gloria del beato Sebastiano Valfrè

dipinto, 1834 - 1834

Al centro della tela figura il beato Sebastiano Valfrè in abito bruno, portato in gloria da tre angeli che indossano tuniche rispettivamente arancio, rosa intenso e verde. Più in basso un quarto messaggero celeste appare tra le nuvole mostrando le insegne pastorali del santo che, nominato arcivescovo di Torino, aveva per modestia ed umiltà ricusato tale onore. All'estrema sinistra della tela è dipinta una figura maschile di tergo, vestita di un povero manto color ocra e con il braccio levato. Sul lato opposto, in secondo piano, un gruppo di devoti assiste all'evento; in alto, disposti a corona, lungo il perimetro centinato, angeli con strumenti musicali e la Vergine con il BAmbino accolgono il beato

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Monticone Giuseppe (1769/ 1837): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE San Damiano d'Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela fu commissionata dai Padri dell'Oratorio di S. Filippo di Torino a Giuseppe Monticone intorno al 1834, in occasione della beatificazione del loro confratello Sebastiano Valfrè. L'artista prescelto era nato a Torino nel 1769 (F. Daneo, Vita di Giuseppe Monticone, Torino 1877) o nel 1773 ("Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall'XI al XX secolo",1972-1976) da Carlo Giuseppe di S. Damiano d'Asti, e vi era morto nel 1837. Dopo il periodo di formazione presso Lorenzo Pecheux era stato chiamato, nel 1806, ad insegnare disegno nel liceo pubblico istituito quell'anno; nel 1814 fu confermato professore del R. Collegio detto del Carmine e dal 1821 al 1824 insegnò all'Accademia di Belle Arti, quindi fu eletto segretario economo dalla medesima. Tra le cariche da lui ricoperte vanno ancora annoverate quelle di bibliotecario dell'Accademia e di ordinatore della Reale Galleria di Quadri sotto la direzione del marchese Roberto d'Azegglio (Daneo, op. cit.). Visitò numerose città d'Italia, fu noto litografo, lavoro per lo più a Torino e a Roma specializzandosi in temi storici e ritratti. Accettata la commissione dei padri dell'Oratorio di S. Filippo, iniziò a dipingere la grande tela in una delle sale del castello del Valentino, ma in seguito a polemiche e a dubbi avanzati circa la validità stessa dell'opera, vide i Padri rifiutare il suo quadro e ordinarne un secondo a Ferdinando Cavalleri in Roma, che a sua volta fu poi donato alla parrocchia del Borgo di San Donato e sostituito da un terzo del Lorenzini (Daneo, op. cit.). Il Monticone, risentito, fece appello dapprima al Superiore dell'Oratorio, quindi richiese di sottoporre la propria opera "al giudizio di una commissione di arbitri eletti dai professori della Reale Accademia di Belle Arti". Ma i frati ricusarono e preferirono acquistare la tela che venne collocata nella casa di Torino dove rimase fino a quando Felice Daneo, che stava compiendo ricerche sull'artista suo compaesano, ne fece richiesta ai Padri dell'Oratorio e la affidò all'Arciprete della parrocchia di S. Vincenzo affinchè le destinasse una degna ubicazione all'interno della chiesa
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033889
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Monticone Giuseppe (1769/ 1837)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1834 - 1834

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'