CAMPANELLO D'ALTARE, opera isolata di Cahier, Jean Charles (prima metà sec. XIX)
CAMPANELLO D'ALTARE
1819 - 1838
Cahier, Jean Charles (1772/ 1849)
1772/ 1849
La campana pesenta la gonna con bordo decorato da un motivo perlinato e da una fascia impreziosita da palmette stilizzate, il cupolino è scanalato. ll manico è a balaustra e termina con una sfera schiacciata
- OGGETTO CAMPANELLO D'ALTARE
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MATERIA E TECNICA
argento/ doratura
argento/ sbalzo
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ATTRIBUZIONI
Cahier, Jean Charles (1772/ 1849): esecutore
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il campanello fa parte di un servizio liturgico, formato anche da due ampolline col relativo vassoio, inserito entro una custodia, è ascrivibile, grazie ai punzoni presenti sui singoli oggetti, a Jean Charles Cahier, allievo e collaboratore di Martin-Guillaume Beinnais (sull'artista si rimanda a A. DION-TENENBAUM, Cahier, Jean -Charles, in Un age d'or des art décoratifs 1814-1848, catalogo della mostra,Parigi 1991, p. 517; A. DION-TENENBAUM, Cahier, Jean -Charles, in K. G. SAUR, Allgemeines Kunstler-Lexikon, Vol. 15, Monaco-Lipsia 1997, pp. 511-512; sul punzone si veda anche Les Grands Orfèvres de Louis XIII à Charles X, Losanna 1965, p. 323, n. 62). I manufatti, improntati al neoclassicismo, possono essere datati con precisione dal 1819 al 1838, come attestano il punzone di titolo, il profilo di uomo barbuto, riconosciuto anche come Michelangelo, e quello di garanzia, il profilo di Cerere, impiegati a Parigi in questo torno di anni (Orfèvrerie Religieuse. Futur Trésor des églises du Parc de la Forey d'Orient (Aube), catalogo della mostra, Troyes 1993, p. n.n., figg. 1, 3; E. MATTIAUDA, Gli argenti, in G. ROTONDI TERMINIELLO (a cura di), Il Museo del Santuario di N. S. di Misericordia, Savona 1999, p. 88). Si sottolinea lo stretto rapporto fra questi pezzi e gli arredi liturgici realizzati, nel 1825, per l'incoronazione di Carlo X e conservati nella cattedrale di Reims (B. MOREL, Les joyaux de la Couronne de France. Les objets du sacre des rois et des reines suivis de l'histoire des joyaux de la couronne de François I à nos jours, Anversa 1988, pp. 72-75; Les Grands Orfèvres de Louis XIII à Charles X, Losanna 1965, p. 310-311): le ampolline presentano, infatti,lo stesso decoro, gli stessi manici terminanti con un cherubino e i coperchi con il grappolo d'uva e la conchiglia. Questi modelli dovettero assai diffusi, come testimonia un servizio di ampolle di ambito ligure, datato al 1821, che riprende quasi letteralmente il motivo del manico e del coperchio decorato con il grappolo d'uva e la conchiglia ( E. MATTIAUDA, Gli argenti, in G. ROTONDI TERMINIELLO (a cura di), Il Museo del Santuario di N. S. di Misericordia, Savona 1999, pp. 85-86, scheda n. 80). SuI vassoio sono posti quattro medaglioni, rappresentanti gli Evangelisti, che presentano la firma di Fleury Montagny, nato il 1760 e morto il 1836, incisore e medaglista, zio di Jean Pierre, nato il 1789 e morto il 1862, di cui si sono conservate alcune medaglie presso i Civici Musei di Udine (si veda U. THIEME, F. BECKER, Allgemeines Lexikon der Bildenden Kunstler, Lipsia 1931, Vol. XXV, p. 78; E. BENEZIT, Dictionnaire critique et documentaire des peintres sculpteurs dessinateurs et graveurs, Parigi 1999, vol. 9 pp. 771-772; sulle monete si rimanda a M. BUORA (a cura di), Da Napoleone al Fabris. Medaglie dei Civici Musei diUdine, Udine 1997, pp. 61-63, 67, 69, 72). I lavori di Cahier dovettero essere molto apprazzati dalla committenza italiana, come esemplificano i numerosi manufatti giunti fino ai nostri giorni, come il calice presso la Cattedrale di Ravenna (F. FARANDA, Argentieri e argenteria sacra in Romagna dal Medioevo al XVIII secolo, Forlì 1990, pp. 241-242, schede nn. 218-219; Tesori nascosti. Momenti di storia e di arte nelle antiche chiese dela Romagna, catalogo della mostra di Ravenna, Milano 1991, pp. 226-227, schede nn. 103-104 di F. Faranda), l'ostensorio presso il Duomo di Cagliari (Argenti. Arredi sacri e profani nella Sardegna sabauda, catalogo della mostra, Cagliari 1994, p. 66), un calice al Santuario di Nostra Signora di Misericordia a Savona ( E. MATTIAUDA, Gli argenti, in G. ROTONDI TERMINIELLO (a cura di), Il Museo del Santuario di N. S. di Misericordia, Savona 1999, pp. 84-85, scheda n. 79) e un ostensorio conservato presso la basilica di San Giusto a Trieste. Sfortunatamente non sono emersi documenti che illustrino quando il servizio giunse a Torino: bisogna ricordare che sono numerose le attestazioni documentarie riguardanti acquisti di opere d'arte e manufatti ( si rimanda ai numerosi documenti citati da S. PETTENATI, Mobilità degli arredi del Castello, G. CARITA' (a cura di), Pollenzo una città romana per una "real villeggiatura" romantica, Savigliano 2004, pp. 243-275 e R. ANTONETTO, Gabriele Capello "Moncalvo". Ebanista di due re, Torino 2004)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087816
- NUMERO D'INVENTARIO 2014/76 S.M.-76 bis 77-78
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- ISCRIZIONI all'interno/ su etichetta ovale prestampata - R. PALAZZO - TORINO sormontato da corona reale/ N. 78/ S.M - caratteri numerici - a penna/ nero -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0