
    argento/ stampigliatura
    legno/ doratura
    legno, intaglio
    paillettes
  • MISURE Altezza: 49 cm
    Lunghezza: 17 cm
    Larghezza: 23 cm
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE [continuazione DESO] All'interno di essa, su fondo rosso corallo, è posta una reliquia circondata da rami di alloro in filo dorato e paillettes; cartigli rettangolari posti al di sopra ed al di sotto di essa. Poggia su base a sezione triangolare con profilo modinato in legno dorato. Retro non intagliato, rivestito da lamina in metallo fissata da piccole viti e dotato di manico ansato. Custodia in raso rosso bordeaux. Il reliquiario contiene reliquie di s. Maurizio (III sec. d.C./m. 283 d.C., ca.), comandante della Legione Tebea, il cui culto era stato largamente promosso dalla corte sabauda, specialmente dopo la riappropriazione dello stato a seguito della pace di Cateau-Cambresis, come dimostrano, oltre all'interesse per le reliquie vere e proprie, ripetutamente portate in processione, anche le numerose tele che lo rappresentano singolarmente o con i compagni, commissionate dalla corte nel corso del XVII-XVIII secolo, cfr. M. G. Bosco, I Santi Tebei nella Torino del primo Seicento, in A. Griseri-R. Roccia (a cura di), Torino-I percorsi della religiosità, Torino, 1998, pp. 101-130. Comandante di una legione composta da cristiani, si rifiutò di obbedire all'ordine di Massimiano di perseguitare le popolazioni dell'area nei pressi di Agauno (Svizzera) ove fu sterminato, a mezzo della decapitazione, insieme ai compagni. Il santo, pertanto, risultava particolarmente funzionale a quel connubio tra fede e difesa militare che contraddistinse la religiosità del duca Carlo Emanuele I (Rivoli/TO, 1562-Savigliano/CN, 1630) nel cui testamento (1605) si lasciano in eredità al primogenito preziose reliquie tra cui figurano, oltre, naturalmente, alla Sindone, anche il corpo, un braccio, la spada e l'anello di s. Maurizio; si ricordi, inoltre, che nel progetto commissionato dal principe nel 1620 per la costruzione di una cappella atta ad ospitare la più preziosa reliquia di corte, lungo il perimetro, dovevano aprirsi una serie di cappelle destinate ai corpi del comandante e di altri santi della Legione Tebea, disposti "a guardia" della stessa, cfr. S. Mamino, Culto delle reliquie e architettura sacra negli anni di Carlo Emanuele I, in A. Griseri-R. Roccia (a cura di), Torino-I percorsi della religiosità, Torino, 1998, pp. 58-61. Dall'inventario del patrimonio della Cappella della SS. Sindone, compilato a partire dal 1880, risulta che l'oggetto sia stato consegnato alla sacrestia della cappella con mandato di carico n. 3 del 25 Maggio 1885. Lo stesso, tuttavia, è registrato, unitamente ad altri arredi liturgici, in una Bolletta di Carico relativa alla Cappella della SS. Sindone, datata al 25 maggio 1885, con provenienza dall'Ufficio degli Argenti, presso il quale giaceva in deposito, senza ulteriori specificazioni circa la sua precedente collocazione. Data la particolare devozione appare, dunque, probabile, che si conservassero più reliquiari contenenti frammenti del santo, come attestato anche nell'analitico inventario compilato il 10 aprile 1697, all'atto di consegna della preziosa suppellettile ecclesiastica alla Cappella definitivamente conclusa, mentre nella guida di Giovanni Gaspare Craveri, nell'elencazione delle preziose reliquie e delle relative teche figura solamente: "Una Cassa d'argento dorato, dove sono le Reliquie di S. Maurizio. Sopra della Cassa v'è la Statua di esso Santo a cavallo, pure d'argento dorato", cfr. Guida de' forestieri per la R. Città di Torino, Torino, 1753, pp. 24-25. L'opera, non più esistente, dovette andare perduta durante il periodo dell'occupazione napoleonica, unitamente a molte altre suppellettili sacre conservate nella Cappella della SS. Sindone ed in altre sedi di culto dinastiche. Si tratta, molto probabilmente, di un rifacimento di inizio Ottocento di un esemplare in metallo prezioso, perduto durante l'ccupazione francese, oppure di una delle poche sopravvivenze al periodo delle requisizioni, avvenute durante la guerra contro la Francia, prima, e l'occupazione napoleonica poi. La difficoltà nel determinare la cronologia è dovuta alla presenza di un repertorio di motivi decorativi quali i festoni di fiori e di alloro, il drappo e il piede "alla greca", che rispondono pienamente ad una nuova sensibilità di maggior rigore classicista che si affermò in Piemonte soprattutto a partire dall'ottavo decennio del Settecento e che, pur con modificazioni, rimarrà gradita a corte sino al terzo decennio dell'Ottocento, cfr. M. Di Macco, Il Regno di Sardegna: la corte, in F. Mazzocca - E. Colle - A. Morandotti - S. Susinno (a cura di), Il Neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale, 2 marzo-28 luglio 2002), Milano, 2002, pp. 307-310. Tuttavia si tratta di stilemi attestati a livello internazionale tra le corti europee [le Notizie storico-critiche continuano in Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087903
  • NUMERO D'INVENTARIO 1975/ 165 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI retro - 1975 - caratteri numerici - a matita/ rosso - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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