incoronazione di Maria Vergine

dipinto,

Raffigura in Centro la Madonna incoronata da Cristo e Dio PAdre; in alto la colomba dello Spirito Santo

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Bottega Torinese
  • LOCALIZZAZIONE Andezeno (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela non è citata nella visita del 1750, mentre nel 1774 mons. Rorengo di Rorà parla di una "insuperposita icona" (Torino, Archivio Curia Vescovile, Visita Pastorale Rorengo di Rorà, 1774, vol. 7.1.48, f. 198v). Tace nuovamente il Franzoni nel 1837. L'iconografia segue schemi assai diffusi in Piemonte nel XVIII secolo; valga il confronto con il dipinto della volta della sacrestia nella Madonna del popolo a Cherasco, opera probabile dell'Aliberti del ptimo decennio del XVIII secolo (A. Griseri, Itinerario di una provincia, Cuneo 1977, p. 140; A. Griseri, Metamorfosi del BArocco, Torino 1967, p. 167). La tela pare tuttavia aver seguito la sorte dell'altare su cui è collocata; infatti non è integra, ma certamente la figura della Vergine è un rifacimento ottocentesco per la stessa iconografia con i capelli sciolti che non viene usata nel secolo precedente. Anche Cristo e Dio Padre sono stati ridipinti e rimane il dubbio che tutta la tela sia una copia ottocentesca di una assai più pregevole collocata in situ poco prima del 1774. Neè sarebbe l'unico caso in Andezeno, infatti, anche la tela di A. Parentani originariamente nella cappella dei SS. Rocco e Sebastiano è stata sostituita da una copia nell'Ottocento. Può costituire un modello ideal la Trinità del Comandù dipinta per l'altare destro della parrocchia di Arignano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100055868
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE