ciotola, frammento - bottega piemontese (secc. XVI/ XVII)

ciotola, 1500 - 1699

Frammento di parete di ciotola con cavetto emisferico e prese laterali. Smalto azzurro presente su entrambe le superfici. Decorazione a motivi geometrico-vegetali dipinti in blu. Impasto duro S 7.5 YR 7/4 "rosa"

  • OGGETTO ciotola
  • MATERIA E TECNICA maiolica/ smaltura stannifera/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico d'Arte Antica
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Madama
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Oggetto proveniente dallo scavo condotto da Alfredo D'Andrade nei sotterranei di Palazzo Madama nel 1884 in occasione del quale si rinvenne una cospicua quantità di materiale ceramico in un vano quadrangolare attiguo alla torre di Nord-Ovest. Un gruppo di frammenti testimonia l'uso a Torino accanto a prodotti di tipo faentino, di vasellame ligure dalla decorazione a motivi calligrafici a volute di tipo A ed a quartieri secondo le classificazioni stabilite in base a frammenti rinvenuti in scavi a Genova e a Savona (cfr. G. FARRIS, V. A. FERRARESE, Contributo alla conoscenza della tipologia e della stilistica della maiolica ligure del XVI secolo, in Atti del II Convegno Internazionale della ceramica, Albisola, 1969, p. 22; A. CAMEIRANA, Contributo per una topografia delle antiche fornaci ceramiche savonesi, ibid., pp. 63-72). D'altra parte sulla diffusione della maiolica in Italia e fuori d'Italia troviamo la compresenza e la collaborazione di artefici faentini e liguri come ad esempio a Lione e a Nevers i genovesi Sebastiano Griffo e Gian Francesco Pesaro, gli albisolesi Corradi, Salomone, Saettone e i faentini Domenico Tardeissire e Giulio Gambino. Di tipo ligure è presumibile fossero le maioliche fabbricate da quel Simone Fasola che nel 1581 ottenne da Carlo Emanuele I patenti per la produzione e lo smercio nell'astigiano avendo "introduto l'arte di far la maiolica et vasi turchini" nella città di Asti (cfr. V. VIALE, Maioliche. Porcellane in Mostra del Barocco Piemontese, III, Torino, 1963, p. 1). Il legame, anzi la dipendenza del Piemonte nei confronti dei ceramisti liguri è un dato costante per tutto il '600, per quanto riguarda la manifattura del Regio Parco condotta dal 1646 dal genovese Gian Giacomo Bianchi "intendente e impresario generale", mentre "capo operaio" era Nicola Corradi da Albisola (G. VIGNOLA, Sulle maioliche e porcellane del Piemonte, Torino, 1878, pp. 12-13). Si veda M. CORTELAZZO, L. MURER, G. PANTO', L. VASCHETTI, S. PETTENATI, La ceramica di scavo in Palazzo Madama in AA. VV., Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti, catalogo della mostra, Torino, 1982, p. 264, n. 170
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100028033
  • NUMERO D'INVENTARIO 4710-1050/ C
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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