schiavi riscattati al cospetto della Madonna, San Giovanni Evangelista e Sant'Andrea Avellino

dipinto, 1762 - 1762

In basso, a sinistra, su un pavimento a mattonelle, sono raffigurati due schiavi a mani giunte e portano, apposo al corpo la croce di Malta verde e rossa, appoggiata sulla schiena. Di fronte, su nuvole, sono, a destra, S. Andrea Avellino, che indossa la pianeta, posta sopra al camice, è, sul braccio destro, il manipolo, inginocchiato e con la mano destra appoggiata sul petto; dalla parte opposta S. Giovanni Evangelista, ricoperto da una tunica in parte celato da un manto, che regge il libro del Vangelo e la penna, accompagnato dall'aquila, posta alle sue spalle. Più in alto, al centro, è assisa la Vergine, il cui vestito bianco, con la croce di malta sul petto, è in parte celato da un manto che si libra nell'aria. Fra le nubi fanno capolino alcuni cherubini ed un agioletto. La tela è fissata al muro da quatrto grosse viti, poste agli angoli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA legno/ sagomatura
    tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Canepa Giovanni Battista (notizie 1762)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI bottega genovese
    Bissinio Giovanni Battista
  • LOCALIZZAZIONE Ovada (AL)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il quadro "rappresentante la Madonna della Mercede, S. Gio. Evangelista, S. Andrea Avellino" è già ricordato come "dipinto l'anno 1762 dal Sig.r Gio. Batta Canepo da Voltri a spese di alcuni confratelli...pel prezzo di lire 50" (Ovada, Archivio della confraternita, Libro dei Conti di S. Gio. Batta. 1737-1787, al 1763/03/05). L'opera è contemporanea all'altare mermoreo a cui è sovrapposto. In seguito alla supplica rivolta al Vescovo di Acqui per poter erigere "un nuovo altare in d.o Oratt. dedicato ai SS. Gio. Evangelista, et Andrea Avelino", essendo alcuni devoti "disposti a far la spesa per un quadro raff. N.S. e S. Andra Avellino senza spesa per l'Oratt." (Acqui, Archivio della Curia, Ovada 1650-1950, s.d), il quadro e l'altare furono benedetti nel 1763. La cerimonia fu officiata con una messa cantata il 12 marzo, quando il quadro è gia citato nell'attuale collocazione (Ovada, Archivio della confraternita, Libro dei Conti di S. Gio. Batta. 1737-1787, al 1763/03/12). L'origine voltrese del pittore suggerisce un possibile rapporto di parentela con Giuseppe, figlio di Gerolamo Canepa, parimenti detto da Voltri e autore, fra l'altro, di alcuni affreschi datati 1785 nella chiesa di S. Ambrogio della stessa città (B. CILIENTO (a cura di), Voltri: Chiesa di Sant'Ambrogio, Genova 1979, p. 6, figg. 8-9). L'unica notizia reperita riferibile al nostro pittore è quella di un Giovanni Battista Canepa che compare nel "Libro degli accademici e Studenti...1751-1803" dell'Accademia Ligustica a Genova (F. SBORGI, Pittura e cultura artistica nell'Accademia Ligustica a Genova. 1751-1920, Genova 1974, p. 54). La tipologia dei volti trova riscontro nell'ambiente accademico di Giovanni Agostino Ratti, ma non è assolutamente accostabile a quest'ultimo la stesura pittorica semplificata e l'asapetto quasi cartaceo delle rigide pieghe. L'iconografia del dipinto è spiegabile colla aggregazione della Confraternita ovadese alla Arciconfraternita romana della S.ma Trinità, dei Convalescenti e dei Pellegrini, altre volte detta per il Riscatto degli schiavi. L'opera è menzionata nell'inventario redatto nel 1910 (Ovada, Archivio della confraternita, Confraternita della SS. Trinità e S. Gio. Battista. Ovada. Inventario 1910, n. 23)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027533
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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