Dio Padre e Cristo crocifisso

dipinto, 1611 - 1611

La tela è contornata da cornice intagliata in legno dorato, con motivo a foglie. Il dipinto raffigura la S.ma Trinità, con Dio Padre seduto, le braccia allargate ed ampi drappeggi sulle stesse e sulle ginocchia; davanti al suo petto è la Colomba dello Spirito Santo. In primo piano è raffigurato Cristo crocifisso, con il capo ed il busto leggermente volti verso sinistra. Intorno alla croce sono angioletti con le mani giunte o con le braccia distese in modo eloquente. Le figure emergono da una tenebra bruno-violacea, che si addensa specie nella parte inferiore del quadro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ doratura
    tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Pelizza Bartolomeo (notizie 1597-1622): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sull'antica tela non è attualmente presente alcuna notizia d'archivio, ma il Vesme (cfr. A. Baudi di Vesme, "Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo", Torino 1963-68) aveva ricavato da un manoscritto di fine Ottocento del canonico Vassallo che l'opera, già gonfalone della Confraternita, era stata fornita nel 1611 da Bartolomeo Pellizza (o Palizza, o Pelizza) e pagato in tutto 182 fiorini. Tale pittore, su cui ci sono notizie dal 1597 (Boido, 1971), risulta ancora pressocchè sconosciuto. La Gabrielli, che pubblicava l'opera (1977) lo avvicina ai Fiamminghi. Egli manifesta una severa impronta manierista, e non indifferenti qualità pittoriche. La gamma coloristica è cupa ma efficace, segnata da un violento chiaroscuro; brani di intensa qualità sono nel corpo e nel panneggio del Cristo. Forse più incerto nella costruzione, ma grandiosamente incombente e quasi segnato da divino furore, la figura del Dio Padre. Più sereni e robustamente torniti i putti. L'aspro pittore risente indubbiamente del manierismo lombardo piemontese e del clima asciuttamente controriformato del Borromeo, in questo senso più vicino semmai al più anziano dei Fiamminghini, Giovanni Battista (cfr. A. Bo, "G. B. e G.M. della Rovere, detti i Fiamminghini", Università di Torino, Facoltà di Lettere, Tesi di Laurea, A.A. 1976-77). L'iconografia della Trinità è quella più frequente (cfr. la tela di pittore Lombardo in N. Gabrielli, "Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli", Istituto Bancario S. Paolo, Torino 1977, p. 124; tela del Procaccini all'Ambrosiana di Milano, in "arte Lombarda", 1978, n° 50; G. V. Boido, "Artisti in Asti nei secoli XVII-XVIII", in "Archivi e cultura in Asti", 1971, p. 118)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100038097
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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