ritratto di Giovanni Tommaso Ghisio

dipinto, 1800 - 1899

Vestito di nero con colletto e polsi bianchi, a mezza figura, l'effigiato è colto di tre quarti mentre, in piedi, è intento alla lettura di un libro. Lo sfondo è color bruno con sfumature. Tela con preparazione liscia color rosa carne. La cornice modanata, originariamente dipinta di giallo e marrone chiaro, è stata ridipinta in tinta più scura

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Italia Settentrionale
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Collegio delle Orfane Isabella di Cardona
  • INDIRIZZO piazza Amedeo IX, s.n,c, Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Giovanni Tommaso Ghisio, nato a Stroppiana il 27 dicembre 1618 da Pietro, morì il 13 novembre 1676 a Vercelli, lasciando, con testamento rogato il 24 novembre 1677 di cui fu esecutoer testamenatrio l'Avvocato Agostino Giuseppe Raspa, erede universale il Collegio. I beni consistevano in cospiqui appezzamenti di terreno presso Stroppiana, pari a circa 147 giornate, oltre agli oggetti mobili della casa che teneva in affitto a Vercelli, dei quali è conservato un preciso inventario, in gran parte venduti in asta pubblica. Egli lasciò il carico al Collegio di accogliere tante ragazze native di Vercelli e Stroppiana, con preferenza per le ebree convertite, quante il reddito dell'eredità avrebbe permesso e di fornire ciascuna di una dotre di lire 100 (cosa per la quale fu fatta transazione fra il Collegio e la Comunità di Stroppiana il 18 febbraio 1682 con atto rogatop da Gio. Maria Rubino in Vercelli), oltre all'obbligo di amministrare i terreni a masserizio e di festeggiare in perpetuo il giorno di S. Giovanni Evangelista. I documenti dell'archivio attestano che Tommaso Ghisio comparve il 9 febbraio 1641, in qualità di chierico, di fronte al vescovo di Vercelli J. A. Caresana per essere promosso al Sacro Ordine di Subduaconato (VErcelli, Archivio del Collegio, Casella G"). Il dipinto, per il carattere arcaico dell'impostazione, è probabilmente copia ottocentesca di un ritratto più antico, essendo sicuramente ottocentesca la preparazione della tela. Un confronto può essere istituito colla galleria di ritratti ottocenteschi di Palazzo Reale di Torino, conservati nella Sala del Consiglio e nella Galleria del Danieli: qualche afafinità puramente iconografica è riscontrabile col "OPapacino D'Antoni" di Maqrghinotti, mentre la relativamenmte maggiore pastosità della pennellata richiama il "Giovanni Gersen" di Carlo Cornaglia e la Beata Ludovica, rifetrito da Rovere a un Cornagklia senza precisare se si tratti di Carlo io di Francesco (C. ROVERE, descrizione del Real Palazzo di Torino, Torino 1858, pp. 124, 142;(E. CASTELNUOVO, M. ROSCI (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna, catalogo della mostra, Torino 1980, pp. 323-325, 413-419). Anche il carattere dell'iscrizione è ottocentesca. L'emblema non compare negli elenchi aralòdici di Spreti e Manno
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100027453
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI sul recto, in alto - ADMOD. R. D. 10. THOMAS.GHISIUS.A.STROP.NAYT. 13 9BRIS 1679 - lettere capitali - a pennello - latino
  • STEMMI sul recto, in alto, a sinistra - gentilizio - Stemma - Ghisio Giovanni Tommaso (?) - di grigio alle sei colline nere sovrastate da stelle bianche, con ciniero piumato di bianco, rosso e nero
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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