ultima cena

dipinto, 1500 - 1549

La tavola, raffigurante l'Ultima Cena, ha una semplice cornice mistilinea. Intorno ad un tavolo circolare sono le figure degli apostoli colte nell'attimo di un'animata conversazione: leggermente sulla destra rispetto al centro, è il gruppo di Cristo e di S. Giovanni che ha piegato il suo capo sul petto del Maestro. Alle spalle due servi nell'atto di servire. La scena è inquadrato entro l'atrio incolonnato di un palazzo che, sulla destra, si chiude in un locale più piccolo, inquadrato da colonne, davanti al quale è posta una colonna con putti su un basamento a foglie d'acanto. Sullo sfondo è un'apertura, sul cui limitare è una figurina in atto di osservare la scena della Cena, dominata da una visione paesaggistica. I colori sono particolarmente accesi e predominano il rosso, il verdone, il giallo e l'azzurro

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • ATTRIBUZIONI Ferrari Gaudenzio (bottega)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Gaudenzio Ferrari
    Cesare da Sesto
    Giovenone Gerolamo
    Oldone Boniforte
    Stella Fermo
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tavola si trovava in origine nella cappella del S.mo Sacramento, posta di fronte al coro, come ci segnalano gli atti delle visite pastorali di Bascapé nel 1594 (Novara, Archivio Storico Diocesano, Visita pastorale Bascapé 1594, Tomo 263, fol. 230), Taverna (ID., Visita pastorale Taverna 1617, Tomo 76) e Balbis Bertone (ID. Visita pastorale Balbis Bertone 1764, tomo 350) e come ci ricorda lo stesso Cotta (Novara, Archivio Storico Diocesano, L. A. COTTA, Giunta al museo novarese, foll. 162-163). Taverna e Bascapé, che danno un particolare rilievo alla cappella, seguendo le direttive delle Instructinis di Borromeo, non trascurono di evidenziare che la tavola "pretiosa inserta" rappresenta un ottimo decoro per la stessa, senza però fornire indicazioni attributive. La cappella dovette essere smantellata alla fine del 700, per lasciare posto alla nuova cappella di S. Lorenzo, costruita nel transetto destro per volontà del vescovo Balbis Bertone. In tale occasione la tavola fu spostata nella sacrestia maggiore, dove era sita lo Sposalizio di S..ta Caterina. La segnalo nella nuova sacrestia, o Cappella del Crocifisso, l'inventario del Morozzo del 1819 (Novara, Archivio Capitolare del Duomo, Fabbriceria, le due sacrestie, cerimoniere, taca n. 85, Inventario delle sacre reliquie suppellettili, paramenti effetti diversi esistenti nella sacrestia superiore della Basilica Catetdrale di Novara, 22 Gennaio 1819) e Bianchini (F. A. BIANCHINI, Le cose rimarchevoli della città di Novara, Novara 1828, p. 22), nonchè tutti gli studiosi che l'hanno presa in esame. Nel 1910 la tavola è traslocata nei locali del Museo civico novarese, dove rimane fino al 1916, quando dietro istanza del capitolo ritorna nella Cattedrale, in un primo tempo nel presbiterio. Già ascritta dal Cotta a Gaudenzio Ferrari, è ricondotta a Cesare da Sesto da Bianchini e da Zambelli (G. ZAMBELLI, La pittura e la scultura in Novara, in "Monografie novaresi ", Novara 1877, p. 164). Marazza riporta il dipinto a Gaudenzio Ferrari e riferisce un'errata attribuzione al Lanino dell'Arienta e dell'Arpesani di Torino (A. MARAZZA, I Cenacoli di Gaudenzio Ferrari, in "Archivio storico dell'arte", 1892, pp. 145-150). Tale attribuzione è accettata da Halsey (A. HALSEY, Gaudenzio Ferrari, Londra 1904, p. 11), mentre la Brizio, seguita da Baroni, lo pone a Gerolamo Giovenone (A. M. BRIZIO, Pittura in Piemonte dal romanico al 500, Torino 1942, pp. 124; C. BARONI, L'arte in Novara e nel novarese, in "Novara e il suo territorio", Novara 1955, p. 582). La Griseri, invece, in occasione della mostra di Gaudenzio Ferrari, lo ascrive a Boniforte Oldoni, collocandolo alla fase della ripresa della maniera gaudenziana della metà del XVI secolo (A. GRISERI, I Gaudenziani, in "Gaudenzio Ferrari", catalogo della mostra, Milano 1956, pp. 128-129). Tale attribuzione è rivista da Romano che, dopo averlo accostato alla fase giovanile di Fermo Stella, unitamente all'Assunta di Fontanetto d'Agogna (G. ROMANO, Casalesi nel Cinquecento, Torino 1970, p. 68), assegna il dipinto a Speridio Cagnoli (G. ROMANO, Novara, in Guida breve al patrimonio artistoico delle provincie piemontesi. Novara, Torino 1979, p. 65), artista di formazione gaudenziano e, per certi versi, vicino a Fermo Stella (cfr. G. ROMANO, Cagnola, in Dizinario biografico degli italiani, Roma 1973, V. XVI, pp. 311-313; P. ASTRUA, in "Arona sacra. L'epoca dei Borromeo", catalogo della mostra, Torino 1977, pp. 135-137; C. MOSSETTI, Interventi di tutela nel novarese, in "Alfredo d'Andrade. Tutela e restauro", catalogo della mostra, Torino 1981, p. 352). Quest'ultima attribuzione, allo stato delle conoscenze attuali, sembra quella maggiormente probante, come suggeriscono i confronti con le figure degli apostoli del Trittico di Cavandonee con l'ultima cena di Crevola d'Ossola, già atrtibuita a Fermo Stella, ma riportata aall'ambito di Cagnoli ((B. CANESTRO CHIOVENDA, Fermo Stella da Caravaggio in val d'Ossola, in "Arte lombarda", 1969, pp. 94-110; P. ASTRUSA, 1977, p. 136). Proprio all'Ultima Cena di Crevola, da datarsi 1526, sono riconducibili alcuni elementi poi ripetuti nellatavola novarese, nella composizione della scena, nella tipologia pressochè identica del Cristo, nella fattura delle barbe e dei capelli di alcune figure. Tuttavia la nostra tavola ci pare ancora leggibile in rapporto ad un gaudenzianesimo di prima maniera, nella presenza di una qualità cromatica squillante, in alcune tipologie fisinomiched, nella prospettiva del fondo, su un piano che è cpomunque di maggiore raffinatezza rispetto ai lavori del Cagnoli. Forse non è troppo azzardato ipotizzare una prima commissione della tavola al Ferrari, tanto più se si pensa alla sua importante destinazione per l'altare della Confraternita del S.mo Sacramento, che avrebbe affidato l'esecuzione ad un suo collaboratore, fose lo stesso Speridio, come sembrerebbe confermare l'analisi stilistica. CONTINUA NEL CAMPO OSS
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100026678
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1981
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO AUTORE - Ferrari Gaudenzio (bottega)

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1500 - 1549

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'