meil, frammento - manifattura genovese, Ambito ebraico (XVII)

meil, post 1600 - ante 1699

Il meil è conservato in due parti separate. La gonna è costruita con quattro teli di tessuto ricamati, disposti parallelamente in verticale. La calotta è realizzata con quattro frammenti dello stesso tessuto ricamato della gonna, i quali rivestono il supporto di cartone. La gonna è bordata lungo il bordo inferiore e lo spacco da un alto gallone senza interruzione, piegato su se stesso agli angoli (17x215 cm), realizzato in filo metallico, con motivi a melagrane. Un gallone analogo, con profilature appena diverse, è applicato verticalmente sulla parte mediana del tessuto (17x50 cm). Completa l'ornato una seconda bordura, sovrapposta alla prima nelle due estremità. I due fori per le aste sono rifiniti da un gallone più stretto; un analogo gallone, ma di maggiore altezza, ricopre la cucitura tra la parte rigida e la mantovana, al cui bordo inferiore è applicato lo stesso gallone che adorna il manto. Entrambi gli oggetti portano una fodera di supporto rivestita da un'altra fodera. Taffetas laminato ricamato a fondo giallo oro. Disegno: realizzato a ricamo su tessuto unito. A grande rapporto verticale (incompleto nel manufatto in questione): da un grosso tralcio fogliato ad andamento sinuoso si distaccano steli più sottili che portano grandi fiori, tra cui la peonia e, nella calotta, il tulipano, presentati in vivacissima policromia; nel tralcio prevalgono i rossi e i verdi, mentre i fiori sono in varie tonalità di azzurro, blu, rosso e giallo, con la parte interna della corolla oro. L'accostamento per fasce verticali speculari a due a due realizzato nella confezione del manto, produce un effetto di maggiore dilatazione orizzontale del disegno. Nella calotta è visibile una piccola parte del motivo decorativo non rilevabile sulla gonna. Analisi tecnica. Orditi: uno di fondo, seta gialla, 86 fili/cm. Trame: una di fondo, seta gialla, 15 colpi/cm; una lanciata, o lamellare, 15 colpi/cm. Proporzioni: a un colpo della trama di fondo si accompagna un colpo della trama lanciata. L'intreccio di base è realizzato con i fili dell'ordito di fondo, che legano regolarmente ad ogni apertura di passo una grossa trama di fondo, che produce un effetto visivo di gros. Un certo numero di fili (15/cm) prelevati sullo stesso ordito di fondo, fermano in taffetas la trama lanciata in oro lamellare. In alcuni punti delle cuciture si intravede la cimossa. Ricamo. Vengono utilizzate diverse tecniche e numerosi filati. Applicazioni di frammenti di diversi tessuti (nei tralci fogliati): raso in seta rossa e raso in seta verde; due tipi di taffetas in seta bianca, lanciati rispettivamente in argento filato e in argento lamellare. Agopittura in fili di seta digradanti nei colori bianco, arancio, rosa e blu (nei petali dei grandi fiori). Fili distesi riuniti a tre capi in oro filato, disposti su imbottitura di grossi fili di canapa e fermati al tessuto da fili di seta gialla (nella parte interna delle corolle dei grandi fiori). Ricamo in canutiglia d'oro (definisce il contorno della parte interna delle corolle). Punto piatto in oro lamellare avvolto su imbottitura di fili di canapa (compare nei tralci e in alcune foglioline. Punto lanciato in sete policrome a numerosi capi, realizzato sulle applicazioni. Le profilature del disegno sono ottenute in cordoncino profilato d'oro e in cordoncino di seta blu e rossa. Il nastro applicato ai bordi del manto e della calotta presenta un profilo lobato e l'altro rettilineo. Lo schema del disegno, realizzato a ricamo, è dato dal ripetersi della doppia voluta di un sottile stelo con piccole foglie, che porta al centro alternativamente un frutto di melograno e il suo fiore. Analisi tecnica del nastro: tela ricamata su supporto di taffetas. Ordito e trama utilizzano gli stessi filati: argento filato, sostituito ad intervalli regolari da un filo di argento lamellare, che produce nel tessuto un effetto di quadrettatura. Su questa tela, a maglie piuttosto rade, diverse tecniche di ricamo producono il disegno: applicazioni di taffetas bianco lanciato in argento filato e lamellare; punto piatto in argento filato, riccio e lamellare, su anima di cartoncino; fili distesi in argento filato; contorni ottenuti con un nastrino in argento filato. Il gallone applicato in verticale nella parte mediana della gonna, si differenzia da quello descritto esclusivamente per il profilo, ondulante su entrambi i lati, e per i disegno del melograno arricchito da una terza variante: è raffigurato in fiore, in frutto e aperto. Entrambi i galloni sono ancorati ad un supporto in taffetas crema, e ai bordi sono guarniti di una trina a rete con profilatura a ventaglietti, realizzata a fuselli in argento filato e lamellare. La seconda bordura è un nastro tessuto a telaio, in argento filato e seta bianca, con bordi in trina a fuselli, negli stessi materiali. Galloni nella calotta: a motivi geometrici, tessuti a telaio, in argento filato e seta bianca, 2 cm e 3 cm. Fodere: una di supporto, in tela di canapa beige; una in taffetas beige

  • OGGETTO meil
  • MATERIA E TECNICA argento/ filatura
    argento/ laminazione
  • MISURE Altezza: 67 cm
    Larghezza: 117 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Genovese Ambito Ebraico
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Tempio Israelitico
  • INDIRIZZO piazzetta Primo Levi, 12, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le fasce di tessuto ricamato che compongono il meil, delle dimensioni di metà dell'altezza di una pezza, circa 26 cm, sono ricavate da un unico telo di stoffa tagliato longitudinalmente a metà. È un procedimento usuale a partire dal Cinquecento per la fabbricazione delle bordure destinate all'arredamento, sia quelle in tessuti operati, sia quelle ricamate con la tecnica del riporto su damaschi, velluti o tele d'oro e d'argento. Lo schema del disegno qui documentato associato alla tecnica del ricamo per applicazioni, si ripete con numerose varianti e adattamenti dalla fine del XVI secolo a tutto il XVII secolo; ma è proprio con il Seicento che a Genova il riporto arriva all'apice della fastosità: policromi i diversi elementi della decorazione, frequente l'abbinamento con il ricamo, per lo più a punto steso d'oro e d'argento; i fiori e gli ornati sono animati con punti, di ricamo che segnano le nervature delle foglie, o il movimento dei petali, e nello stesso tempo servono a farle meglio aderire al fondo e a fissarvelo (cfr. G. Morazzoni, Ricami Genovesi, Milano 1952, p. 26). Sembra di leggere la descrizione del meil, come pure è possibile il confronto con una bordura genovese datata forse precocemente alla fine del XVI secolo (cfr. G. Morazzoni, cit. p. 55), e, ancora in ambito ligure, con una pianeta che riutilizza strisce di tessuto ricamate di analoga impostazione, ma realizzate probabilmente nella seconda parte del Seicento (cfr. E. Parma Armani, scheda n. 91, tav. 126, in La Liguria delle Casacce, catalogo della mostra, a cura di F. Franchini Guelfi, Genova 1982). La definizione naturalistica dei fiori che fa uso di una vivace policromia, si rifà probabilmente a repertori per il ricamo, molto diffusi nel Seicento, dove piante da frutto e da giardino vengono accuratamente descritte nello stelo, nelle foglie, nei boccioli, nei fiori e nei frutti, visti di profilo o di fronte. L'ottimo stato di conservazione del tessuto ricamato rilevabile nelle zone coperte dal nastro non fa pensare ad un riutilizzo ma al contrario fa supporre la confezione del meil contemporanea, o comunque di poco posteriore, alla produzione del tessuto e del nastro. Questo ultimo non è relegato al ruolo di semplice rifinitura, ma per qualità formali e per ricchezza dei materiali usati, riveste importanza pari al tessuto ricamato. Inoltre la raffigurazione del melograno fa allusione ai significati simbolici che questo frutto assume nella tradizione ebraica; segno di fertilità e di pienezza, contiene 613 semi quanti sono i comandamenti della Torah (cfr. I. Aber, The Art of Judaic Needlework, London-New York 1979). Il motivo decorativo si può accostare al disegno di trine ad ago della metà e terzo quarto del XVII secolo, che pure fanno uso di rappresentazioni del melograno in diverse fasi di maturazione (cfr. I pizzi: moda e simbolo, catalogo della mostra, a cura di A. Mottola Molfino e M. T. Binagli Olivari, Milano 1977, cat. 80-81, figg. 23-24; Merletti a Palazzo Davanzati, catalogo della mostra, a cura di M. Carmignani, Firenze 1981, cat. 21). In assenza di dati documentari, si propone per la datazione del meil un arco cronologico abbastanza ampio interno alla metà del Seicento. L'attribuzione genovese ipotizzata è confortata, oltre che dalle indicazioni del Morazzoni sulla larghissima diffusione della tecnica del riporto a Genova e in Liguria, e sulla presenza documentata in questa città di un gran numero di artigiani ricamatori, dalle numerose fonti che fanno di Genova un centro di produzione dei filati d’oro e d'argento e di lavorazione degli stessi (cfr. D. Devoti, L’arte del tessuto in Europa, Milano 1974, p. 236; R. Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Milano 1964-69, p. 436)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso non cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034205
  • NUMERO D'INVENTARIO 94a
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia Onlus
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
    2018
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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