acquasantiera - a fusto, opera isolata - bottega liguro-lombarda (fine sec. XVI)

acquasantiera a fusto,

L'insieme è costituito da tre elementi separati in marmo bianco di Carrara: la base (dalla patina più scura), la vasca e il fusto, a sua volta composto da due frammenti - collocati sul pavimento e ricomposti momentaneamente in occasione della ripresa fotografica. La base, a sezione quadrata, si compone di uno zoccolo raccordato verso l'alto da una modanatura su cui poggiava la base del fusto, che non è stata rintracciata. Nella parte conservata il fusto, a tronco di cono, si sviluppa da un nodo semisferico e completo nella parte superiore dell'incastro per l'inserimento della vasca, decorata da un semplice motivo a scanalature a raggiera interrotto da un piccolo elemento decorativo riproducente, a mezza figura, la Madonna di Vico. In corrispondenza del capo della Vergine corre, lungo tutto il perimetro esterno, il bordo della vasca, caratterizzato da un incavo profondo che rende particolarmente accentuata l'estroflessione del labbro superiore

  • OGGETTO acquasantiera a fusto
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ scultura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Liguro-lombarda
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa acquasantiera proviene dall'atrio Orientale del Santuario e ad essa deve essere probabilmente riferito il documento del 1595 riportato da G. Vacchetta (cfr. G. Vacchetta, "Nuova storia artistica del Santuario della Madonna di Mondovì a Vico", Savigliano 1984), che ricorda il dono di una pila dell'acqua santa effettuato da una compagnia di pellegrini genovesi che vollero rimanere anonimi (cfr. scheda OA SBAS TO, NCTN 01/00039164). Affiora così un altro elemento dell'arredo originario del Santuario, ancora relativo al nucleo primitivo della chiesa del Trombetta, ed è significativo che vi compaia l'immagine della Madonna di Vico, che proprio nel 1595 registrava un momento di straordinaria diffusione (cfr. M. Perosino, "Il 1595: alle origini di un culto mariano", in G. Galante Garrone-S. Lombardini-A. Torre (a cura di), "Valli monregalesi: arte, società, devozioni", catalogo della mostra, Mondovì 1985). In questo caso la delicata scultura prende il posto delle comuni testine di angeli, dei festoni, degli stemmi e soprattutto dei mascheroni intagliati sui bordi e sui fianchi delle fontane: la tipologia di queste acquasantiere dalla elaborata sagomatura riflette infatti un atteggiamento che caratterizza il Manierismo nei confronti del lessico classicista, che viene "desemantizzato" e impiegato in molteplici combinazioni all'interno di contesti completamente diversi. Alla base di questa cultura nell'area ligure assume un peso determinante la presenza delle maestranze lombarde (cfr. H. W. Kruft, "Domenico Gagini und seine werkstatt", Munchen 1972), con botteghe attive nell'arco di più generazioni le cui opeer penetrano nel monregalese attraverso la via dei rapporti devozionali. A questa immagine della Madonna di Vico è infatti assai vicina la statua di S. Lucia nel Santuario di S. Lucia di Villanova, databile all'ultimo decennio del secolo (cfr. P. Dardanello, "Spazio religioso e paesaggio devozionale: i casi di Villanova e Torre", in "Valli Monregalesi: immagini di un paesaggio culturale", Savigliano 1985) e la Madonna della Misericordia di Savona, di Giovanni Antonio Nasio (1619), conservata nella chiesa della Misericordia di Mondovì
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039165
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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