motivi decorativi vegetali

bottiglia,

Superficie ricoperta da fiori di viburno a rilievo con tralci e foglie; uccelli a tutto tondo sul vaso e sul coperchio. Policromia naturalistica

  • OGGETTO bottiglia
  • ATTRIBUZIONI Kaendler Johann Johachim (attribuito): esecuzione oggetto
    Schoenheit Johann Carl (attribuito)
    Manifattura Di Meissen (notizie 1710-2007)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I dodici pezzi e il plateau di sostegno che compongono l'ancora oggi fastoso centrotavola "a palla di neve" sono gli elementi superstiti di quei 108 tra vasi, gruppi plastici e statuette ricordate dall'Inventario di Parma del 1861, poco prima del trasferimento degli arredi della reggia borbonica nelle residenze di Casa Savoia, in primo luogo a Torino e, con lo spostamento della capitale, a Firenze e a Roma. Nel 1869, il centrotavola, come ricorda l'inventario Argenti Bisquit, era ancora intatto e la dispersione della maggior parte dei suoi pezzi iniziò più tardi, a partire dalla cessione "alla casa di S.A.R., il Duca d'Aosta" di due gruppi con sei statuette (1876) per finire con il 1892, quando tutti i sei gruppi, ad eccezione della "Vendemmia" e della "Torchiatura", e 66 delle 70 statuette vennero vendute (S. PETTENATI, in Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra a cura di A. GRISERI e G. ROMANO, Torino 1986, scheda n. 74, p. 238). I cinque vasi (il più grande composto di tre pezzi) e la bottiglia, rispetto alle graziose statuette ed ai gruppi plastici allineati negli accessibili armadi della sala n. 5 del piano terreno suirono una più sfortunata sorte fatta di oblio e danneggiamenti (nel vaso più grande, prima del restauro, si contavano distaccati dal corpo l'uccello e sette frammenti del fogliame; nel primo vaso di grandezza se ne contavano 24, di cui 20 frutto di un restauro approssimativo eseguito in epoca imprecisata; nel secondo, privo di coperchio, 5) divisa con il fondo dei bisquits, con i quali erano ricoverati negli armadioni della sala n. 4. Soprattutto i vasi sono, invece, una testimonianza spettacolare del pieno dell'età della rocaille nella variante tedesca definita, nelle arti decorative, anche da Johann Joachim Kaendler che inventò il motivo a fiori di Viburno ("Schneeballdekor") nel 1739; il successo di questo motivo fu tale che esemplari furono richiesti sino al 1760, da Luigi XV, dal Delfino di Francia e da Federico il Grande (R. RUECKERT, Meissener Porzellan 1710-1810, catalogo della mostra, Monaco 1966, in particolare il regesto). Vasi "Schneeballdekor", di diverse dimensioni, sono oggi conservati nel Residenzmuseum (6 pezzi) e nel Bayerisches Nationalmuseum (2 pezzi) di Monaco, a Dresda nella Porzellansammlung (un esemplare) ed in una collezione privata di Amburgo (esemplare di piccole dimensioni; le notizie sono riportate da S. PETTENATI, in Porcellane, cit., p. 239). Silvana Pettenati, oltre a fornire le precise indicazioni di cui sopra, ha individuato un vaso delle stesse dimensioni del più grande di Palazzo Reale, conservato nel castello di Moncalieri. Il vaso, con la ricca incastellatura neo-Louis XV di bronzo dorato, voluta da Vittorio Emanuele II o dalla di lui moglie Maria Adelaide, fu esposto nel 1858 alla VI Esposizione Nazionale di prodotti d'Industria tenutasi nel castello del Valentino, nella sezione riservata al bronzista e fonditore Giovanni Colla autore, su disegno dell'architetto Domenico Ferri, della preziosa decorazione in metallo (Catalogo della Sesta Esposizione Nazionale di prodotti d'Industria, Torino 1858, p. 133, n. 619, e l'Album descrittivo dei principali oggetti esposti nel Real Castello del Valentino in occasione della Sesta Esposizione Nazionale di prodotti d'Industria nell'anno 1858, Torino 1858, p. 87). Per quanto concerne l'esecuzione delle statuette e dei gruppi plastici si può affermare che se le prime sono databili attorno alla metà del XVIII secolo, cioè all'incirca nello stesso tempo dell'esecuzione dei vasi, in base a confronti con modelli di Michel-Victor Acier, dello stesso Kaendler e di Peter Reineicke (PETTENATI, in Porcellane, cit., p. 239) i gruppi, invece, appartengono ad una fase successiva ed hanno come possibile autore del modello, pur negli anni di Acier, Johann Carl Schoenheit (si veda la "Vendemmia" di Schoenheit riprodotta in AA. VV. Meissener Porzellan von 1710 bis zum Gegenwart, catalogo della mostra, Vienna 1983, n. 55). Il plateau di 36 specchi bordati in argento, ricostruibile, a seconda se si prendono in considerazione le descrizioni parmensi e torinesi degli inventari del 1861 e 1869-71, in tre gruppi composti da 24, 6 e 6 pezzi (Parma) e da 24, 4 e 8 pezzi (Torino), fu probabilmente eseguito in una manifattura francese nel corso del Settecento, identificabile per il punzone "G." (si veda l'analogo punzone su un vassoio di Palazzo Pitti proveniente da Parma, in K. ASCHENGREEN PIACENTI, M. CHIARINI, S. PINTO, Curiosità di una reggia. Vicende della guardaroba di Palazzo Pitti, catalogo della mostra, Firenze 1979, p. 279, n. 19) incusso su dieci elementi del plateau
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039511-4
  • NUMERO D'INVENTARIO 460-466, 468-469, 471
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1986
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • STEMMI Sotto la base - Marchio - manifattura di Meissen - Spade incrociate in blu sottocoperta
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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