MOTIVI DECORATIVI VEGETALI

vaso, ca 1835 - ca 1845

Corpo cilindrico, collo svasato verso l'alto con orlo estroflesso, base apoda con fondo rialzato. Fondo blu cobalto sotto coperta disseminato di fiorellini e cerchi dorati; ornati vegetali e geometrici policromi e dorati entro riserve bianche polilobate sul corpo; fascia a fiori policromi e dorati su fondo bianco sulla spalla e sul collo

  • OGGETTO vaso
  • MATERIA E TECNICA porcellana/ pittura/ doratura
  • MISURE Diametro: 17 mm
    Altezza: 400 mm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'etichetta sul verso, non più pienamente leggibile, attesta per i due vasi la provenienza da Genova, forse dal Palazzo Reale. Dall'inventario topografico di Palazzo Reale del 1880 risulta che erano collocati nella seconda camera di accesso all'appartamento del duca d'Aosta, al secondo piano; nel 1908 sono registrati nel locale n. 37 della Foresteria per la Corte Nobile; nel 1966 compaiono nell'appartamento del Presidente, infine una nota del 18 settemre 1975 sull'inventario del 1966 informa di un loro spostamento nell'appartamento dei Quadri moderni nella Camera sesta degli archivi, già Sala delle Porcellane, dove erano riuniti vasi cinesi e giapponesi. I vasi si ispirano alla porcellana giapponese: che di imitazioni si tratta, e non di originali orientali, è annotato anche dagli inventari - solitamente imprecisi in queste attriuzioni - mentre la non altissima qualità è testimoniata anche dalla cifra esigua di estimo, 40 lire. La policromia e l'impianto decorativo riecheggiano la porcellana di tipo "Imari", di cui si conservano numerosi esemplari nella collezione sabauda (E. KONDO, in Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra a cura di A. Griseri e G. Romano, Milano 1986, schede nn. 217, p. 407; n. 224, p. 412; n. 230, p. 416; n. 232, p. 417; n. 234, p. 219); lo stile presenta tuttavia un'impronta schiettamente occidentale. E' difficile proporre l'attribuzione ad una manifattura, in mancanza della marca e di confronti precisi. L'imitazione delle porcellane "Imari" si riscontra di frequente nei manufatti italiani sia del XVIII secolo (Vezzi, Cozzi, Ginori) sia del XIX. La produzione della manifattura milanese di S. Cristoforo sul Naviglio durante la direzione di Luigi e, successivamente, Carlo Tinelli (1833-1841), annovera diversi vasi di tipo "Imari", singoli o raggruppati in parures da camino. Gli esemplari pubblicati da G. Morazzoni (G. MORAZZONI, S. LEVY, Le porcellane italiane, II, Milano 1960, tav. 390) e V. BROSIO, Dortu, Tinelli, Richard, Milano 1972, p. 86, fig. 21; p. 87, fig. 22; p. 115, tav. III) paiono stilisticamente i più vicini ai vasi in oggetto, che però presentano una decorazione meno accurata e meno aderente ai modelli orientali. Sulla base di tali confronti, si propone dubitativamente una datazione alla prima metà del XIX secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039514
  • NUMERO D'INVENTARIO 1329-1330
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI Esemplare A: sul verso, su etichetta - (...)le Palazzo di Genova - lettere capitali - a impressione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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