cornice di pala d'altare, opera isolata - bottega della Valsesia, bottega romana (ultimo quarto sec. XVIII)
cornice di pala d'altare
post 1785 - ante 1785
Battuta con modanature a sviluppo lineare arricchite agli angoli ed ai centri da intagli a motivi vegetali. La centina è coronata da ricchi ed elaborati intagli con profili curvilinei spezzati e risolti a volute ed arricchiti da altri elementi vegetali e floreali. Alla base della cornice pendono due serti fioriti intagliati. Il manufatto è interamente dorato. Davanti, sostenuta da due mensole murate, è l'anta della tensa. Sulla sommità è fissata una corona d'argento con pietre incastonate
- OGGETTO cornice di pala d'altare
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MATERIA E TECNICA
legno/ intaglio/ doratura
- AMBITO CULTURALE Bottega Della Valsesia Bottega Romana
- LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La collocazione del quadro il 23/09/1785 presuppone la fattura della cornice. Circa l'attribuzione, si rileva che il più qualificato dei minusieri e falegnami attivi in chiesa in quel periodo (fin dal 1778) è Giovanni Antonio Rasetti di Breia, che già aveva costruito i confessionali ed i banchi collaudati nel 1784; è quasi certamente legato a quel Giacomo Rasetti di Breia (stipettaio attivo tra fine Sette ed inizio Ottocento) che il Debiaggi cita come probabile autore della bussola della chiesa di S. Matia di Ivonzio a Valduggia, patria del Mazzola (C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani, Varallo Sesia 1968, p. 145). La doratura potrebbe anche essere contemporanea alla fattura della cornice, non essendo espressamente citata tra quelle ottocentesche pagate dal conte Viotti, a meno di non farla rientrare fra quelle "dorature interne alle cappelle" che egli finanziò; solo la maggior ricchezza delle finiture della cappella centrale (marmi utilizzati per il pavimento e l'altare) rispetto alle altre (con pavimenti in pietra ed altari a stucco ed intonaco) giustificherebbe una doratira già eseguita nel 1785, ma è più probabile che rientri tra quelle del 1830 finanziate dal Viotti. L'esposizione al Pantheon del dipinto induce a supporre che la tela avesse già allora una sua cornice, come suggerirebbe la clausola del contratto che prevedeva che la tela fosse trasportata da Roma a Grignasco "distesa". Potrebbe essere quella perimetrale del dipinto, caratterizzata da profili lineari con semplici applicazioni di motivi vegetali ed attribuibile quindi ad intagliatori romani. Il coronamento ed i festoni in basso sono infatti un'aggiunta che contrasta con la semplicità del perimetro; possono essere riferiti al gusto ed alla tipologia di fine Settecento e sono attribuibili ad intagliatori locali, visto il perfetto adattamento allo spazio in cui era previsto l'inserimento e le analogie stilistiche con altri elementi decorativi della chiesa. La cornice fu arricchita il 01/09/1874 dal dono di una corona in argento ornata di pietre fatto da Pietro Ianetti fu Domenico di Grignasco, finanziatore anche della dontana marmorea ai pridi della scalinata (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Atto di donazione 1874/09/01,Cart. Censi Canoni Livelli Diritti parrocchiali)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033991
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0