genealogia di Cristo

dipinto,

La tavola rappresenta 17 figure di parenti di Gesù sullo sfondo di un rosso tendaggio decorato da un festone giallo orizzontale, aperto su un cielo azzurro e con nubi bianche in un paesaggio collinare che si vede dietro alle due colonne dello sfondo. Al centro è seduta Maria, con una doppia aureola sottile e dorata: ha un abito rosso e blu e regge in piedi, sul ginocchio destro, Gesù Bambino nudo. Con la stessa aureola, alla sua destra, è Giuseppe, le mani incrociate sul petto; veste un manto rosso su una veste verde scuro. Dietro le spalle di Maria è seduta S. Anna, con identica aureola, veste e manto blu, gorgera e velo bianco. Alla sua sinistra, Zebedeo, dall'abito verde e corpicapo dai risvolti marrone. Dietro Giuseppe c'è Alfeo, con veste gialla e turbante ed infine, dietro la balaustra a colonnette, Cleofa (in blu e viola), Gioacchino (tunica rossa e largo scollo bianco) e Salomè (veste verde e manto giallo) con copricapi di varia foggia. Sotto la figura di Maria, le due sorelle omonime sedute con i capelli raccolti in cuffie (abito blu e manto rosso con bordo oro per quella di destra; manto verde e abito giallo a maniche rosse per quella di sinistra) sono attorniate dai rispettivi figli (Giuseppe il Giusto, Simone, Giacomo Minore, Giuda [Continua in OSSERVAZIONI]

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Gandolfino Da Roreto (notizie 1493-1522)
  • LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Durante i primi decenni del XIX secolo, l'interno della chiesa parrocchiale di Grignasco fu oggetto di radicali ed estese ristrutturazioni che interessarono opere di finitura, rivestimento ed arredi. Si persero in questi anni l'aspetto settecentesco e l'impronta decorativa vittoniana. I nuovi elementi introdotti (marmi in luogo di stucchi ed intonaci, estesi lavori a stutto in finto marmo, dorature di elementi architettonici ed arredi, affrechi, tele, nuovi arredi lignei e sculture, opere in ferro battuto e rinnovo degli oggetti per il culto) sono frutto di iniziative della Fabbriceria locale tra cui spicca la figura di don Angelo Viotti (che disponeva, tra l'altro dei cospicui lasciti dell'arciprete don Tartagliotti per l'altare del Crocifisso) e, soprattutto, di quella del conte Giovanni Battista Viotti (Grignasco 1765-Torino 1830), nipote di don Angelo, che finanziò gran parte della ristrutturazione. In questi lavori si distinsero diversi artisti ed artigiani (per le opere in marmo Ludovico Argenti, autore della ristrutturazione dell'altare del Crocifisso nel 1810 e dell'altare di San Giovanni nel 1821-1822; Giuseppe Bottinelli per le balaustre degli altari di San Giustino, del Rosario e del Crocifisso tra 1815 e 1824; Stefano Bottinelli per la ristrutturazione delle parti in marmo degli altari di San Giustino e del Rosario tra 1827 e 1828; per gli stucchi e le dorature Giovanni Battista Del Ponte ed i due figli per le dorature all'altare del Crocifisso nel 1811; Antonio Chiara autore delle dorature, degli stucchi e di alcuni arredi ligne tra 1823 e 1850; Andrea Gozzi per le opere a stucco lucido a finto marmo nel 1830; Giovanni Peraccio per le opere in scultura del frontone e della cronice dell'altare del Crocifisso nel 1816; Giuseppe Antonio Broccio per le statue dell'Addolorata e di San Giovanni allo stesso altare nel 1826; Lorenzo Peretti per i dipinti e gli affreschi tra cui la tela del Battesimo di Gesù all'altare di San Giovanni del 1821-1822; Giovanni Avondo per gli affreschi presenti in tutta la chiesa realizzati nel 1828) e tecnici qualificati come l'Ing. Stefano Melchioni - allora ispettore del Genio Civilie di Novara - che diresse i lavori in stucco a finto marmo nel 1830. Alle scelte del Melchioni si affidarono anche il vescovo di Novara Cardinal Morozzo, in visita pastorale nel 1829 e lo stesso conte Viotti, che gli commissionò la sistemazione del dipinto con la Genealogia donato poco prima della morte alla parrocchiale (G. e P. SITZIA, Vittone a Grignasco, in "Novarien", n. 12, 1982, pp. 184-204). Il quadro fu collocato in un primo tempo sulla perete sinistra del presbiterio (G. Turlo, Grignasco attraverso la storia, Serravalle 1976) e nei primi anni del Novecento fu spostato sulla colonna di destra tra navata e presbiterio. Lo confermano una fotografia di inizio secolo che ritraeil dipinto con una cornice precedente e tuttora collocata sulla detta parete del presbiterio e l'esecuzione della nuova cornice da parte dell'artigiano Enrico Barone di Grignasco datata 28 aprile 1907. L'iscrizione che attribuisce la tavola a Gaudenzio Ferrari - attribuzione espressamene vantata nel documento con il quale la Comunità di Grignasco accettava il dono del quadro citato come "la Sacra Famiglia" l'8 novembre 1830 (Archivio Comunale di Grignasco, Obbligazione per mezzo d'Ordinato della Comunità di Grignasco (08/11/1830), Cart. 10, Consiglio delibere 1816-1837) - fu sempre ritenuta errata. Anche il Colombo (G. Colombo, Vita e opere di Gaudenzio Ferrari, Torino 1881) pur citando il quadro come opera di Gaudenzio e sottolineandone qualche rassomiglianza compositiva con la Genealogia di Pietro Perugino a Perugia, riporta in nota l'opinione di Bordiga che "nelle sue private conversazioni" lo stimava "opera, piuttosto che di Gaudenzio, di qualche suo allievo", opinione condivisa dagli "intelligenti di cose artistiche"; il Colombo annota che il quadro si trovava "primitivamente in una antica chiesuola di Grignasco stesso" che fu acquistato per 3000 lire piemontesi dal conte G. B. Viotti "nell'occasione delle soppressioni e degli sperperamenti di cose sacre ordinate dai francesi" e da lui donato alla nuova chiesa di Grignasco. Il Colombo disse del dipinto che "sembrava steso su una tavola di legno e v'è sovrapposta una lastra di vetro". Dopo il Tonetti (F. Tonetti, Guida della Valsesia e del Monte Rosa, Varallo 1891, pp. 90-91), che cita quasi testualmente il Colombo, fu il Massara a prendere in considerazione critica il dipinto presentando fotograficamente a Roma, all'Esposizione Mariana Internazionale del 1904 (A. Massara, L'iconografia di Maria Vergine nell'arte novarese, Novara 1904, p. 70): l'occasione può aver indotto a sostituire negli anni seguenti la cornice con quella attuale datata 1907 ed a cambiare la collocazione (la fotografia, reperita a Grignasco in occasione della mostra "Grignascoimmagini" del 1980, ritrae il quadro con la precedente cornice e parrebbe essere stata[Continua in OSSERVAZIONI]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100034002
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI In alto, a sinistra - 1484 - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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