stauroteca, opera isolata - bottega piemontese (prima metà sec. XVIII)

stauroteca,

Il reliquiario ha una doratura a foglia posta su una preparazione tradizionale di stucco e bolo; la parte posteriore è verniciata di giallo. La base poggia su quattro peducci a voluta e ha un profilo mistilineo arricchito da foglie d'acanto arricciate. Al centro emerge una testina di putto posta su una raggiera. Sulle parti dello sfondo non intagliate è incisa una sottile quadrettatura ripetuta anche sul nodo e sulla croce. La caduta di alcune tra le parti più aggettanti delle volute rivela che le decorazioni ad intaglio sono state scolpite separatamente e successivamente applicate su un blocco di legno liscio appena sagomato. Sulla base è attaccato con un chiodino il nodo a sezione esagonale, decorato sugli spigoli con foglie d'acanto. Su questo si innesta, con un perno in legno, lacroce a terminali trilobati e decorati con motivi vegetali a palmette. Sul braccio inferiore sono applicati tre Simboli della Passione: spugna, chiodi e lancia. Una cornice modanata definisce la teca a forma di croce chiusa sul davanti da un vetro. All'interno la reliquia lignea è posta tra una filigrana in metallo e un sottile cristallo a forma di croce; sul retro il coperchio della teca è formato da due nastri rosa su cui sono posti sei sigilli - Continua al campo 'OSSERVAZIONI'

  • OGGETTO stauroteca
  • MATERIA E TECNICA ceralacca/ impressione
    CRISTALLO
    legno/ intaglio/ doratura/ verniciatura
    metallo/ filigrana
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Vicoforte (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La stauroteca appartiene dal 1748 alla chiesa parrocchiale di Vicoforte, località Moline, come attesta una lettera di autentica della reliquia redatta il 25 giugno 1748 dal vescovo di Mondovì mons. San Martino (cfr. Archivio Vescovile di Mondovì, foglio allegato alla Visita Pastorale di mons. San Martiono, 1743), a cui appartiene tra l'altro lo stemma impresso sui sigilli di ceralacca. Dalla medesima lettera apprendiamo inoltre che la reliquia era stata donata alla parrocchiale il 26 luglio 1746 dal sacerdote Giovanni Antonio Rosa munita di una lettera di autentica di Giovanni Battista Rotario, arcivescovo di Torino; nel 1748 la reliquia viene nuovamente autenticata da mons. San Martino e in quell'occasione viene riposta nell'attuale reliquiario, che viene così descritto: "...reliquiarium ligneum deauratu eleganter elaboratum et in forma crucis confectu, Christallo à parte anteriori munitum ac super scritta serica coloris rubri retro paruo posto Sigillo nostro in cera rubra hispanica impresso sex in Locis obsignata..." [un reliquiario in legno dorato, elegantemente ornato, fatto in forma di croce, munito di cristallo nella parte anteriore e sul retro contrasegnato sopra una lista di seta di colore rosso con il nostro sigillo impresso in sei parti in ceralacca spagnola]. Dal punto di vista tecnico il reliquiario è confrontabile con una coppia di reliquiari conservati nella canonica della parrocchiale di S. Caterina di Villanova Mondovì, datati al secolo XVIII, dove le parti più aggettanti della decorazione sono analogamente scolpite separatamentee poi applicate al corpo principale (cfr. scheda OA di A. Colombo). La preziosità dell'oggetto testimonia infine l'importanza che si attribuisce al culto delle reliquie, già documentata nella diocesi di Mondovì a partire dalla fine del XVII secolo (cfr. P. Dardanello, "Spazio religioso e paesaggio devozionale: i casi di Villanova e Torre", in "Valli Monregalesi: immagini di un paesaggio culturale", Savigliano 1985)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100037835
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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