San Bonifacio IV papa

reliquiario a busto

Il reliquiario, a forma di busto, è sostenuto da un alto basamento di legno a pianta quadrangolare rivestito di lamine di rame argentato con un motivo fogliato sugli spigoli; è decorato inoltre sul fronte, nella metà superiore, da un cherubino e, nella metà inferiore, da un cartiglio dai contorni mistilnei. Sulla testa ovale è avvitato il triregno che impedisce di analizzare e di aprire la calotta del capo. Un'unica lamina di rame argentato sbalzato compone il volto e il collo, e si congiunge a incastro dentellato alla lamina che compone la zona occipitale e il collo. Il tutto pare in parte saldato alle spalle curve e al busto. Il busto è decorato da un motivo che funge da paramento e ha disegni fogliati disposti a girali. Sulla faccia di tale paramento sono raffigurati i Santi apostoli Pietro e Paolo, con i relativi attributi, quali la spada e le chiavi. Ne suggerisce la chiusura un finto fermaglio a cornice ovale. Non sono bene individuabili i punti di unione delle lamine di rame che compongono il busto e se siano saldate oppure ricavate da una sola lamina. Il busto e il triregno sono modellati su lamine di rame argentato minutamente martellinate. Non è invece ispezionabile la cavità dove dovrebbero essere conservate le reliquie del santo, cioè sotto il triregno

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • MATERIA E TECNICA legno, intaglio
    rame/ laminazione/ argentatura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Monte Iacobo (notizie 1600)
  • LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto-reliquiario, con altri reliquiari, dal 1980, ad opera del parroco p. Augusto Mozzetti, è stato trasferito dalla sacrestia della Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo nell'Oratorio della Confraternita del Corpus Domini, ora Museo Religioso, sia per motivi di sicurezza, sia perchè non più utilizzato nelle funzioni di culto, e per permetterne una migliore conservazione. l riferimenti archivistici riguardanti il busto reliquiario di San Bonifacio papa sono scarsi. Elencato nel 1689 nell'inventario delle "Reliquie della sacrestia Maggiore della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo" di Oleggio, come San Bonifacio M. P. (Arch. Stor. Dioc. Novara, a 1689, t. 187, f. 66), solo nell'ultimo quarto del XVIII secolo e per tutto il XIX secolo il manufatto è riscontrabile nei libri dei conti della chiesa oleggese per interventi di manutenzione non sempre specificati, oppure per il rinnovo della loro argentatura (Arch. Stor. Parr. Oleggio, A.S.P.O., Libro della Chiesa parr., a. 1789: "all'orefice Pietro Ughetti per aver inargentato li busti di rame...; A.S.D.N., a. 1820, t. 382, pp. 36,70; a. 1879; t. 453, quesito 27; A.S.P.O.F., 5, ff. sparsi e non datati). Il busto, inteso come reliquiario ritratto secondo una tradizione di tale tipologia documentata in Piemonte già dal XIV secolo, come indicata da G. Romano (G. Romano, scheda n. 19, pp. 154-155, Susa, 1977) potrebbe riconoscersi nel personaggio di papa Bonifacio IV in base all'iscrizione che si legge sulla cornicetta e per la raffigurazione degli apostoli Pietro e Paolo sul paramento, per il triregno e per la caratterizzazione del naso diritto e della fronte distesa, secondo l'iconografia del XVI secolo, in particolare si fa riferimento all'incisione delle "Effiges Pontifium Romanorum di Massimiano Bruno, Roma, 1595, pubblicato in Biblioteca Sanctorum, v. III, Roma, 1952, p. 331. L'effige di papa Bonifacio I è invece raffigurata senza i due santi apostoli come attributi, con la fronte corrugata e il naso arcuato. (cfr. Bibl. Sanctorum, v. III, 1952, p. 332). Non si sono rintracciati dati da riferire ad una devozione in particolare di questo santo nell'ambito oleggese. Dell'autore "Iacobo Monte" che si firma sulla cornice alla base del busto si conoscono altre due opere: conservate nella sacrestia superiore dei canonici del Duomo di Novara: si tratta del reliquiario raffigurante il "capo di una delle vergini compagne di S. Orsola" fatta ornare da Giacomo Monti in Orta nel 1585 secondo M. Dell'Omo e nel 1595 secondo Barlassina-Picconi (G. Barlassina/L. Picconi, Chiese di Novara, Novara, 1933, p. 48) per conto di Mons. Speciano, e della croce reliquiario del legno della santa croce di Cristo datata 1596. Anche la data, pur incompleta, dell'opera oleggese, dello stesso autore, e l'origine ortese dell'autore dei reliquiari di Novara suggerirebbero il riconoscimento del pittore Filippo Monti che opera al sacro monte d'Orta, dalla fine del XVI secolo al 1636 e che firma l'affresco nel braccio destro del transetto della Chiesa di San Giulio d'Orta raffigurante il "Miracolo dell'ossesso "Iacobus Filippus Montius" e data 1609 (L.A. Cotta, Museo Novarese, Milano, 1701, n. 705; C. Bascapè, Novara sacra, rist. 1878, p. 433; M. Di Giovanni Madruzza, Isola di San Giulio, in "Isola San Giulio e sacro Monte d'Orta, a cura di G.A. Dell'Acqua, Torino 1977, pp. 81-82, Melzi d'Eril, sacro Monte d'Orta in Isola San Giulio...p. 180). La rotondità del viso del pontefice del busto di Oleggio potrebbe essere collegata al viso della Madonna che consegna il rosario a San Domenico nella chiesa di San Giulio d'Orta, oppure ai Cherubini della volta nella cappella della Natività al Sacro Monte (M. Di Giovanni, op. cit. ill. p. 80). Secondo L.A. Cotta tale pittore è attivo anche nella chiesa parrocchiale di San Vittore all'isola dei pescatori (Stresa). E' segnalato anche un "San cristoforo" dipinto all'esterno della chiesa parr. di M.V. Assunta di Gravagliana (Diocesi di Novara) ritenuta da Barlassina e Picconi, uno "dei più belli e conservati di Giacomo Filippo Monti di Orta del 1635" (G. Barlassina/ L. Picconi, Novara sacra 1931, p. 257). Per ora non si hanno notizie su tale attività scultorea, ma si potrebbe ipotizzare anche l'esistenza di un Monti omonimo, forse legato da vincoli di parentela, come già suggerì M. Dell'Omo. Il busto di Oleggio rivela interventi diversi, da ritenere posteriori alla fattura dell'opera: dal basamento rettangolare analogo a quello di altri busti ottocenteschi conservati nel Museo oleggese, all'incastro dentellato presente nella porzione superiore della lamina del cherubino applicato sul basamento, all'applicazione del triregno con viti; operazione che ha comportato la foratura del capo nella zona parietale ed infine al completamento del copricapo con frammenti di metallo non argentato
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042569
  • NUMERO D'INVENTARIO 480
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI nella parte anteriore, sulla cornice modanata che serra il busto - S. BONIFACIO PAPA - lettere capitali - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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