assunzione della Madonna
dipinto,
Mazzola Giuseppe (1748/ 1838)
1748/ 1838
Il vertice della composizione è Maria, assunta in cielo fra nubi ed uono stuolo di angeli e cherubini. Sotto le nubi trapela un intanso chiarore che illumina i volti degli astanti e il sepolcro vuoto di Maria dal quale sborda un candido e trasparente sudario su cui è posata una rosa. Attorno al sepolcro sono i dodici apostoli, variamente atteggiati sullo sfondo di un paesaggio montagnoso e silvestre. I colori, tra cui spiccano il rosso e l'azzurro delle vesti dell'Assunta ed il rosso della veste dell'apostolo in primo piano a destra, formano un insieme di morbide ed armoniose tonalità, ravvivato da gioco di luce. Realizzato su un pezzo unico di tela
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Mazzola Giuseppe (1748/ 1838)
- LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto fu commissionato dalla locale Fabbricerie; dal contratto, redatto nella casa del conte Giuseppe Gibellini a Borgosesia il 05/10/1782, la consegna era prevista per il Natale del 1783 (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Convenzione relativa al famoso quadro dell'Assunta dipinto dal pittore Mazzola, Cart. Fabbriceria Atti e Pratiche, doc. XVII. Allegata in fotocopia alla scheda cartacea). L'atto reca l'autografo di G. Mazzola che ebbe in seguito almeno un rapporto epistolare con l'arciprete G. P. Anselmi a proposito del dipinto. IL fatto è documentato da una lettera datata 25/07/1783 (Archivio Privato Gibellini Grignasco, Lettera 25/07/1783, XIII, Lettere 1780/1789) nella quale l'arciprete comunicava al conte Gibellini - oltre ai saluti del Mazzola - la necessità di disporre, per motivi non precisati, della convenzione stipulata nel 1782 ed evidentemente conservata allora presso il conte Gibellini. L'atto deve essere stato effettivamente trasmesso giacchè oggi è conservato presso l'archivio parrocchiale. Vi è notizia che il quadro fu dipinto a Roma nel 1784 (Archivio Privato Giongo Cacciami Grignasco, Memoria che nell'anno 1783..., Don Carlo Cacciami, 1783-1799, manoscritto, f. 456), ma il quadro è firmato e datato 1785, anno in cui fu esposto a Roma, nel Pantheon (Memorie per le Belle Arti, Roma 1785, Tomo I, p. LXXXVIII in A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Vol. II, Torino 1966, p. 670) suscitando interesse e consenso nella critica contemporanea che vi vedeva "il gusto della scuola del Mengs in una certa lucidezza di tinte..." ed apprezzava particolarmente il colore, l'armonia, la composizione (nonostante la sterilità e la difficoltà del soggetto), le espressioni degli Apostoli e degli angeli tra cui soprattutto quello che sparge le rose; segnalava anche una certa freddezza della parte superiore del quadro per la monotonia delle tinte dell'incarnato degli angeli ed una mancanza di maestosità nel volto della Vergine. Il quadro giunse a Grignasco forse via Genova, come prevedeva il contratto, il 16/09/1785 e fu collocato nella sua sede attuale il 23 settembre dello stesso anno e benedetto due giorni dopo. Il prezzo pattuito di 90 zecchini gigliati più 3 per il trasporto fu lasciato per testamento da Marianna Rossi Zanoli, figlia di Giovanni Zanoli, uno dei maggiori finanziatori della chiesa di cui si conserva il ritratto in sacrestia. Il contratto prevedeva tuttavia che metà della cifra pattuita fosse pagata in Roma dopo tre o quattro mesi dalla Convenzione e che il saldo fosse versato due mesi dopo la consegna dell'opera. Rispetto al tema iconografico indicato nel contratto, mancano le "figure di almeno tre donne" fra i contemplanti l'Assunzione. Al "pittore Mazzola" il 17/08/1822 furono pagate £. 12 per vernice (Archivio Parrocchiale di Grignasco, Attivo Passivo Chiesa parrocch.le fuori d'uso, spese dal 1803 al 1829). La critica ottocentesca già lo considerava il capolavoro dell'artista come conferma la storiografia locale, per non dire del suo primo biografo, il nipote Pietro Mazzola, che nella Gazzetta di Milano del 1839 lo definiva "il più bel quadro che si possa osservare di questo artista". Il Lana segnala anche che il Mazzola non mancava di visitare la sua opera quando passava per Grignasco (G. Lana, Guida ad una gita entro la Vallesesia, Novara 1840, p. 349) e solo il Galloni gli contestava come difetto "una leggerissima tinta di Barocco" (P. Galloni, Uomini e fatti celebri in Valle Sesia, Varallo 1873, p. 267). Interessante valutare la probabile influenza del quadro del Mazzola sul Peretti e l'Avondo che lavorarono agli altri dipinti su tela e ad affresco prima ancora che il Mazzola morisse: si nota, ad esempio, il ripetersi dei colori nelle vesti della Madonna in tutte le altre rappresentazioni di Maria. Il conte Giuseppe Gibellini, Vice Intendente Generale di Novara, che si era reso disponibile a favorire il contratto per il quadro, ebbe effettivi rapporti con il Mazzola che l'archivio di famiglia potrebbe forse ulteriormente documentare, come dimostra la presenza nello stesso archivio di un documento non datato che reca la seguente intestazione: "Tavola allegorica di Nino e Semiramide ovvero l'Amor Coniugale. Pensiero proposto al Signor Giuseppe Mazzola Pittore dell'Alto Novarese, studiante in roma per la concorrenza al premio dell'Accademia di San Luca" (Archivio Privato Gibellini Grignasco, Tavola Allegorica di Nino e Semiramide, Carte estranee, Cartella XV, n. 493). Dalle ricerche condotte dal prof. G. Romano presso gli archivi dell'Accademia di San Luca a Roma non risulta che il Mazzola sia stato iscritto all'Accademia nè l'opera è tra quelle conosciute del pittore. Per i contributi più recenti e per una esauriente bibliografia si veda inoltre O. Fantino, Giuseppe Mazzola in E.Castelnuovo-M.Rosci (a c.di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del re di Sardegna 1773-1861, Torino 1980, Vol.I, pp.92-95, Vol.III, pp. 1461-1462
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033990
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1984
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI In basso, al centro, sull'angolo del basamento del sepolcro - IOSEPH MAZZOLA PINXIT/ ROMA ANNO 1785 - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0