stalli del coro, opera isolata di Morra Giuseppe, Zoppis Saverio (secondo quarto sec. XIX)

stalli del coro, 1825 - 1849

Il coro occupa tre pareti dcell'oratorio; è costituito da tredici seggi per lato e sette seggi sulla parete di fondo; al centro è collocato lo scanno riservato al priore della Confraternita del SS. Sacramento. Ogni sedile è ribaltabile e dotato di un cassetto sottostante munito di serratura. Lo schienale è composto da una specchiatura rettangolare leggermente rilevata inserita in una cornice piatta e lineare. Mancano i braccioli e gli schienali sono scanditi da lesene piatte appena rilevate concluse da mensoline rastremate. Davanti ai primi sei seggi delle pareti laterali corre una predella-inginocchiatoio dotata di cassettini; i rimenenti sedili (compresi quelli della parete di fondo) presentano dei veri e propri inginocchiatoi con prospetto e mensola, dotati anch'essi di un cassetto. Questa differenziazione riguarda anche i vani sotto i sedili: nei primi sei occupano lo spazio conpreso tra la seduta e la pedana, negli altri hanno un'altezza inferiore e lo spigolo arrotondato. Lo scanno centrale è leggermente sopraelevato (cm, 14) e presenta braccioli scolpiti con ornati zoomorfi a forma di delfino. In corrispondenza dell'inginocchiatoio si trova un altro seggio con braccioli dal profilo sagomato. Il motivo della specchiatura rettangolare [Continua in OSSERVAZIONI]

  • OGGETTO stalli del coro
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ intaglio/ lucidatura/ scultura
  • ATTRIBUZIONI Morra Giuseppe (notizie Sec. Xix): esecutore
    Zoppis Saverio (notizie 1827): disegnatore
  • LOCALIZZAZIONE Borgomanero (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La presenza di seggi corali nell'Oratorio del SS. Sacramento è testimoniata a partire dal 1617 nell'Inventario dei beni della Confraternita; li aveva eseguiti Bartolomeo Vertemato che nel 1598 riceve il saldo dell'opera (Borgomanro, Archivio Parrocchiale, Libro della cavata della Compagnia et Schola del Santissimo Sacramento di Borgomanero, 1587, f. 24 v.). Nel corso del Seicento, vennero operate delle modifiche che nascevano da esigenze di carattere pratico e probabilmente dall'accresciuto numero dei confratelli che partecipavano agli uffici. La struttura del complesso seicentesco appare già delineata nei primi inventari ed alcuni caratteri fondamentali come la "rilegatura à quadretti con sue cornici", i cassettini e la predella saranno riproposti dal rifacimento ottocentesco. Nel 1827 venne indetto tra i falegnami di Borgomanero il concorso d'appalto per la costruzione di un nuovo coro su disegno dell'Ing. Saverio Zoppis. Un foglio di carta bollata conservato fra i manoscritti della Compagnia riporta il calcolo della spesa approssimativa, i capitoli relativi alle modalità di esecuzione ed il verbale della riunione per l'assegnazione dell'appalto. Risultò vincitore il falegname Giuseppe Mora, attivo in seguito anche per la parrocchiale (1840, si confronti: Borgomanero, Archivio Parrocchiale, Giornale della Parrocchiale di San Bartolomeo in Borgomanero (1801-1873), 28 maggio 1840), ma non è possibile seguire attraverso i pagamenti le varie fasi di esecuzione perché mancano i libri di contabilità della Compagnia per l'Ottocento, ad esclusione del decennio 1844-1853. Ecco alcuni dei capitoli: 1) L'opera verrà nelle proporzioni preferitte dall'Ingegnere nel dissegno eseguita, senza la minima alterazione, ed innovazione, nè di forma, nè di dimensione. 2) Li stalli dovranno essere posti contro li muri di facciata, e laterali, formanti numero sette pel muro di prospetto, e numero sette per cadun muro laterale. 3) Il legname da impiegarsi nell'opera sarà tutto di noce (...). 11) L'intiera opera sarà incominciata subito dopo il deliberamento (10 maggio 1827) e dovrà essere terminata entro li quindici di agosto prossimo venturo... (Borgomanero, Archivio Parrocchiale, Calcolo della spesa approssimativa per la costruzione dei sedili e genuflessorii per la Veneranda Confraternita del SS. Sacramento, 1827). Al progetto iniziale furono apportate delle modifiche, perché il numero dei sedili laterali non è di sette, ma di tredici e non viene citato il bancone che sta al centro del coro, coerente, per struttura e stile, ai seggi. Potrebbe trattarsi anche di un'aggiunta successiva che non risulta documentata. Stilisticamente il disegno dello Zoppis sembra rispondere all'esigenza di stabilire un rapporto di continuità con il coro precedente, eseguito al termina del Cinquecento (si pensi alla rilegatura e quadretti), esigenza che concordava con l'orientamento neoclassico e neorinascimentale della cultura ottocentesca, espresso con molta sobrietà nel disegno del coro. Il recupero di strutture lineari e geometriche e della partitura architettonica del mobilio si era manifestata fin dalla seconda metà del XVIII secolo, arricchendosi in seguito di forme e motivi elaborati dal gusto neoclassico; si vedano ad esempio le sedie corali di S. Nazaro Maggiore a Milano, opera di Francesco Ritagliati su disegno del pittore Riccardi nel 1765 (G. Ferrari, Il legno nell'arte italiana, Milano s.d., tav. LXXXIX), le scaffalature della nuova sala nella biblioteca Braidense a Milano ideate dall'architetto Giuseppe Piermarini nel 1776 (C. Alberici, Il mobile lombardo, Milano 1969, p. 163), dove compaiono fra l'altro lesene e pannelli quadrangolari come nel complesso qui schedato. Gli elementi che articolano i pieno del coro di Borgomanero hanno scarso rilievo, limitando al minimo il chiaroscuro; la serie dei seggi è costruita con rigorosa partitura architettonica che assume come elemento di scansione ritmica e strutturale le lesene con capitello, che riproducono le lesene e i capitelli che compaiono sulle pareti dell'oratorio in cui si trova il coro. All'interno dei piani scanditi dalle lesene si collocano i pannelli a cornici concentriche che costituiscono il motivo ricorrente su tutte le superfici, nelle varianti dimensionali richieste dai diversi elementi. Unica concessione alla severa intonazione del complesso sono i braccioli del seggio del priore e di quello del sottopriore; i primi sembrano ispirarsi al repertorio decorativo manierista isolando un motivo, quello del delfino o del serpente marino, rintracciabile in diverse formulazioni nei braccioli delle sedie per l'arredo domestico nella prima metà dell'Ottocento, si vedano gli esemplari pubblicati dall'Alberici appartenenti a collezioni private milanesi (C. Alberici, Il mobile lombardo, Milano 1969, pp. 250, 253)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100030863
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1982
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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