coltellaccio, opera isolata - manifattura turca (inizio sec. XIX)

coltellaccio, 1800 - 1810

Elsa rivestita d'argento sbalzato sormontata da due grandi orecchie angolari. Al centro sono una fascia d'argento e piccole borchie con coralli. La lama in acciaio brunito segue una curva rientrante e si allarga sul taglio prima di assottigliarsi fino alla punta. Iscrizione in caratteri arabi ageminata in argento su un piatto della lama. Fodero in legno con puntale rivestito in argento inciso a motivi vegetali e squame di pesce, e ghiera decorata in argento filigranato e coralli incastonati

  • OGGETTO coltellaccio
  • MATERIA E TECNICA corallo rosso
    acciaio/ brunitura/ agemina in argento
    argento/ sbalzo/ filigrana/ traforo/ niellatura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Turca
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il coltellaccio o spada di tipo yataghan riprende una tipologia di origine molto antica, diffusasi dalla Turchia ai paesi balcanici, caratterizzata da un'impugnatura a orecchie di varie dimensioni distinta dal resto. Questo tipo di arma fu in uso fino all'inizio del XX secolo, e le lame degli yataghan furono impiegate per le sciabole-baionetta dei fucili regolamentari di molti paesi europei. L'arma può essere riferita all'inizio del XIX secolo in base al confronto con un coltellaccio conservato al Museo Stibbert di Firenze, datato 1807 grazie ad un'iscrizione in turco ottomano presente sulla lama: Russel Robinson H. (a cura di), Il Museo Stibbert a Firenze, vol. I, Milano 1973, scheda n. 144, p. 210, tav. 44b; Probst S. E. L. scheda 65, in AA. VV. Tra oriente e occidente. Cento armi dal Museo Stibbert, catalogo della mostra (Firenze 1997-1998), 1997, p. 103. I due coltellacci, conservati col fodero, persentano strette analogie per il tipo di decorazione dell'elsa e del fodero. Nell'inverno 1988 l'arma è stata rimossa dal pannello con trofeo d'armi, ed è stato operato un intervento di manutenzione di emergenza per fermare il degrado dell'arma con protettivo rimovibile in ragia minerale. Al momento della schedatura di revisione (2002) l'arma si trova nel medesimo deposito, distaccata dal supporto ed avvolta in carta velina, ed il pannello, che non è stato riutilizzato, versa in pessimo stato di conservazione. Le armi provenienti dall’Impero Ottomano, conservate presso il Castello di Racconigi, sono parte dei doni inviati dal Sultano Abdul-Hamid II a re Vittorio Emanuele III nell’agosto del 1904. La missione diplomatica consegnò complessivamente ventidue quintali tra fucili, archibusi, artiglierie, spade, asce, lance, revolver, armature, corazze, maglie d’acciaio, elmi in metallo e in stoffa. Esse vennero presentate al sovrano italiano disposte in vetrine foderate in velluto cremisi in una sala attigua a quella del biliardo del Castello di Racconigi. (v. La Missione turca dal Re. I doni del Sultano, Corriere della Sera, 22/08/1904, p. 1; David G. Alexander, Islamic Arms and Armor in the Metropolitan Museum of Art, Metropolitan Museum of Art, New York 2015)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100046321
  • NUMERO D'INVENTARIO R 7048/15
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • ISCRIZIONI sulla lama - [iscrizione documentaria ?] - a incisione - arabo
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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