ritratto di Giuseppe Negri

scultura

Il busto ripropone le fattezze del benefattore; è rivolto leggermente a destra ed è realizzato con intensità espressiva e vigoroso modellato

  • OGGETTO scultura
  • MATERIA E TECNICA marmo bianco di Carrara/ intaglio/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Rossi Gaudenzio (notizie 1885/ 1923)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale Maggiore della Carità, USL 51
  • INDIRIZZO Corso Mazzini, 18, Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto è stato realizzato a completamento della struttura decorativa dell'Ospedale Maggiore della Carità in un periodo più tardo rispetto agli altri del complesso. Raffigura il benefattore Giuseppe Negri, avvocato ministro dell'Ospedale nel 1882 il quale morendo nel 1900 lasciò l'Ente erede di £. 700.000 per la cura dei cronici come sottolinea anche l'iscrizione sulla lapide. La scultura è documentata: il 26 febbraio 1908, con un biglietto, lo scultore Gaudenzio Rossi - attivo a Novara - comunica all'Amministrazione che il completamento dell'opera potrà avvenire nel mese seuente, ma solo il 17 maggio 1908 il busto è posto in opera ed il 17 settembre dello stesso anno potrà essere completato dalla lapide (Archivio di Stato di Novara, Eredità e legati, Fondo Archivio Storico Ospedale Maggiore della Carità, cart. 107). Non si sono trovate notizie sullo scultore Rossi di cui sono note altre opere collocate nel cimitero cittadino: il busto di Eugenio Baldi (firmato e datato 1918); il medaglione marmoreo della tomba Signorelli (firmato); i busti della tomba Molina (firmati e datati rispettivamente 1904, 1885, 1923); il monumento sepolcrale di Cesare Molina (firmato e datato 1907); il busto di Melchione Santini (firmato e datato 1886); quello di Virginia Lorietti (firmato e datato 1887); il monumento funebre delle famiglie Conti-Villa; la scultura della tomba Bini-Minola (firmato e datato 1889); il busto di Lorenzo Grandi (firmato e datato 1895); le sculture delle tombe Fauser e Bozzola (firmate e datate 1899). L'elenco è certamente incompleto, ma sufficiente per rilevare l'ampiezza della produzione dello scultore, attivo contemporaneamente a Zefirino Carestia ed allo scultore Benvenuto Pirotta, allievo del collegio Caccia e frequantante l'accademia torinese. Il busto in oggetto documenta una notevole sicurezza nel modellato, reso secondo i canoni di aderenza veristica utilizzando modelli consueti della scultura del XIX secolo che "concludono un secolo d'oro per i cavatori di marmo ed i fonditori di bronzo ai quali la vanità di principi, aristocratici e borghesi assicurò il pane quotidiano" (G. Marchiori, 1960, p. 7). La raffigurazione del donatore, deputato al parlamento, avvocato ed oratore, rettore dell'ospedale per sei anni viene collocata come quella del donatore Calderini sul pianerottolo della scala di accesso alla loggia del primo piano ed è eseguita probabilmente nello stesso anno dallo scultore Giandomenico Pecora. Pur essendo realizzata nel XX secolo presenta caratteri che non si scontrano con le altre realizzazioni marmoree e, pur differenziandosi per la maggior aderenza somatica e l'introspezione psicologica, la scultura completa la galleria dei benefattori. Si osservi come la formazione artistica dello scultore- ligure ma novarese come attività- sia omogenea a quella dei suoi predecessori. Pecora risponde ai requisiti richiesti dall'Ospedale: allievo dei Corsi di disegno presso l'Istituto Bellini e poi dell'Accademia Albertina (Comunicazione orale Sig. Borotti 14/04/1984), si inserisce nell'attività plastica locale per il rinnovato impulso che ebbe la committenza pubblica. Si forma nell'ambiente culturale in cui operano Belli, Ginotti, Dini. Negli anni della sua maturità si trova poi ad operare in un ambiente novarese vivace ed attento: negli anni intorno al 1930 - sulla spinta di Alessandro Viglio e con la presenza dell'architetto Lazanio, del Nigra e di D. Lino Cassani - si avviano e si completano i lavori di restauro del Broletto e si organizza la galleria di arte moderna Giannoni. In ambito nazionale, con l'affermarsi del fascismo, si diffondono e si intensificano (negli anni 1921-1940) le commesse legate alle celebrazioni eroiche e patriottiche della Prima Guerra Mondiale che offrono possibilità operative pratiche agli scultori. Il Pecora, pur operando in un clima più sensibile alla retorica aulica e monumentale, non si lascia influenzare da questi atteggiamenti ridondanti mantenendo inalterati i caratteri di sobrietà lineare. La sua produzione presenta caratteri di aderenza veristica al soggetto ed un attento studio psicologico. Anche in questo caso, l'intensità dello sguardo ed il dinamismo delle linee portanti collocano il ritratto allo stesso livello d'interesse suscitato dalle realizzazioni più antiche. Per le opere eseguite dal Pecora presso il cimitero di Novara: Regione Piemonte, Indagine a cura della 5^ Commissione del Comitato comprensoriale, 1980, Cordinamento M. G. Ghiazza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100033525-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1984
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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