ANGELI CHE REGGONO LA SS. SINDONE

reliquiario a croce, post 1823 - ante 1824

Croce latina; le estremità dei bracci, profilati da cornice, sono polilobate e decorate da teste di putti lavorate a sbalzo dorate. Al di sotto di essa, nel braccio maggiore, è posto un cartiglio con iscrizione; all'incrocio dei bracci è applicata una decorazione a forma di lenzuolo con la Veronica in oro. In corrispondenza delle due porzioni del braccio minore e di quello maggiore, nel settore sottostante il punto di incrocio, si aprono 4 teche con vetro, profilate in metallo. Quella posta più in basso nel braccio maggiore è circondata da corncie filettata e da due rami di palma, uniti nella parte inferiore con un nastro annodato in oro. La croce poggia su basamento scolpito a tutto tondo, imitante il monte Calvario; ai piedi di esso, inginocchiati, sono rappresentati due angeli a tutto tondo in oro, l'uno col viso rivolto verso il basso, l'altro con il volto sollevato, che reggono la SS. Sindone, sulla quale il corpo di Cristo è impresso in oro. Orlo ornato da motivo a palmette

  • OGGETTO reliquiario a croce
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura
    argento/ doratura
    argento/ fusione
    argento/ punzonatura
    argento/ sbalzo
    CRISTALLO DI ROCCA
    METALLO
  • MISURE Altezza: 70 cm
    Lunghezza: 30 cm
    Larghezza: 26 cm
  • ATTRIBUZIONI Gallino, Giuseppe (notizie Dal 1814 Al 1820): argentiere
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE [continuazione DESO] Il retro della croce è in legno, profilato in argento con applicazioni dello stesso materiale rappresentanti stelle ad otto punte alternati a simboli della Passione, in corrispondenza della terminazione dei bracci e del fusto. Gli angeli della base sono fissati con viti metalliche. La reliquia della croce di Cristo, contenuta nell'opera in esame, venne donata da Maria Apollonia (1594-1656), figlia di Carlo Emanuele I, terziaria francescana, unitamente ad una della spina della corona di Cristo, varie altre reliquie e suppellettili sacre, incluso forse il celebre palliotto ricamato su disegno di Giulio Cesare Procaccini (Bologna, 1574-Milano, 1625), parimenti conservate nel patrimonio della sacrestia della Sindone, a seguito di lascito testamentario, cfr. ASTO, Corte, Testamenti/ Testamento della Principessa Maria di Savoia figlia, foll. 4-5; G. Lanza, La Santissima Sindone del Signore che si venera nella R. Cappella di Torino, Torino, 1898, pp. 110-113, 130. La tradizione encomiastica sulla principessa sabauda, enfaticamente, ricorda la profonda devozione della religiosa nei confronti della reliquia della SS. Sindone della quale, pare, realizzasse alcune copie che regalava a eminenti personaggi della Chiesa o a celebri monasteri, tra le quali è menzionato un esemplare donato da Maria al cardinale Alfonso Pallotta in Bologna, il quale, a sua volta, lo regalò al pontefice Urbano VIII che lo consegnò alla chiesa del SS. Sudario dei piemontesi in Roma, cfr. F. Lattari, I monumenti dei Principi di Savoia in Roma, Roma, 1879, p. 57. Da quanto emerge dalla documentazione, ovvero un analitico inventario del 10 aprile 1697, compilato, presumibilmente nel momento di consegna delle suppellettili sacre alla Cappella definitivamente conclusa, e dalla bibliografia, il contenitore seicentesco della preziosa reliquia risultava essere differente, pur sempre realizzato in materiale prezioso. Terminata la realizzazione dell'altare su progetto dell'architetto Antonio Bertola (Muzzano/BI, 1647-1719), Vittorio Amedeo II (Torino, 1666-Rivoli/TO, 1732), secondo quanto attestato da Clemente Rovere e confermato da alcuni documenti, incaricava il padre Bertodano e il padre Sebastiano Valfrè di commissionare nuovi vasi sacri e suppellettili per dotazione della cappella che furono pagate negli anni 1695 e 1696, cfr. C. Rovere, Descrizione del Reale Palazzo di Torino, Torino, 1858, p. 35. Nella guida di Giovanni Gaspare Craveri, seppur in maniera semplifcata, è descritto il medesimo reliquiario: "Una Croce di Cristallo, guernita di diamanti incastrati in argento, dove si conserva un pezzo della Santa Croce", cfr. Guida de' forestieri per la R. Città di Torino, Torino, 1753, p. 25. Invece, l'attuale reliquiario risulta citato a partire dall'inventario del 1821. Infatti, in una carta conservata nella custodia dello stesso, datata 9 agosto 1814 e firmata da Giovanni della Bona, si riferisce che si era aperta una cassa di legno "coperta di veluto cremisi guarnita di gallone d'oro, stata suggellata dal prof.e S.r Cav. Garretti nel mese 4 di xmbre 1800 contenente diverse Reliquie da Santi ivi conservate dalla rapina dei Reliquiari e Teche d'argento , involte in carta". Tale dato è confermato da un documento del governo francese, datato due giorni dopo, ove si riconsegnavano tali suppellettili al canonico della Cappella, Carlo Brillada. Da quanto si evince dall'elenco, si trattava di quelle ritenute più preziose: il legno della croce in tre pezzi, una spina della corona di Cristo, una costola del corpo del Beato Amedeo, un frammento del cranio di S. Lazzaro, il rocchetto e la stola di seta color violacee usate da S. Carlo Borromeo. A quanto si deduce, dunque, i sacri reperti, privati del loro prezioso contenitore originale, erano state così preservate; il fatto è confermato nella seconda parte della stessa autentica, datata , 21 luglio 1824, in cui si ricorda che le reliquie furono rimosse dalla cassa e messe in una scatola più piccola dall'arcivescovo di Torino Colombano Chiaverotti (1818-1831), evidentemente in attesa della realizzazione dei nuovi, preziosi reliquiari. Tale informazione appare immediatamente verificabile per quanto attiene alla stauroteca in esame, dal momento che essa presenta due punzoni che ne attestano, necessariamente, la realizzazione entro lo stesso 1824: il marchio di assaggio di Giuseppe Vernoni (1754-notizie fino al 1824), analogo, nella forma, a quello di controassaggio usato nel Sei e Settecento, ed il punzone relativo al primo titolo dell'argento in uso presso la zecca di Torino tra il 1814 ed il 1824, frutto della nuova regolamentazione imposta al ritorno dei Savoia in Piemonte, [le notizie storico-critiche continuano in Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087901
  • NUMERO D'INVENTARIO 1994/146 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI sommità braccio maggiore della croce - LIGNU./ SANCTIS CRUCIS/ D. N./ IESU/ XPI [entro cornice in oro, su fondo smaltato azzurro ed oro] - lettere capitali - a impressione nero - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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