Melpomene. Melpomene

tazza ca 1852 - ca 1852

Orlo piano, parete svasata, manico a voluta bipartita, base ad anello. Ritratto femminile a mezzo busto dipinto in policromia su fondo bianco

  • OGGETTO tazza
  • MATERIA E TECNICA porcellana/ pittura/ doratura
  • MISURE Diametro: 67 mm
    Altezza: 63 mm
    Larghezza: 90 mm
  • ATTRIBUZIONI Atelier De Boyer (notizie 1852)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il servizio da dessert, registrato nell'inventario del 1882 "Argenti Vasellame D.C.", come "Porcellana di Francia moderna finissima a mezze figure rapresentanti le donne più celebri d'Europa, con medaglioni a fiori, a rabeschi in oro e stemma Reale su fondo bleu scuro" (p. 201), era collocato, al momento della preschedatura del 1986, negli scaffali D-E, amadio n. 1, della sala 2 del mezzanino di Palazzo Reale. Le quattro geliere con il coperchio di scorta erano invece custodite, forse a causa dell'elaborata e massiccia montatura in bronzo dorato che poteva permetterne un impego decorativo autonomo, al piano terreno, sala degli argenti, armadio n. 7, scaffale C. La consistenza per singole tipologie documentata nel 1871 dall'inventario "Rami Porcellane Cristalli" è di 275 "tondi a frutta", 6 zuccheriere, 109 tazze da caffè con 115 piattini, 4 "grandi vasi per gelati" con coperchio di scorta di cui rimangono rispettivamente, 199 piatti, 5 zuccheriere, 109 tazze da caffè con 113 piattini e le 4 geliere con il coperchio di scorta. La perdita più consistente, 72 piatti da coltello, avvenne nell'arco di tempo compreso tra la stesura dell'inventario del 1911, che ne registrava 271, e quello del 1949, con gli attuali 199 (S. PETTANTI, in Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra a cura di A. GRISERI e G. ROMANO, Torino 1986, p. 318). Benché la serie dei soggetti per i ritratti a mezzo busto non segua un progetto unitario, si possono enucleare alcune categorie principali: regine di vari stati europei dal medioevo all'Ottocento, nobildonne, favorite di re, mogli e amanti di artisti, poetesse, attrici, cantanti, eroine della Bibbia e della letteratura, tipi regionali e nazionali, raffigurazioni simboliche e allegoriche, derivazioni da dipinti. Una sorta di eclettismo iconografico che accompagna il primato della pittura nella decorazione di porcellane durante tutto il secolo XIX e viene favorito dalla proliferazione di ateliers di decorazione che si registra nell'area parigina dopo il primo decennio. Le ripetute crisi economiche avvenute dopo l'Impero causarono la rovina di molte piccole imprese e costrinsero numerose industrie a ridurre il personale eliminando dal ciclo produttivo gli stadi relativi alla decorazione, che venivano rilevati da ateliers specializzati. Questa tendenza ebbe modo di radicalizzarsi sotto le difficoltà della Restaurazione, che portarono al trasferimento della produzione di base nelle località più convenienti allo sfruttamento della materia prima e della mano d'opera. A Parigi pervenivano così, dal limosino o dalla regione dell'Ile-de-France, pezzi privi di decorazione - i cosiddetti "bianchi" - che i decoratori provedevano a terminare secondo le richieste e i gusti di una clientela molto più numerosa e socialmente stratificata di quella di Ancien Régime (R. DE PLINVAL DE GUILLEBON, La porcelaine à Paris sous le Consulat et l'Empire, Parigi 1972, p. 7 e passim). Gli ateliers di pittura offrivano inoltre la possibilità di effettuare imprese decorative secondo le richieste e i gusti della clientela, aristocratica e borghese, europea e d'oltre oceano. In questa congiuntura economica e culturale si inserisce l'attività di Feuillet, che nel 1817 aprì il suo laboratorio al n° 18 dell'elegante Rue de la Paix e dal 1834 venne affiancato da Boyer (R. DE PLINVAL DE GUILLEBON, Porcelaine de Paris 1770-1850, Parigi 1972, pp. 228, 319 e passim; S. PETTENATI, cit., p. 318). La firma di Feuillet compare sul retro di un piatto (scheda allegata n. 78; spesso compare la lettera N incisa), l'unico privo dello stemma sabaudo su una delle tre riserve della tesa, un campione del repertorio di bottega inviato da Parigi nel corso delle trattative preliminari, puntualmente ripetuto da Boyer - con l'aggiunta dello stemma sabaudo e lievi varianti nella saturazione del colore e nello schema dei fregi dorati - nel servizio prescelto (S. PETTENATI, cit., p. 318). Da questi scambi pervennero probabilmente a Torino i due piatti con ritratti femminili e quello con Veduta di Villa della Regina (S. PETTENATI, cit., schede nn. 142-144, pp. 312-314), mentre gli acquisti del servizio sono frazionati nei Conti Categorici del 1850 e del 1852 pubblicati da S. PETTENATI (p. 318). Ancora alla cortesia di S. Pettenati devo la segnalazione della serie di dieci piatti firmati Boyer in verde e appartenenti alla serie delle "Donne più celebri d'Europa di tutti i tempi" apparse ultimamente sul mercato antiquario (F. SEMENZATO, Importanti mobili ed oggetti del XVIII e XIX secolo, Venezia 1987, p. 85, n. 83)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039596-99
  • NUMERO D'INVENTARIO 265-268
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI Sul verso - Melpomène - corsivo - a penna -
  • STEMMI Sul verso, in oro con pennino - Marchio - Atelier di Boyer - Boyer rue de la Paix
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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