Storie della vita di San Giuseppe

decorazione pittorica

La base della cupola è formata da un cornicione con un parapetto in ferro che lo rende un ballatoio praticabile. Da qui si alza il tamburo con otto finestroni alternati, uno reale e uno a trompe-l'oeil; sopra di questi quattro scene della vita di San Giuseppe chiuse in illusionistiche cornici a volute: Apparizione dell'Angelo, Sposalizio con la Vergine, Fuga in Egitto, Morte del Patriarca. L'architettura illusionistica riempe lo spazio della volta: le otto vele sono a cassettoni fioriti e sono divise da obelischi e trofei

  • OGGETTO decorazione pittorica
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Pozzo Pietro Antonio Il Giovane (notizie Dal 1749/ 1798)
    Pozzo Giovanni Pietro (1713/ 1798)
  • LOCALIZZAZIONE San Damiano d'Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Contrariamente all'indicazione del Vesme (1966) che la attribuiva a Pietro Antonio Senjor, l'opera è da riferirsi ai figli Antonio Junior e Giovanni Pietro Pozzo (o Pozzi) che collaborarono spesso sia nelle parrocchiali di provincia che nelle varie residenze dei Savoia in Piemonte. Numerosi e importanti sono i contatti e le collaborazioni dei Pozzo in cantieri, Palazzo Reale, Stupinigi, Moncalieri, che, dalla capitale esportano novità in provincia; in particolare per la chiesa di San Giuseppe, risulta importante la lezione dei veneti di cui il caposcuola è Giovanni Battista Crosato (Venezia1685 c.- 1758)-probabilmente voluto a Torino da Juvarra, seguito poi da Giuseppe Nogari (Venezia 1701-1763), Mattia Bortoloni (S. Bellino-Rovigo 1696-Mondovì 1750) etc. La certezza dell'attribuzione ai fratelli Pozzo della decorazione della Chiesa deriva da una lettera datata 1744 conservata nell'archivio parrocchiale di San Damiano. Questa è indirizzata al priore della Confraternita di San Giuseppe, Avv. Antonio Reyneri, dal Parroco di Costigliole Giambattista de Philippi di Baldissero, il quale loda l'opera dei fratelli Pozzo e li raccomanda ai confratelli di San Giuseppe: "...deponghino per tanto lor signori ogni timore a s'assicurino rimaner soddisfatti, non ritrovandosi Pittori maggiori massime nella Architettura, fra molti famosi a me noti...". La storia della chiesa di San Giuseppe è legata alla confraternita omonima a cui tuttora appartiene. La vicenda risulta lacunosa per la perdita della maggior parte dei libri relativi all'amministrazione, probabilemnte smarriti all'epoca del dominio francese con la soppressione delle Confraternite. I documenti, i libri e le carte sopravvissuti sono reperibili in una cassa presso la casa parrocchiale dove è anche presente una parte di archivio ordinato. La compagnia fu istituita nel 1563 con il nome di Compagnia degli Angeli e in onore del nome di Gesù, con l'approvazione del vescovo di Asti. Al 1565 risale un Ordinato per costruire la chiesa in un sito maggiore rispetto al precedente, concesso dalla comunità di San Damiano: insieme viene fabbricata una casetta attigua alla chiesa che diventa residenza del cappellano della Confraternita. Agli inizi del 1700 si iniziò poi l'edificazione dell'attuale chiesa: la data di inizio dei lavori è probabilemnte quella indicata sulla lapide incassata nel muro esterno della chiesa "Anno Domini MDCCXV Die XV iunii Confr. S. Nominis Jesu fundarunt", dunque 1715. Nel timpano della porta grande è scritto 1744: probabilmente relativa all'apparato decorativo della porta stessa. Nell'archivio è anche rintracciabile il capitolo della Confraternita con "Domenico Stromia di Sommariva del Bosco...lavoratore di cretta...s'obbliga di dar alla predetta compagnia tre milla tivole d'oncie sei di larghezza e d'alteza oncie oto, ben cotte e confezionate colaudate da esperti con sua vernice gialla verde e rossa..." (7 agosto 1741). Queste tavolette di ceramica servirono per coprire la cupola esterna dando un effetto iridescente. La pianta della chiesa -formata da due figure circolari di cui la prima, più grande, è il corpo centrale dell'edificio e l'altra il coro- e la sua struttura, riflettono il gusto tipicamente barocco della concezione di spazi creati dal piegarsi dei muri in giochi di sporgenze e di rientranze; tutta la struttura è arricchita poi dagli stucchi e dalle scenografie dipinte che rendono dinamica la percezione dello spazio ora nel senso della contrazione ora in quello della dilatazione. Bibliografia: Archivio Parrocchiale San Damiano d'Asti; F. Daneo, Il Comune di San Damiano d'Asti, Torino, Tipografia Derossi 1888, pp. 317-328 e pp. 522-523; M. Bernardi, La Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino, 1958; M. Bernardi, Il Palazzo Reale di Torino, Torino, 1959; Schede Vesme, Torino, 1966, vol. III (alla voce); N. Gabrielli, Museo dell'Arredamento, Torino, 1966 (rist. 1979); L. Mallè, Stupinigi, Torino, 1968 (voce Pozzi)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042327
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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