San Giacinto
statua,
1675 - ante 1684
Navone Pasquale (1746/ 1791)
1746/ 1791
La scultura, provvista di base parallelepipeda con zoccolo e cornice superiore, presenta il santo vestito con abiti domenicani, col capo, aureolato, inclinato e volgente lo sguardo in alto, verso sinistra. Il manto ricade sulla gamba sinistra dando vita ad un pronunxciato svolazzo. Il braccio destro è disteso e volge il palmo; quello sinistro è ripiegato sul petto
- OGGETTO statua
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MATERIA E TECNICA
legno/ scultura/ pittura
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ATTRIBUZIONI
Navone Pasquale (1746/ 1791)
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Bottega Ligure
- LOCALIZZAZIONE Ovada (AL)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La devozine verso il santo fu introdotta ad Ovada dai domenicani che "nel 1594 invitarono la Comunità ad inviare rappresentanti a Roma per la cerimonia della canonizzazione (F. AMBROSETTI, Giacinto un santo polacco, in "L'Osservatorio Romano", 22 marzo 1979). S. Giacinto divenne patrono della città, affanchiato nel secolo scorso da S. Paolo della Croce. Dipinti che lo raffigurano si conservano nello stesso oratorio, nella chiesa di N. S. delle Grazie e nella Parrocchiale. La statua è menzionata per la prima volta nel 1684, in occasione di un acquisto di cera (Ovada, Archivio della confraternita, Libro della cancelleria della Compagnia di S. Gio. Batta d'Ovada, al 1684). La realizzazione dovrebbe essere di non molti anni anteriori: l'accentuato avvitamento a spiarle del corpo denuncia una cultura ancora non influenzata dalla più delicata arte di Maragliano e una dipendenza dall'iconografia della statua raffigurante Alessandro Sauli di Puget, collocata nella chiesa genovese di S. Maria Assunta in Carignano neò 1668 (K. HERDING, Pierre Puget, Berlino 1970, pp. 155-156, tavv. 119.121, 123). L'accentuazione del movimento del panneggio, anche se realizzato in modo semplificato, e particolari delle mani e del volto trovassno riscontro anche nelle opere di Filippo Parodi (P. ROTONDI BRIASCO, Filippo Parodi, Genova 1962). Sulla base sono stati posti perni in ferro atti a fissare tre angioletti non pertinenti alla scultura, due sistemati nell'armadio della tribuna di sinistra e l'altro, attualmente sistemato sulla "cassa" del Battesimo di Cristo. Gli angioletti sono documentati, ai piedi della scultura, già nel 1866 (Ovada, Archivio della confraternita, Registro delle esazioni, degli emolumenti..., 1828-1882, al 1866/12/29). L'opera è citata nell'inventario redatto nel 1910 (Ovada, Archivio della confraternita, Confraternita della SS. Trinità e S. Gio. Battista. Ovada. Inventario 1910, n. 71 e 204). Successivamente la redazione della scheda, l'opera è stata citata da Fulvio Cervini che, sulla base di un suggerimento di Sanguineti, riconduce la scultura a Pasquale Navone (F. CERVINI, Paradisi da ricostruire. Appunti per una storia della tutela dei gruppi lignei, in F. CERVINI, D. SANGUINETI (a cura di), "Han tutta l'aria di paradiso". Gruppi processionali di Anton Maria Maragliano tra Genova e Ovada, catalogo della mostra di Ovada, Torino 2005. pp. 73-74, fig. 57)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027508
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0