Madonna Addolorata con San Domenico, Sant'Anna, San Giovanni evangelista e San Giacomo

dipinto, post 1757 - ante 1765

Il dipinto raffigura la Madonna Addolorata ai piedi della croce; tutto intorno sono San Domenico, Sant'Anna, San Giovanni evangelista e San Giacomo. In primo piano sono gli strumenti delle Passione

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Torinese
  • LOCALIZZAZIONE Andezeno (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela è collocata sull'altare della Madonna Addolorata coi Santi Domenico, Giacomo, Giovanni, Anna, Antonio da Padova, e si colloca cronologicamente fra il 1757 non essendo citata fra le opere intraprese dai fratelli Giacomo Domenico e Giovanni Villa (AST Insinuazioni, v. 20, Andezeno, Riserva di patronato Villa dalla Comunítà di Andezeno, f.192 e seg. 1964,pp. riprodotto anche dalla Marzano, da altra copia, 1964, p.4) ed il 1765 anno di consacrazione della cappella. Qui viene infatti menzionata dal Rorengo di Rorà nel 1774 (Visita pastorale, ff. 191-192) e da tutti i successivi visitatori. L'iconografia del dipinto, poco consueta, colla Madonna e di Santi in adorazione della Croce senza il Cristo, è da considerarsi meditazione sul tema della Salvazione in rapporto anche col paliotto raffigurante la Sindone e la reliquia della vera croce che originariamente era conservata nel tabernacolo dell'altare (ora presso l'altare del Sacro Cuore, si veda la scheda n.24 della presente campagna di catalogazione). Alla Salvezza sono chiamati tutti i componenti della famiglia: l'avv. Giacomo Domenico e Giovanni, sacerdote rappresentati nella scena sacra dai propri Santi protettori, Antonio da Padova in riferimento al padre Antonio, medico (AST, Insinuazioni, cit.) e presumibilmente la madre Anna. In lontananza s'innalza la cupola di San Pietro ad indicare la chiesa trionfante (sul programma teologico della cappella si vedano anche le schede 71, 73). L'autore di questo non troppo complesso apparato simbolico non può che essere stato Givanni Villa sacerdote di Albugnano Dal punto di vista figurativo emerge qui una scelta di campo, a opposta a quella realizzata nella pala del coro. Valgono ancora i modelli di corte ma estremamente arcaici, per quanto di qualità, si propongono infatti le soluzioni adottate da Dauphin, pittore amatissimo da Cristina di Francia nei decenni centrali del Seicento, mi riferisco in particolare alla produzione degli anni '60, come la pala per la chiesa di S. Francesco da Paola di Torino, nel tornito classicismo delle figure e nella controllata gestualità dei personaggi diversamente assorti nella meditazione del mistero fulcro della religione cristiana. Sfuggono le ragioni di una tale scelta: le dimensioni del dipinto, perfettamente allineate a quelle delle altre pale presenti in chiesa e la iconografia, strettamente riferita ai membri della famiglia, non permettono di ipotizzare un reimpego da un altare precedente, forse dell'antica parrocchiale. La scelta di una pala nello stile del Dauphin può forse ricercarsi nella capacità "di tradurre in immagini differenziate formulazioni concettuali della società nobile ed ecclesiastica" (M. Di Macco, Dauphin a Torino, in Studi in onore di G.C. Argan, v. II, Roma 1984, pp.323-332), come nel caso dei Villa di Andezeno
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100055777
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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