busto di santa

reliquiario a busto, post 1585 - ante 1585

Piedistallo settecentesco in legno argentato con volute angolari. Il busto è in lamina di rame dorata; il capo in lamina d'argento. Al centro del petto è conficcata la spada in legno policromo

  • OGGETTO reliquiario a busto
  • MATERIA E TECNICA argento/ doratura/ fusione/ laminazione/ sbalzo
  • MISURE Altezza: 54
  • ATTRIBUZIONI Monti Iacopo (notizie 1585)
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il busto viene citato per la prima volta nell'inventario del1594, redatto in occasione della visita pastorale alla cattedrale del vescovo Carlo Bascapè. La stesso Bascapè cita il reliquiario nella sua "Arona Sacra" a proposito delle reliquie conservate nel duomo della città. Successivamente il busto è segnalato in tutti gli inventari della cattedrale. In particolare a partire dal 1764 è citato con l'aggiunta del "piedistallo inargentato", avvenuta all'inizio del Settecento, come per il busto di San Bernardo (scheda cartacea n. 18). Tale alterazione, che modifica la struttura originaria dell'oggetto, fu forse effettuata in relazione alla esposizione al pubblico delle reliquie, a seguito di una ricognizione delle stesse, probabilmente ad opera del vescovo Giovan Battista Visconti, che fu acceso propugnatore della pratica borromeiana della devozione di antiche reliquie. Dalla scritta posta sul bordo inferiore del busto apprendiamo che vi è contenuta la reliquia del capo di una delle compagne di S. Orsola, già donata dal vescovo vercellese Bonomi al vescovo novarese Speciano; quest'ultimo fece racchiudere la reliquia nel nostro reliquiario commissionato all'orefice ortese Iacopo Monti. La donazione dello stesso reliquiario da parte dello Speciano è avvalorata dallo stemma del vescovo inciso sul retro del busto: detto stemma, non risultante tra quelli a noi noti nei repertori araldici, è lo stesso che compare sulla porta del salone della Maddalena in Vescovado, sotto la scritta del nome dello Speciano e, in maniera più semplificata, là dove leggibile, negli arazzi di Salomone, dallo stesso donati nel 1591 (scheda cartacea n. 105). Lo Speciano donerà ancora nel 1591 alla Fabbrica del duomo novarese, prima del suo trasferimento a Cremona, altre preziose suppellettili sacre, come avrà a confermare il Bascapè nella sua Novara Sacra (C. Bascapè, Novara Sacra, 1878, p. 433). Quanto all'autore del reliquiario, Iacopo Monti, attivo in Orta e già autore della croce datata 1586 (scheda cartacea n. 210), nulla sappiamo di certo: si può supporre una parentela con Filippo Monti (fratello?), il pittore attivo nel primo Seicento presso il Sacro Monte d'Orta e nella chiesa di San Giulio nell'isola omonima. La scelta di un orefice di Orta per la fattura del reliquiario non deve risultare strana se pensiamo che il vescovo novarese Speciano in quegli stessi anni compì dversi viaggi ad Orta, poichè erano in atto le discussioni per la messa in opera del Sacro Monte (G. Melzi D'Eril, Sacro Monte d'Orta, in Isola di San Giulio e Sacro Monte d'Orta, Torino 1977). Le concordanze stilistiche tra il busto in esame e la croce del Legno di Cristo si pongono soprattutto nella fattura dei capelli della compagna di S. Orsola e dell'angelo che sostiene la croce, eseguita con la medesima tecnica. Il reliquiario a busto ha un'antica tradizione nel Piemonte, dove esistono esempi sparsi nelle diverse province. Nella stessa Lombardia doveva esistere una tradizione in questo senso come dimostra il gruppo si reliquiari del duomo di Milano ordinati nel 1583 ed eseguiti da orafi diversi tra quest'anno ed il 1682. Il nostro reliquiario, ordinato ed eseguito nel 1585 (quest'anno coincide anche con l'ingresso dello Speciano a Novara), sembra piuttosto ripetere la tipologia del busto di S. Bernardo dello stesso duomo databile al 1424 (scheda cartacea n. 18): in tale senso è indicativo il basamento ovale e l'emergere dell'intero mezzo busto, per un'estrema semplificazione che esclude elementi decorativi e in ben minore livello tecnico. Unico elemento comune con i busti milanesi è la presenza dello strumento del martirio (G. Romano, Oreficerie e lavori in metalli diversi in G. Romano (a cura di), Valle di Susa Arte e Storia dall'XI al XVIII secolo, catalogo della mostra, Torino 1977, pp. 154-155; G. Romano, in E. Castelnuovo - G. Romano (a cura di), Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale", Torino 1979, pp. 274-280; Il Seicento lombardo. Catalogo dei dipinti e delle sculture, catalogo della mostra, Milano 1975, p.18; Tesoro e museo del duomo di Milano, Milano 1978). Nulla sappiamo circa la provenienza della reliquia al vescovo vercellese Bonomi, legato alla politica di Carlo Borromeo e quindi strenuo difensore del culto delle reliquie (E. Pagella, Aspetti della Controriforma a Vercelli, in Gaudenzio Ferrari e la sua scuola, Torino 1982, p. 292). Quanto al culto di S. Orsola, sappiamo dell'esistenza in città di un ordine delle Orsoline fondato da Giovanni Battista Boniperti, arcidiacono e protonotario apostolico in Novara, vissuto nella seconda metà del XVI secolo; proprio la recente fondazione dell'ordine religioso in città potrebbe aver motivato la donazione della reliquia della martire. Va ancora sottolineato come nelle due iscrizioni sia accolta la tradizione, incerta, della consistenza numerica di 11.000 delle sante compagne di S. Orsola, forse da ridursi a 11 (J. Gugemin, voce "Orsola", in Bibliotheca Sanctorum, vol. IX, Roma 1967, pp. 1252-1267)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030937
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI Sul bordo inferiore del busto - IACOBUS MONTIUS FECIT IN ORTA -CAP HOC UNIUS EX XI MIL VIRG DONATU. AB EPO VERCEL. P. SOCIETATE VIRG. S. URSULE NOVAR. R.MUS CESAR SPECIANUS P. S. NOVAR ORNAVIT ANNO DOMNI 1585 DIE 7 DECE - lettere capitali - a incisione - latino
  • STEMMI Sul retro del busto - vescovile - Stemma - Monsignor Speciano - Inquartato: al primo un oggetto non identificato; al secondo un pastorale e fasce verticali; al terzo un sacco su fondo a fasce oblique; al quarto un'aquila coronata Timbrato del cappello di cardinale (dodici nappe disposte uno, due, tre per parte)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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