alberello, opera isolata - manifattura savonese (sec. XVIII)

alberello, post 1700 - ante 1799

Albarello a rocchetto piccolo, fondo leggermente concavo, privo di marca, in maiolica ad impasto giallognolo e rivestimento bianco lucido, con piccole protuberanze scure dovute a difetti di cottura. Nella fascia centrale una scritta in nero indacante il contenuto del vaso. La decorazione policroma stilizzata a motivi floreali si snoda su due fasce delimitate da linee azzurre: le foglie e i petali sono di colore azzurro-scuro; il centro dei fiori è giallo-scuro e presenta un centro di colore azzurro

  • OGGETTO alberello
  • MATERIA E TECNICA maiolica/ tornitura/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Savonese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale dei SS. Antonio e Biagio
  • INDIRIZZO via Venezia, 16, Alessandria (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'albarello appartiene al corredo della Farmacia dell'Ospedale dei Santi Antonio e Biagio di Alessandria, istituita nel 1673 con le donazioni del canonico Giacomo Francesco Pomesano (Archivio Ospedale, Rogiti Tommaso Varzi, Tit. II, Rub. 4, Cat. 1, Busta 1, fasc. 5 e Tit. II, Rub. 3, Cat. 1, Busta 3, fasc. 119-120-121-122). Nel 1675 fu ordinato l'acquisto di una serie di vasi (Archivio Ospedale, Ordine d'acquisto, 1675, 4° Libro Ordinati della Congregazione particolare dall'anno 1656 all'anno 1680, p. 107), individuati in quelli che recano le figure dei santi Antonio e Biagio (cfr. schede cartacee nn. 1-12) e che compaiono anche in un inventario del 1710, riferito al 1707 (Archivio Ospedale, Inventario, 1710, Tit. II, Rub. 1, Cat. 1, Busta 2, fasc. 26) e in uno del 1718 (Archivio Ospedale, Inventario, 1718, Tit. II, Rub. 1, Cat. 1, Busta 2, fasc. 29). Questo albarello, invece, decorato solo con motivi vegetali, non compare in tali inventari, ma è abbastanza simile ai vasi dell'antico corredo (cfr. schede cartacee nn. 1-12) sia nella forma, piede breve e rigonfiamenti espansi alle estremità del corpo cilindrico, che nelle decorazione stilizzata con largo uso di azzurro anche se in questo caso, è più calligrafica. È dunque rapportabile alla produzione ceramica savonese della seconda metà del secolo XVII-prima metà del secolo XVIII, di fattura dozzinale. Si può quindi pensare ad un'integrazione del corredo ceramico della farmacia avvenuta nel XVIII secolo, anche inoltrato, con il preciso modello dei vasi già presenti in esso. (Per i confronti stilistici con la produzione ceramica ligure: indicazioni bibliografiche alla scheda n. 1 cartacea). Conferma questa ipotesi la somiglianza con la decorazione di due grandi vasi, con doppio manico ad ansa, recanti le effigi dei ss. Antonio e Biagio, conservati al Museo Civico di Torino, di fabbrica savonese (cfr. L. Campanile, Vasi da farmacia, Milano, 1973, tav. 5) acquistati nel 1874 (Archivio del Museo Civico di Torino, Verbali delle adunanze dal 1862 a tutto il 1874). L'ipotesi che invece i vasi provengano da fabbriche piemontesi o venete (cfr. C. Pedrazzini, La farmacia storica e artistica italiana, Milano, 1934, pp. 93, 95, 113) non è suffragata da soddisfacenti confronti stilistici (per la bibliografia relativa si veda la scheda cartacea n. 1).È comunque da notare come questa tipologia fosse, nella seconda metà del XVII e nella prima metà del XVIII secolo molto diffusa in Liguria come in Veneto (cfr. Ceramiche. Dalle Collezioni del Museo nazionale - Ravenna, Bologna, 1982, fig. 60; R. Drey, Apothecary Jars, London, 1978, p. 72, tav. 32D, p. 80, tav. 36A). Nel 1869 (Archivio dell'Ospedale) i vasi antichi si trovavano nel magazzino della Farmacia. Nel 1906 (Archivio Ospedale) l'Amministrazione dell'Ospedale approvò la proposta di vendere alla Richard Ginori gli antichi vasi e di acquistarne dei nuovi. Tale vendita poi non ebbe luogo. In data 18 febbraio 1925, in conformità alla deliberazione dell'1 ottobre 1924, l'Amministrazione dell'Ospedale diede in consegna al Comune di Alessandria un totale di 230 vasi in buono stato di conservazione tra i quali sono elencati 89 barattoli cilindrici grandi e piccoli, affinché vengano temporaneamente collocati nel Museo Civico, rimanendo di proprietà dell'ospedale (cfr. L. Madaro, La Biblioteca Civica, la Pinacoteca e il Museo di Alessandria, estratto dalla Guida Generale della Provincia di Alessandria, Alessandria, 1925, pp. 9-10). Di questa consegna, esiste nell'Archivio dell'Ospedale, una ricevuta, nella quale però i vasi sembrano essere in numero di 231. Il 15 febbraio 1932 il Museo Civico restituì all'Ospedale n. 39 vasi, per decorare la farmacia, riordinata nel 1931 (cfr. Agapiti, L'ospedale Civile di Alessandria, in "Alexandria", II, 1934, fasc. 4, p. 122). Rimasero, quindi, in deposito nel Museo Civico n. 191 vasi, tale presenza è documentata fino al 26 settembre 1933 (Archivio Biblioteca e Archivio Ospedale). In data 8 luglio 1946 il Comune informava che risultavano giacenti presso il Museo Civico n. 112 esemplari (Archivio Ospedale) che vennero restituiti all'Ospedale il 2 aprile 1955 (Archivio Ospedale e Archivio Biblioteca). Per la terminologia e per il completamento delle iscrizioni indicanti il contenuto dei vasi si veda anche la scheda cartacea n. 1
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030975
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • ISCRIZIONI fascia centrale - TUCIE. PP. (Tutiae Preparatae) - caratteri gotici - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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