archibugio - da caccia, opera isolata di Azurro Giovanni (seconda metà sec. XVII)
Il gruppo canne, ad anima liscia, è formato da tre unità di figura completamente rotonda, unite in culatta e in volata. L'unione in volata avviene a mezzo di un anello a tre lobi in ognuno dei quali è inserita una canna e che porta il relativo mirino. In culatta le canne sono infisse in un blocco cilindrico in bronzo in forma di tamburo, munito di perno, rondella di spallamento, guarnizione di cuoio, dado di bloccaggio e dente di armamento del cane. Tale tamburo porta tra ampie cavità radiali collegate ognuna al foro del focone di ogni singola canna e presenta inoltre tre incavi nei quali si inserisce una appendice del ponticello, per bloccare nella giusta posizione la canna che dovrà sparare. Il tamburo di bronzo può così ruotare in una falsa culatta di ferro, cilindrica, lunga mm. 20, che porta due codette, superiore e inferiore, che permettono un solido fissaggio al calcio, a mezzo di vite passante. Una terza appendice, sul lato destro, serve per fissare la piastra alla falsa culatta stessa. Infine, un'ampia finestra permette di mettere in comunicazione le tre cavità del tamburo con lo scodellino della piastra. Il gruppo canne presenta un sensibile giuco rispetto alla falsa culatta, causato dall'usura delle parti. Piastra di lunghezza totale [continua nel campo Osservazioni]
- OGGETTO archibugio da caccia
-
MATERIA E TECNICA
acciaio/ fusione
bronzo/ fusione/ cesellatura/ bulinatura
CUOIO
ferro/ battitura/ traforo
legno, intaglio
radica di noce/ intaglio
-
ATTRIBUZIONI
Azurro Giovanni (notizie 1640-1690)
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Armeria Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO p.zza Castello, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'arma in esame è di ottima qualità e presenta geniali innovazioni. Purtroppo, la qualità dei materiali e l'impossibilità di realizzare perfetti accoppiamenti ha consentito l'affermarsi di un notevole giuoco tra gruppo canne e culatta fissa. Riporta il Gaibi (cfr. A. Gaibi, Armi da fuoco italiane ecc., Milano, 1962) che Giovanni Azurro "milanese (1640-1690 ca.) aveva bottega negli Armorari". Secondo lo Støckel-Heer, International Lexicon der Büchsen macher, II ed., Schwäbisch Hall, 1978, vol. I, p. 39, sarebbe stato attivo tra il 1660 e il 1680 ca. Pezzi dello stesso autore si trovano alla collezione Odescalchi di Roma, a Bruxelles e nella vendita Fischer del 21 giugno 1955. L'opera è ricordata in: A. Angelucci, Catalogo dell'Armeria Reale di Torino, Torino, 1890, n. M 67; A. Gaibi, Armi da fuoco italiane ecc., Milano, 1968, N. 368; V. Seyssel d'Aix, Armeria antica e moderna di S. M. Carlo Alberto, Torino, 1840, n. 1414; G. Dondi, M. Cartesegna, Schede critiche in F. Mazzini (a cura di), L'Armeria Reale di Torino, Busto Arsizio, 1981, n. 296
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034704
- NUMERO D'INVENTARIO M 67
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali-Armeria Reale
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- STEMMI sulla cartella - professionale - Marchio - Azurro Giovanni - GIO: AZUR
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0