progetto di restauro della Casa detta del Duca

dipinto,

Il dipinto raffigura il prospetto della facciata e la sezione della Casa detta del Duca, antistante il Santuario di Vicoforte. Nella sala inferiore, il porticato appare popolato da personaggi in costume antico. La facciata del palazzo, così come gli interni che si intravedono dal prospetto, sono riccamente decorati: mascheroni nelle lunette tra gli archi; stemmi affrescati e statue in marmo a livello del primo piano, putti ed elaborati cartigli nella fascia superiore. Sull'intero foglio predominano tenui colori pastello, quali il rosa, l'azzurro e il giallo, su cui spicca il rosso delle tegole e di alcuni particolari. L'attuale collocazione non permette di staccare il foglio dalla parete e di smontare la cornice

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA carta/ acquerellatura
  • ATTRIBUZIONI Noelli Agide (1873/ 1954)
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fa parte di una serie di tre fogli, eseguiti tra il 1907 e il 1908 da Agide Noelli probabilmente in vista di un restauro di cui non resta però traccia documentaria; i tre acquerelli, insieme ad un quarto raffigurante una veduta del santuario, del 1912, sono tutti conservati nel museo del santuario, ed attualmente sembrano essere l'unica testimonianza concreta dell'attività pittorica del Noelli, artista di cui si hanno scarse notizie biografiche. Nato nel 1873 a Piacenza, si trasferisce presto a Torino, dove si segnala per l'illustrazione di monumenti antichi; come acquerellista partecipa a diverse mostre a Torino e Milano (cfr. A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, v. III, Milano 1962, p. 1291, con bibliografia precedente). Dal 1906 al 1931, dopo aver insegnato disegno a mano libera presso l'Istituto Tecnico G. Sommeiller, è titolare della cattedra di disegno geometrico e prospettiva all'Accademia Albertina di Torino (cfr. Archivio dell'Accademia Albertina, fasc. personale Agide Noelli). Durante gli anni di insegnamento si dedica alla compilazione di manuali tecnico teorici sulla prospettiva; nella Biblioteca dell'Accademia Albertina si conserva infatti una copia del volume Lezioni di Prospettiva lineare, Torino, 1912, con dedica a Leonardo Bistolfi (gentilmente mostratomi dalla dr. Marina Moncalero), e presso la Biblioteca Civica di Torino si trova un esemplare del manuale Hoepli, La prospettiva per gli scultori, Milano 1917; entrambi i volumi sono illustrati dall'autore, ma le tavole hanno esclusivamente una funzione didattica e non sono dunque rapportabili agli acquerelli di Vicoforte. Muore a Mondovì il 30 aprile 1954 (com. or. dell'Ufficio Stato Civile del Comune di Mondovì). L'assenza di riscontri con altre opere dell'autore non permette di stabilire quanto della decorazione della facciata, oggi completamente scomparsa, sia pura ricostruzione e quanto invece derivi dall'osservazione del vero; è certo comunque che la presenza dei personaggi in costume, così come la ridondanza di particolari, suggeriscono una scarsa aderenza rispetto all'originale. L'inizio della costruzione risale al 1601, per volontà di Carlo Emanuele I (di qui il nome tradizionale di "Casa del Duca", con cui ancora oggi viene chiamato), in un momento in cui si assiste ad una generale ripresa dei lavori al Santuario; la decorazione dovette però venire eseguita solo intorno agli anni'30 del secolo XVII in quanto, come suggerisce il Vacchetta (G. Vacchetta, Nuova storia artistica del Santuario della Madonna di Mondovì a Vico, Savigliano 1984) compare lo stemma del figlio di Carlo Emanuele I, il Cardinale Maurizio. Confermerebbe questa ipotesi il fatto che anche lo stemma sabaudo, raffigurato sulla sinistra, è quello introdotto da Vittorio Amedeo I nel 1632, quando assume il titolo di Re di Cipro, arricchito rispetto a quello precedente di Emanuele Filiberto (cfr. A. Manno, Origini e variazioni dello stemma di Savoia, Torino 1884, cap. XII e fig. 11). Una datazione tarda degli affreschi contrasta però con la presenza di un repertorio decorativo di gusto tardo manierista, si vedono ad esempio i mascheroni nelle lunette o le sottili figure che reggono i cartigli, che parrebbe riconducibile ad esperienze legate alla cultura sabauda tra'500 e'600. Non mi pare dunque da escludere che anche l'ipotesi del Vacchetta sia nata non dall'osservazione diretta degli affreschi, ma dallo studio dei disegni del Noelli; oppure che parte della decorazione sia stata eseguita in anni precedenti l'apparizione degli stemmi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042120
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI in basso a destra - AGIDE NOELLI 1908 - lettere capitali - a pennello -
  • STEMMI al centro - cardinalizio - Stemma - Maurizio di Savoia -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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