altare maggiore, opera isolata di Pellagatta Carlo Antonio (ultimo quarto sec. XVIII)

altare maggiore,

Maestoso altare maggiore nei colori nero, sabbia, bianco, grigio dei marmi, lavorati anche ad intarsio. Le volute della mensa sono sottolineate da un profilo in marmo nero, mentre nella parte superiore ovali in vetro di colore azzurro smalto con cornice in marmo bianco vivacizzano la policromia dell'insieme. E' sormontato da un tronetto in legno dorato con crocifisso ligneo

  • OGGETTO altare maggiore
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco/ scultura
    marmo grigio/ scultura
    marmo/ intarsio
    marmo nero/ scultura
    SMALTO
  • ATTRIBUZIONI Pellagatta Carlo Antonio (notizie Sec. Xviii): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Villanova D'asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nessuna delle Visite Pastorali per ora consultabili può benirci in soccorso riguardo l'altare maggiore che fu eretto nel 1777 ad opera dello scultore milanese Carlo Antonio Pellagata, su committenza del parroco Pier Michele Bellino e con il contributo della comunità di Villanova. Venne consacrato il 21 settembre dello stasso anno come testimoniano le epigrafi marmoree poste sul retro dello stesso altare. Sappiamo da un'annotazione del parroco Cauda (Archivio parrocchiale) che intorno al 1771 vennero iniziati restauri massicci, se già nel 1711 "detta chiesa minacciava rovina" ed avvenne una transazione tra il Comune e l'arciprete a questo proposito. L'informazione contrasta tuttavi acon l'informazione del vescovo Todone del 1729 (Visita Pastorale), nella quale egli non descrive una situazione così disastrosa, al contrario definisce il vecchio altare maggiore "decentissimo". Qui aveva sede la Confraternita del Corpo di CRisto. Il nostro autore, per quanto non vada confuso con i fratelli Diamante, Giacomo e Tommaso Pellagatta, scalpellini che avevano scolpito alcuni decenni prima l'altare maggiore e la balaustra della chiesa della S.ma Trinità ad Asti (N. Gabrielli, "Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli", Istituto Bancario S. Paolo, Torino 1977), tiene conto delle soluzioni decorative da essi proposte, risolvendole tuttavia in maniera più vistosamente popolaresca nei forti contrasti cromatici accentuati dall'azzurro vitreo dei medaglioni, che paiono citazioni datate di modelli tardo seicenteschi. Queste soluzioni vengono ancora proposte da Francesco Pellagata nel 1749 per l'altare maggiore della chiesa di S. Filippo a Casale e da Vincenzo nel 1744 per l'altare di S. Paolo, sempre a Casale. Riguardo la parte inferiore del nostro altare, un riferimento può essere costituito da quello ora in Cattedrale ad Asti, proveniente dalla certosa di Valmanera (Gabrielli, op. cit.), simile nell'inserto racchiudente il medaglione centrale e nel forte contrasto cromatico, del resto molto difuso intorno alla metà del secolo. Ritroviamo questi modelli nell'opera del marmorino vercellese Gomma che, nel 1784-86, scolpisce l'altare per la chiesa di S. Lorenzo a Trino, usando medaglioni, puttini e volute vegetali (A. Bondi, "Inventario Trinese. Fonti e documenti figurativi", catalogo della mostra, Trino 1980)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034584
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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