cherubini

calice,

la base a pianta mistilinea è impostata su cornici modanate che si collegano al corpo piano la cui superficie puntinata è ornata con teste di cherubini rilevate, cartelle entro volute e motivi fitomorfi. il fusto balaustrato è definito da costoloni di andamento sinuoso che includono elementi fogliacei e corolle pendenti. una cornice a centina spezzata accoglie, a mo' di nicchia, la testa di una cherubino. sulla sottocoppa a margine libero, teste di angioletti, contornate da volute a palmette, si alternano a cartelle entro motivi a ricciolo sulla cui superficie puntinata figura una croce a bassorilievo. la coppa dorata è fissata tramite sistema di avvitamento. una saldatura con l'aggiunta di un triangolino di alpacca è visibile sotto la base dove si era operata una fenditura, in corrispondenza della testa del cherubino

  • OGGETTO calice
  • MATERIA E TECNICA alpacca
    argento/ sbalzo/ cesellatura/ doratura
  • ATTRIBUZIONI Colleoni Agostino (1663/ 1745): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE San Damiano d'Asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE la coppia di punzoni impressa sulla coppa e sotto la base, confrontata con quella analoga e di più chiara lettura della patena, permette di identificare il luogo di provenienza dell'opera: lo Stato Pontificio, e di stabilirne una datazione relativamente precisa. L'impronta con la tiara e le chiavi incrociate, corrispondente al nuovo bollo del Triregno confermato nel 1734 (cfr. C.G.Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia (...) parte prima Roma; vol. I, p. 21, fig. n° 107a, Roma 1958), consente di fissare un sicuro termine post quem per la realizzazione del calice. L'altro, raffigurante una testa di leone entro ovale, è certamente assegnabile all'orefice Colleoni Agostino maestro argentiere da Gallese, nato nel 1663, morto nel 1746, il quale abbandonò l'attività nel 1738, cedendo la bottega, e rinunciò alla patente il 13 maggio del 1739 (cfr. C.G.Bulgari, op. cit., pp. 307-308, fig. n° 399). Il 1738 permette pertanto di circoscrivere l'arco di tempo entro cui si può ritenere venisse realizzata l'opera, proponendosi come incontestabile termine ante quem. I connotati stilistici trovano, d'altronde, concordanza con tale datazione e corrispondono pienamente al gusto figurativo del periodo. Sulle circostanze e ragioni che condussero il calice nella Chiesa dei SS. Cosma e Damiano, non è dato esprimersi per il mancato ritrovamento, alla ricerca attuale, di documenti storici ed archivistici
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033853
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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