STRUMENTI DELLA PASSIONE CON LA VERONICA E LA SINDONE
L'ostensorio presenta una base a sezione triangolare, con piede dai lati smussati e alto bordo liscio e fascia bombata decorata da foglie stilizzate. Sul piede si appoggiano tre volute con teste di putto che reggono il fusto, sotto al quale è presente la Sindone. Il fusto è creato da una base imitante un terreno roccioso un terreno roccioso, sul quale sono appoggiati gli strumenti della passione; su questo elemento si erge un tronco nodoso, intorno al quale si avviluppano due tralci che sembrano reggere la nuvola sulla quale si stagliano due putti che trattengono la Veronica Il disco della teca è definito da un bordo decorato da un motivo a tre perle intervallate da rombi. La raggiera, a fasci irregolarmente frastagliati, ha sovrapposti nubi con puttini e cherubini, incorniciate da un tralcio di vite nascente da spighe di grano; al centro, in alto è presente il busto di Dio padre, con aureola triangolare e braccia aperte
- OGGETTO OSTENSORIO RAGGIATO
-
MATERIA E TECNICA
argento/ brunitura
argento/ doratura
argento/ fusione
argento/ sbalzo
-
MISURE
Profondità: 24 cm
Altezza: 75.5 cm
Larghezza: 33 cm
-
ATTRIBUZIONI
Gaia, Innocenzo (attribuito)
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il punzone G V è riferibili all'assaggiatore Giuseppe Vernoni, nato nel 1754, assaggiatore dal 1778 e nominato primo assaggiatore dal 1779. Nel 1817 ricopre la carica di controllore nell'Ufficio del Controllo Generale della R. Finanze, sarà pensionato nel 1824 (e (A. BARGONI, Maestri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino 1976, p. 28 e tav. III, figg. 4-5; A. BARGONI, Gli argenti di Torino: Palazzo Reale 1963-1986, in Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra di Torino, Milano 1986, p. 145 e fig. 21 a p. 147), permette di collocare l'opera nei decenni a cavallo fra il Sette e l'Ottocento. La datazione può essere ulteriormente circoscritta fra il 1814 ed il 1824: in questo torno di anni la qualità del metallo veniva indicato dallo scudo crociato sormontato da corona reale, posto fra una D e il numero 11, che indicava il primo titolo (A. BARGONI, 1976, pp. 14-15, Tav. X). E ci piacerebbe poter identificare con certezza l'ostensorio nel "raggio d'argento in servizio della Cappella della SS. Sindone" pagato nel 1823 ad Innocenzo Gaya L. 1136.28 (AST, Sezioni Riunite, Casa di Sua Maestà, Mazzo 860, Ministero della Real Casa, Azienda Generale della Real Casa. Regni di Vittorio Emanuele I e Carlo Felice, liste e note di contabilità f. 181; un'ulteriore menzione di un " Acquisto di un Raggio d'argento per la Sindone di Innocenzo Gaya" compiuto nel 1823 è presente in AST, Sezioni Riunite, Casa di sua Maestà, Mazzo 841, Ministero della Real Casa; Azienda Generale della Real Casa. Regni di Vittorio Emanuele I e Carlo Felice., Vestiario Brogliazo, Recapiti 1821 al 1828, f. n.n.). Innocenzo Gaya, o Gaia, ha come punzone "il Re David accompagnato dale lettere I. G." nel 1788 è ammesso maestro, nel 1814 è eletto orefice della Real Casa; i pagamenti all'artista sono documentati fino al 1853 (A. BARGONI, Gli argenti di Torino: Palazzo Reale 1963-1986, in Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra di Torino, Milano 1986, p. 145 ). L'ostensorio riprende stilemi della produzione Settecentesca, come si evince dai confronti con manufatti, ascritti a maestranze piemontesi, del XVIII secolo (cfr. A. BARGONI, Argenti, in V. VIALE (a cura di), Mostra del Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, V. III pp. 28-29, schede nn. 186-188; E. CASTELNUOVO, M. ROSCI (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, V. I., pp. 154-156, scheda n. 173 di P. Gaglia; C. BERTOLOTTO e G. AMPRINO (a cura di), Il Tesoro della Cattedrale di San Giusto. Arredi sacri dal VII al XIX secolo, catalogo della mostra di Susa, Torino 1998, pp. 100-101, scheda n. 24 di S. Damiano), secondo il gusto per opere sontuose, come testimoniano il calice donato al Santuario di Oropa nel 1835 (Gli ori di Oropa riscoperta per il restauro, catalogo della mostra, Biella 1996, p. 54, scheda n. 32 di M. C. Paolini), e il più tardo calice, conservato sempre ad Oropa, realizzato nel 1849 da Pietro Borrani (ID., p. 55, scheda n. 33 di U. Gulmini). Il manofatto è avvicinabile, soprattutto per il motivo del piede, con l'ostensorio punzonato da Vernoni, conservato presso la Cattedrale di Alba (W. ACCIGLIARO, S. GALLARATO (a cura di), Sacri argenti della cattedrale di Alba. Oggetti liturgici e oreficeria devozionale nel "Tesoro del Duomo" (dal XIV al XIX secolo), Alba 2005, pp. 78-79, scheda n. 30 di S. Gallarato)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087825-0
- NUMERO D'INVENTARIO 2000/ 200 DC
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- ISCRIZIONI sotto base/ su etichetta rettangolare adesiva - 2000 - caratteri numerici - a impressione/ rosso -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0