turibolo, opera isolata di Cantone Carlo Maria (attribuito) (prima metà sec. XVIII)

turibolo post 1725 - ante 1725

Il piede circolare è raccordato al bordo piatto da un motivo a ovuli, alzandosi e restringendosi poi con scanalature a sostenere il corpo ornato da ovuli e baccellature. Il coperchio, restringendosi verso l'alto con modanature, è ornato a cesello e traforo da motivi fogliati, ovuli e baccellature. L'impugnatura è decorata da un motivo a ovuli e foglie di acanto ed è collegata da catenelle, assicurate al corpo tramite tre ancoraggi a foglia

  • OGGETTO turibolo
  • MATERIA E TECNICA argento/ laminazione/ sbalzo/ fusione/ cesellatura/ punzonatura/ traforo
  • MISURE Altezza: 21
    Larghezza: 14.5
  • ATTRIBUZIONI Cantone Carlo Maria (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio delle Orfane Isabella di Cardona
  • INDIRIZZO piazza Amedeo IX, s.n,c, Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Anche se i punzoni non figurano tra quelli pubblicati da Augusto Bargoni (cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976) probabilmente sono da riferirsi all'area vercellese. Il punzone con il leone rampante coronato è infatti presente anche in una pisside dello stesso collegio, mentre le lettere CMC del secondo punzone dovrebbero appartenere all'orefice Carlo Maria Cantone. A tale argentiere il collegio affida nel 1725 la fabbricazione di un turibolo e di una navicella ad uso del proprio altare nella chiesa di S. Giuseppe, soddisfacendo a un obbligo testamentario di Gio. Batta Lupi (cfr. Ordinati..., fol. 24). Gio Batta Lupi, del quale si conserva anche un ritratto (cfr. scheda cartacea 11), morto nel 1701, aveva lasciato il collegio erede universale dei suoi beni, consistenti soprattutto in case e terreni siti in Stroppiana, conl'obbligo di far fare una "lampada d'argento di valore doppie dieci con l'impronto della Bet.ma Vergine, di S. Gios.e e di S. Gio Batta per servire l'altare di detto Collegio in detta chiesa di S. Gios.e; et anche far fare un Turribolo e Navicella d'argento del valore di altre doppie dieci con improntarvi l'effigie della S.ma Trinità" (cfr. Casella L 3, Archivio del Collegio). Nessuna raffigurazione della SS. Trinità compare sul turibolo, ma la prescrizione testamentaria potrebbe non essere stata rispettata a distanza di 25 anni, come d'altronde, non eseguita risulta anche, dal libro degli Ordinati, la lampada. Il carattere stilistico dell'oggetto si colloca bene proprio negli anni di passaggio fra il primo e il secondo quarto del sec. XVIII, con alcune sopravvivenze di gusto seicentesco. Allo stesso orefice Cantone la Confraternita si rivolse nel 1729 per realizzare la "guarnitura d'un baldacchino d'argento" (cfr. Cartella A 5, Plico Verniciatore, Archivio della Confraternita)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100031233
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1983
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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