ritratto di Matteo Avogadro

scultura

Il busto ripropone le fattezze del benefattore; è raffigurato frontalmente ed è realizzato con intensità espressiva e vigoroso modellato. Il benefattore è rappresentato in abiti seicenteschi, con mantello chiuso da nastro e fiocco e gorgiera. Il volto è arricchito dalla barba, baffi e folti capelli

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ intaglio/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Donati Giovanni (notizie 1845/ Ante 1865)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale Maggiore della Carità, USL 51
  • INDIRIZZO Corso Mazzini, 18, Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto di Matteo Avogadro (per la cui collocazione si rimanda alla pianta allegata alla prima scheda cartacea della serie) fa parte della galleria dei benefattori collocati nella loggia al piano superiore del cortile d'onore secondo le intenzioni della delibera del 18 maggio 1848; questa volontà testimonia la penetrazione di un concetto culturale emerso dalla realizzazione della serie di ritratto proposti dal Canova per il Pantheon romano a partire dal 1809 e nella stampa di "Vite e ritratti di illustri italiani" avvenuta nel 1812 e nel 1820 per opera del Bettoni (M. Di Macco, in Garibaldi: arte e storia, Firenze 1982, p. 51). Tale attività ebbe come ideatore lo scultore Giuseppe Argenti, che probabilmente affiancò gli amministratori nella definizione del progetto: suo è infatti lo schizzo datato 1856 che propone il modello di medaglione per i busti collocati al piano terreno e suoi sono diversi busti collocati al primo piano della loggia, secondo la testimonianza del 1865. Matteo Avogadro lasciò il Pio luogo erede universale dei propri beni con testamento datato 23 gennaio 1618 (G. B. Morandi - S. Ferrara, L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Memorie storiche, Novara 1907, p. 99). L'esecuzione del busto è affidata allo scultore novarese Giovanni Donati, che, in data 27 maggio 1861, trasmette all'Amministrazione il busto completo. Lapide e mensola sono invece eseguite dallo scalpellino Pietro Rossi (Archivio di Stato di Novara, Eredità e legati, Fondo Archivio Storico Ospedale Maggiore della Carità, cart. 63) forse identificabile con lo scultore premiato nel 1856 con la medaglia di bronzo argentato all'Esposizione novarese (L'iride novarese, anno XX, 3 giugno 1856). Il Donati, nato a Romentino, ebbe vita molto breve, come risulta dalla documentazione ritrovata e forse per questo le sue opere sono poco conosciute. Le uniche indicazioni oltre al busto in oggetto emergono dall'analisi dei documenti del Collegio Caccia: dal 1845 al 1846, avendo completato gli studi presso l'istituto d'Arte e Mestieri Bellini, è documentata la sua richiesta per il sussidio per lo studio della scultura a Torino; richiesta accettata però solo negli anni 1848-1849, quando è accompagnata dalla lettera di presentazione dell'arc. Belletti. La frequenza ai corsi dell'Accademia Albertina con il Dini è degli anni 1846-8147 e 1850. Dal 1854 al 1858 è documentata la sua presenza nell'ambiente romano per il perfezionamento; nel 1856 partecipa all'esposizione novarese con una scultura in marmo di Carrara raffigurante "L'amor Materno" premiato tra volte all'Accademia Albertina (Archivio di Stato di Novara, Carte diverse. Elenco dei postulanti alle pensioni e sussidi, Fondo Archivio Nobile Collegio Caccia, cart. 73-74). Il Donati risulta già morto nel 1865, data dell'articolo comparso sul giornale locale "La Verità"; quindi il busto è una delle sue poche opere rintracciate, realizzato dop le esperienze di Torino e Roma. Gli ambienti frequentati durante gli studi, il titolo delle opere documentate e i caratteri stilistici di questo busto confermano il suo legamen con la produzione accademica. Il busto presenta un'impostazione immobile e frontale, caratterizzata da una rigida assialità cui si affianca un'attenzione calligrafica per i particolari somatici e dell'abbigliamento, che tuttavia non riesce a vivacizzare il ritratto proponendo comunque un personaggio aulico e severo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034630-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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