altare, opera isolata di Botto (terzo quarto sec. XVIII)
altare,
1763 - 1763
Botto (notizie 1762-1763)
notizie 1762-1763
La mensa, eseguita in stucco, poggia su due finti piedi diritti e si allarga con una svasatura bombata ed un ulteriore sagomatura concava a reggere il piano. Su di essa poggiano due gradini di marmo bianco, protesi all'estremità formando una mensola, il primo dei quali, con pannelli in marmo policromo, presenta sul fronte due conchiglie stilizzate. Il secondo gradino, più ricco e alto, è ornato, alle estremità, da cherubini con voluta, mentre sul fronte sono due ovuli di marmo policromo incorniciati da volute fitomorfe. Al centro si erge il tabernacolo, intarsiato di marmo giallo-rosso, ornato ai lati da una voluta e, nella cimasa, da una conchiglia centrale sorretta da due cornicioni arcuati ripiegati a voluta
- OGGETTO altare
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MISURE
Profondità: 96
Altezza: 170
Larghezza: 280
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ATTRIBUZIONI
Botto (notizie 1762-1763)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
bottega genovese
Bissinio Giovanni Battista
- LOCALIZZAZIONE Ovada (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'altare venne eseguito, unitamente agli stucchi e ai dipinti che costituiscono l'alzata, nelò 1763 e fu costruito "ex novo": appare citato per la prima volta nelle visite pastorali del 1771 come "Altare di Nostra Signora della Mercede" (Acqui, Archivio Vescovile, Visita Pastorale del 1771). La mensa, di carattere povero, è destinato ad essere arricchito da un paliotto che ancora le è addossato. Più ricchi il tabernacolo e i gradini marmorei di carattere tipicamente ligure: ad essi si riferisce il pagamento a Genova di 113 lire documentato nel 1762-63 al "Sig.r Botto Marmoraro" per il "prezzo della Custodia di Marmo" e di lire 10 "per n. 2 gradini di pietra per l'altare di S. Andrea Avellino allo Scalpellino " (Ovada, Archivio della confraternita, Libro dei Conti di S. Gio. Batta. 1737-1787, al 4 dicembre 1762, al 3 marzo e 7 aprile 1763). Il carattere leggermente differnze fra il tabernacolo e gradini non è sufficiente per attribuire a maestranze diverse le due parti. In Sacrestia è conservato un progetto ottocentesco per la costruzione della mensa in marmo. L'altare è anche nominato come della S.ma Trinità. La confraternita ovadese risulta essere aggregata alla Arciconfraternita romana della S.ma Trinità dei Convalescenti e dei Pellegrini, altre volte detta per il Riscatto degli schiavi, fin dal 7 settembre 1645, sebbene con una bolla comprata "da un certo fratte di S.ta Catterina, osù S. Benedetto di Genova" e non riconosciuta dall'autorità vescovile, bolla ancora conservsata nell'Archivio della Confraternita e che, in duplicato ottocentesco, appesa in sacrestia. Nel 1672 la Confraternita ovadese ricevette da Roma una nuova bolla di aggregazione che non dovette godere di maggiore fortuna presso la Curia di Acqui (Acqui, Archivio Vescovile, Ovada. Oratorio di S. Gio. Battista..., fascicolo 1600-1700)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027531
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1981
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0