S. Eusebio si presenta in Arles all'imperatore Costanzo per ottenere la convocazione di un Concilio a Milano. episodio della vita di Sant'Eusebio

disegno preparatorio 1881 - 1881

Il disegno è attualmente chiuso in una cornice di legno verniciata di nero, provvista di vetro. Il disegno rappresenta il vescovo Eusebio ad Arles, di spalle in primo piano, al cospetto dell'Imperatore Costanzo, assiso in trono, in atto di discutere per ottenere la convocazione di un Concilio a Milano. La scena si svolge in un interno dalle caratteristiche architettoniche tipicamente romane, ornato alla base della cupola da un fregio con figure togate. Sulla destra un gruppo di dignitari seduti; accanto ad Eusebio un soldato seduto sui gradini sui quali si imposta la composizione del primo piano e sui quali giace un'insegna che funge da indicazione prospettica

  • OGGETTO disegno preparatorio
  • MATERIA E TECNICA carta/ matita/ biacca
  • ATTRIBUZIONI Grandi Francesco (1831/ 1891): disegnatore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Camillo Leone
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Langosco
  • INDIRIZZO Via Camillo Leone, 19, Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di uno dei disegni preparatori per gli affreschi della Cappella di S. Eusebio nel Duomo di Vercelli, donati nel 1902 dalla vedova dell'architetto Giuseppe Locarni all'Istituto di Belle Arti (Archivio Istituto di Belle Arti). Eseguiti dal romano Francesco Grandi, apprezzato e attivo in Roma soprattutto come autore di opere sacre (A. M. Comanducci, "Dizionario illustrato dei pittori italiani moderni e contemporanei", Milano 1962) furono tradotti in affresco dal vercellese Carlo Costa (C. Barelli, "Carlo Costa", in "Edoardo Arborio Mella", 1808-1884", catalogo della mostra, 1985), autore nella stessa cappella di tutte le parti di pura ornamentazione. Queste decorazioni rientravano nei lavori di rifacimento della Cappella, commissionati dal Capitolo ed eseguiti tra il 1881 e 1882, su progetto di Giuseppe Locarni. Le nuove strutture andarono ad occultare le linee barocche dell'originaria costruzione, progettata da Michele Barberis sul finire del XVIII secolo. Al Grandi furono affidate le composizioni con figure della cupola e dei pennacchi, con le storie di S. Eusebio e dei suoi successori e quattro angeli osannanti. Una lettera del canonico Canetti, diretta al padre barnabita Luigi Bruzza, datata 4 aprile 1881 e conservata presso l'Archivio Storico Comunale di Vercelli (G. Sommo, "I corrispondenti vercellesi del Bruzza", in "Luigi Bruzza: storia, epigrafia, archeologia a Vercelli nell'Ottocento", Vercelli 1943) riferisce dell'arrivo del Grandi per dare inizio agli affreschi, non nascondendo come nella scelta del pittore fosse stata decisiva la raccomandaziuone del Bruzza che, come uomo di profonda cultura, godeva in città di grande considerazione. La consunltazione delle delibere dell'Archivio Capitolare pèotrebbe forse chiarire il problema dell'esecuzione effettiva degli affreschi, concordemente attribuiti da quanti se ne sono occupati al Costa (A. Brizio, "Catalogo delle cose d'arte in Vercelli", Roma 1935; "Il Duomo di Vercelli", a cura del Ven. Capitolo Eusebiano, Vercelli 1928; G. Chicco, "Memorie del vecchio Duomo di Vercelli", Vercelli 1943), mentre il senso della lettera del Canetti farebbe propendere per il Grandi stesso. I disegni rivelano la formazione e l'attività accademica del Grandi, allievo di Tommaso Minardi, già a partire dal tipo di composizione sempre impostata dal basso verso l'alto che, oltre a migliorare la resa all'interno della volta, permette all'artista di presentare arditi scorci prospettici che accentuano l'enfaticità delle scene. Lo stile aulico e retorico delle composizioni ben si inserisce nel clima culturale tardo-ottocentesco ancora dominato, soprattutto per le decorazioni di carattere sacro, dallo storicismo romantico dell'ambiente accademico romano. Tendenza peraltro non altrimenti documentata a Vercelli se non nella stretta collaborazione nella seconda metà del secolo tra Edoardo Arborio Mella e Luigi Hartmann, di una generazione più anziano, ma formatosi a Roma, la cuimaniera è facilmente assimilabile a quella del Grandi (L. D'Agostino, "Cherubino Luigi Hartman, 1807-1884" in "Edoardo Arborio Mella", 1808-1884", catalogo della mostra, 1985). Il disegno in oggetto è del tutto simile per caratteri stilistici, tecnica e cornice agli altri di questa serie. In questa scena l'abilità disegnativa di impronta accademica dell'autore è particolarmente evidente nella figura di soldato in primo piano, sapientemente scorciata
  • TIPOLOGIA SCHEDA Disegni
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100037876
  • NUMERO D'INVENTARIO 266
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI in basso, al centro - All'esimio architetto Cav. Giuseppe Locarni in attestato di riconoscenza/ l'autore Francesco Grandi - corsivo - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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