ALZATA, serie - ambito piemontese (secondo quarto sec. XVIII)

ALZATA, 1725 - 1749

Le tre alzate presentano piatti col bordo mistilineo, decorato da volute

  • OGGETTO ALZATA
  • MATERIA E TECNICA argento/ doratura
  • MISURE Diametro: 29.5 cm
    Altezza: 8.3 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sfortunatamente non sono state rintracciate attestazioni documentarie che ci permettono di ricostruire la storia di questi oggetti. Appare evidente che è stata effettuata, in data imprecisata, la sostituzione del piede dell'alzata segnata con il numero d'inventario "SM 104" che, nell'inventario del 1966 prenderà il numero 2095. La presenza del motivo delle palmette, di tradizione neoclassica, potrebbe far ipotizzare che questo interevento sia stato effettuato nei primi decenni del XIX secolo, probabilmente nella prima metà del secolo e si attribuisce il piede ad ambito piemontese. I documenti attestano, infatti, numerosi interventi di "restauro"che, quasi a cadenza annuale, interessano gli arredi della Cappella. Importante, per la collocazione cronologica dei manufatti è la presenza su due delle tre alzate del marchio di assaggio che appare confrontabile con quello della famiglia Rasetto. Fra gli assaggiatori delle Regie Zecche Sabaude sono attivi Carlo Giovanni Rasetti, citato come controassiaggiatore nel 1716 e sostituito nel 1730, a causa della sua morte, dal figlio Pietro Giuseppe Rasetti che nel 1734 verrà a mancare e sarà a sua volta sostituito dal fratello, Bartolomeo Rasetto (A. BARGONI, Maestri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino 1976, pp. 7, 24-25, per il punzone di Pietro Giuseppe Tav. 1, fig. 8; C. GHIBAUDI, Andezeno: dipinti, argenti, altari dal XVI al XIX secolo, in Andezeno. Mille anni di Storia, Andezeno 1997, pp. 16-17; B. CILIENTO, A. GUERRINI (a cura di), Tesori dal marchesato Paleologo, catalogo della mostra di Alba, Savigliano 2003, pp. 142-143, scheda n. 39 di L. Facchin ). Se così fosse, i pezzi sarebbero databili intorno al secondo quarto del XVIII secolo, datazione che appare confermata dall'analisi stilistica: il bordo dell'alzata appare infatti molto prossimo a quello di un'alzata del Museo Palazzi Piersanti di Matelica dei primi decenni del Settecento (M. GIANNATIEMPO LOPEZ (a cura di), Ori e Argenti. Capolavori di oreficeria sacra nella provincia di Matelica, Milano 2001, pp. 193, 195, scheda n. 93 di M. Chicco) e soprattutto a quello di un'alzata di Daniel I Schaffler collocata fra il 1719-1720 (H. SELING, Die Kunst der Ausburger Goldschmiede 1529-1868, Monaco 1980, V. I, p. 169, 179-180; V. II, fig. 762). Tali motivi, intrerpretati con maggior enfasi, saranno ripresi per tutto il secolo, come testimoniano i pezzi giunti fino ai nostri giorno ( Per confronti si veda ID, figg. 856, 858; Argenti. Arredi sacri e profani nella Sardegna sabauda, catalogo della mostra, Cagliari 1994, p. 39, scheda di G. Guarino; M. PORCU GAIAS, Il Museo Diocesano di Sassari. Ori, argenti, paramenti, Nuoro 2002, pp. 82-83, scheda n. 46; G. ROCCATAGLIATA, Argenti genovesi, Genova 2002, figg. 143-144). Si data il manufatto al secondo quarto del Settecento e lo si atribuisce, sulla base del Marchio d'assaggio, ad ambito piemontese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087860-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 2095/ 104 S.M
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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