capitello, insieme - bottega liguro-lombarda (terzo quarto sec. XII)

capitello,

I capitelli sono realizzati in calcare grigio e sono collocati sulla facciata e lungo i laterali dell'edificio

  • OGGETTO capitello
  • MATERIA E TECNICA pietra calcarea/ scultura
  • LOCALIZZAZIONE Gavi (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La datazione della chiesa, già considerata del X secolo "in stile longobardico" dai Remondini (A. REMONDINI, M. REMONDINI, Parrocchie dell'Archidiocesi di Genova. Notizie storico-ecclesiastiche, parte II della regione XII, Genova 1891, pp. 14, 16), viene spostata alla prima metà del serc. XII da Desimoni il quale, riferendo "che si giudica dagli archeologi contemporanea ai Carolingi verso l'anno 800", ritiene che possa essere stata costruita su un precedente fabbriocato adibito a chiesa ospedale per i pellegrini che si recavano a S. Giacomo da Compostela (C. DESIMONI, Annali storici della città di Gavi, Alessandria 1896, p. 193). Lo stesso rende noto il documento del 15 agosto 1172 nel quale la chiesa viene citata per la prima volta in occasione del giuramento di fedeltà e vassallaggio degli alessandrini ai Marchesi di Gavi (C. DESIMONI, Documenti ed estratti di documenti per la storia di Gavi, Alessandria 1896, p. 14). La datazione più antica viene ancora avvalorata da Sartore che considera la facciata "bellamente foggiata di uno spiccato stile gotico-lombardo" (F. SARTORE, Storia popolare di Gavi Ligure, Genova 1934, pp. 165-166) e da Delle Piane (A DELLE PIANE, Monumenti, Borghi, Paesaggi dell'entroterra ligure, Genova Rivarolo 1934, p. 66). Galbiati conferma la datazione in anni vicini ma non posteriori alla metà del sec. XII sulla scorta del documento del 1172 ed analizzando gli atti di un processo ecclesiasdtico del 1228 dai quali risulta che un testimone si ricorda del tempo in cui la chiesa di S. Giacomo non era ancora costruita (G. GALBIATI, Le tre Confraternite di Gavi ligure, Genova 1948, rist. anastatica Ovada 1979, pp. 207-209). Dagli stessi documenti si apprende che la chiesa è stata costruita dai figli del Marchese Alberto di Gavi, cioè Giovanni, Guglielmo, Manfredo ed Anselmo, tutti citati non prima del 1150 (A. FERRETTO, documenti genovesi di Novi e Valle Scrivia, I, Pinerolo 1909, Corpus Chart. Italiae, XXIX, p. 335). Spetta a Rossi l'aver condsiderato la data 1172 "come molto vicina a quella del compimento dei rilievi del portale, con cui si accorda d'altronde, nel sui insieme, tutta la fabbrica", anche per la presenza di archi tenuamente ogivali nei pensili del coreonamento"; lo stesso autore ritiene le sculture di forme "schiettamente lombarde" (A. ROSSI, Il portale di S. Giacomo a Gavi, in "Bollettino Ligustico", VI-3, 1954, p. 78). Secondo Morassi "in architettura la Chiesa di San Giacomo in Gavi pur conservando i caratteri delle chieses liguri, segna un punto di incontro fra la cultura toscana e quella lombarda (V. MORASSO, La chiesa medioevale di Gavi, Milano 1955, p. 12). Ceschi, accettando influenze genovesi per l'impianto basilicale e per il tiburio posto all'incrocio del transetto, riconosce "nei lapicidi di Gavi una cultura del tutto lombarda diretta erede della tradizione comacina e insieme coerente con le lezini di Wiligelmo e Niccolò" (C. CESCHI, Arte romanica nelle valli di Arquata, in "Arquata e le vie dell'Oltregiogo", Torino 1959, pp. 238-239). Pistone ripropone la costruzione della chiesa nella prima metà del sec. XII ad opera di m,aestri comacini (M. PISTONE, La chiesa di S. Giacomo", in "Millrenario di Gavi", Gavi 1972, p. 12) mentre meriana e Manzitti riconosacono derivazioni genovesi nell'architettura e lombarde nella scultura (G. MERIANA, C. MANZITTI, Le valli del Lemma, dello Stura e dell'Orba, Genova 1975, p. 52). Brandi sottolinea iol legame delle sculture con la corrente borgognona più che lombarda (C. BRANDI, A passo d'uomo, Milano 1970, pp. 150-152), parere condiviso da Chierici e Citi secondo i quali la datazione va fissata intorno alla metà del sec. XII, mentre il tiburio, accostabile a quello di S. Costanzo al monte a Dronero, rivela una penetrazione di elementi di gusto borgognone (S. CHIERICI, D: CITI, op. cit., pp. 292-293). Sempre per le sculture, Fumagalli nota analogie fra i capitelli interni di GAvi e i fregi del Duomo di Piacenza e di Fidenza, con richiami all'arte del tolosano e della vecchia Castiglia (G. PISTARINO, A. FUMAGALLI, Dalla pieve alla cattedrale nel territorio di Alessandria, s. l., 1978, p. 150). Infine De Fabio, analizzando il portale, ne ha confermato la datazione preossima al 1172 e le a nalogie con quello di S. Gottardo del Duomo di Genova e con quello, datato 1183, di S. Pietro a Castelnuovo Scrivia, notandone i legami con sculture lombarde ed emiliane prossime a Niccoò e Wiligelmo con più marcate, seppure mediate, influenze francesi per Gavi e Castelnuovo (C. DI FABIO, I portali romanici della catetdrale di Genova, in "Bollettino d'Arte", 1981, pp. 89-122). In effetti, la costruzione della chiesa in anni vicinissimi al 1172 e non nella prima metà del secolo è comprovata dai suaccennati atti del processo ecclesiastico del 1228. Continua in campo OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027550
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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