autoritratto di Francesco Antonio Mayerle

dipinto, (?) 1778 - (?) 1778

La tela, inquadrata da ricca cornice intagliata e dorata, rappresenta il mezzo busto del pittore. Indossa una giacca gialla con revers verdi, dalla quale spunta la camicia bianca aperta sul collo. Nella manoi destra tiene il pennello, nella sinistra (pare) un libro aperto. Il volto, incorniciato da una corta parrucca grigia, rivela un personaggio in età ancora giovanile, la bocca atteggiata ad un vago sorriso

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 65
    Larghezza: 49
  • ATTRIBUZIONI Mayerle Francesco Antonio (1710/ 1782): esecutore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Camillo Leone
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Langosco
  • INDIRIZZO Via Camillo Leone, 19, Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu acquistato nel 1898 dall'Ospedale Maggiore di Vercelli, come risulta da un inventario ms. di Camillo Leone, intitolato "Elenco dei dipinti (...) da me acquistati dall'Amministrazione dell'Ospedale Maggiore di Vercelli". Esso viene così descritto: "Dipinto ad olio su tela rappresentante il ritratto autografo del pittore tedesco Mayler di Praga, chiuso entro cornice lavorara e dorata. Misura in altezza centimetri 67 e in larghezza centimetri 50". Dopo la morte del Leone e prima del definitivo allestimento del Museo il dipinto, restaurato, fu esposto al pubblico insieme ai pezzi migliori della collezione del notaio e di quella dell'Istituto di Belle Arti. Di quella sistemazione conserva ancora il cartellino esplicativo, applicato alla cornice, e il numero di inventario 116. Riconosciuto dal Vesme (cfr. A. Baudi di Vesme, "Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo", Torino 1966, p. 666) come effettiva opera del Mayerle, a conferma della scritta a tergo, il dipinto è inserito nel repertorio delle opere vercellesi del pittore boemo dalla Galante Garrone (cfr. "Inventario Trinese. Fonti e documenti figurativi", catalogo della mostra, Trino 1980, pp. 123-126) che trovando elementi di confronto con la Gloria di S. Giovanni Nepomuceno del Duomo di Vercelli, conferma la data 1778 letta dal Baudi di Vesme. Stilisticamente è da giudicare tra le opere di miglior livello nell'ambito dell'"attività qualitativamente diseguale" del pittore, accostabile alle tele della sagrestia del S. Cristoforo a Vercelli, anche se precedenti di un ventennio, per la naturalezza dell'espressione, quasi ammiccante. Il dipinto fu restaurato nel 1919 dai fratelli Porta di Milano, come risulta dal relativo preventivo dove si indicavano gli interventi necessari: "Doppia foderatura, telaio nuovo, pulitura dello sporco, stuccatura lacune mancanti di colore e rinnovazione vernice" (Archivio Istituto di Belle Arti, m. 497). Il Baudi di Vesme (cfr. A. Baudi di Vesme, "Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo", Torino 1966, p. 666) aveva letto sul verso della tela una scritta, oggi non più visibile a causa del rintelo del dipinto. (cfr. anche E. Olivero, "La chiesa di S. Francesco d'Assisi in Torino", Torino 1935; P. Astrua-M- di Macco, "Ricerche a testona", Savigliano 1980, p. 140)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042164
  • NUMERO D'INVENTARIO 86
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI retro della tela - Ritratto del Sig. Francesco Antonio Maijerle di Praga celebre pittore regio che dipinse li quattro Elementi in questo Museo, e molti altri quadri trovansi nel suddetto Museo nell'anno 1778. Nella città di Vercelli - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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