velo di calice, opera isolata - manifattura francese (secondo quarto sec. XVIII)
Il velo da calice, a fondo rosa, è confezionato con un telo di tessuto unico. E'bordato da galloni (h cm. 2,2) in rame dorato filato (anima in seta gialla) realizzati a fusello, e foderato con taffetas azzurro. Il disegno forma il modulo completo: è composto da una grande infiorescenza che, con una grande peonia rossa e dei fiorellini a tre petali, forma una composizione a maglie ovali. Al centro di ogni maglia, su controfondo con motivi a griglia romboidale, è raffigurato un giardino cintato da muro, con due entrate, ripreso in prospettiva, all'interno del quale vi è un muretto o siepe più bassa, due alberi frondosi e quattro cespugli. Al centro del giardino una fontana zampilla d'acqua. All'esterno del giardino, alle sue spalle, una grande barriera architettonica è raffigurata in prospettiva con sette archi, all'interno di ciascuno di essi vi è un pino. Cannetillè lanciato, R.d.d.: n.r.xn.r., ma superiore alle dimensioni del velo. Orditi di fondo: uno in seta rosa; trame: una di fondo in seta rosa, più trame lanciate legate in diagonale, senso S, dall'ordito di fondo, in seta policroma (2 gradazioni di verdi, 2 rosso, 2 azzurro, giallo, bianco). Sul fondo rosa risaltano le peonie rosso-granata, le foglie verdi, i fiori bianchi e azzurri, l'architettura rosa-marrone
- OGGETTO velo di calice
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MATERIA E TECNICA
filo di rame/ doratura
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MISURE
Altezza: 56
Larghezza: 54
- AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il velo di calice è conservato in un cassetto del lato occidentale del mobile centrale della sacrestia superiore del duomo. Pare non appartenga ad alcun parato liturgico presente ora nella sacrestia e non è riconoscibile nei paramenti elencati negli inventari preparati in occasione delle visite pastorali condotte dai vescovi novaresi. La particolarità del disegno, che vede accostati motivi naturalistici a gruppi architettonici cinesizzanti, collega questo tessuto alle realizzazioni del 1730 del lionese Jean Revel (cfr. D. Devoti, L'arte del tessuto in Europa, Milano, 1974, p. 29; B. Markowscky, Europaische Seidengewebw des 13-18. Jahrhunderts, Colonia, 1976, f. 539) nei quali la ricchezza di disegno e di colore si spiegano con la complessa tecnica di tessitura. La mancanza di dati storicamente accertati circa la provenienza del tessuto e la grande fortuna europea del motivo naturalistico e dei modelli Revel, non permettono con certezza l'attribuzione geografica. Per motivi stilistici e tecnici il tessuto può essere collocato negli anni 1730-1735, anche se tecnicamente differente dalla tecnica dei broccati impiegati da Jean Revel per ottenere passaggi maggiori nelle gradazioni dei colori. Non è da trascurare comunque che oltre la metà del secolo furono ripresi i modelli citati e che le Chinoiserie rimasero una costante della tradizione culturale settecentesca (per tale argomento si rimanda a: H. Honour, L'arte della cineseria. Immagine del Catai, Firenze, 1963, I ed. Londra 1961, fig. 80; M. C. Costantini, scheda 13, in "Tessuti antichi nelle chiese di Arona", cat. a cura di D. Devoti e G. Romano, Torino 1981). Il tessuto è stato eseguito al telaio al tiro, i galloni sono coevi
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100046437
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0