piviale, serie - manifattura piemontese (seconda metà sec. XIX)

piviale, 1850 - 1899

Ognuno dei due piviali confezionato con diversi pannelli di damasco cuciti a macchina. Si manti sono presenti galloni coordinati in filo dorato ornati da un fiore alternato ad una foglia obliqua: quello maggiore definisce lo stolone e decora lo scudo, mentre quello minore corre lungo l'orlo del manto. Il clipeo è rifinito con una frangia in filo dorato con un ricciolo dorato più grande a distanze regolari. Due ganci argentati fermano anterirmente la veste. Fodera in tela di cotone gialla

  • OGGETTO piviale
  • MATERIA E TECNICA TELA DI COTONE
    filo dorato/ lavorazione a telaio
    metallo/ argentatura
    seta/ damasco
  • MISURE Altezza: 140
    Larghezza: 274
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Ceva (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il tessuto, eseguito con il telaio meccanico, è databile al XIX secolo e ripropone in,modo puntuale motivi decorativi seicenteschi (B. MARKOWSKY, Europaische Seidengewebe des 13.-18. Jahrhunderts, Colonia 1976, p. 201, n. 227). In effetti l'Ottocento è stato un periodoi di grandi revival, con un'intensa ripresa degli stili del passato (D. DEVOTI, L'arte del tessuto in Europa, Milano 1974, p. 39; per un ampio repertorio E. RONCORONI, La seta nell'arte, Como 1980). Dai dati archivistici kl apresenza dei due pivialr risulterebbe solo alla fine del XIX secolo: infatti solo a partire dall'inventario del 1887 ne vengono elencati due e in quello del 1899 è specificato "piviali in mediocre stato n. 2". La documentazione archivistica è complessivamente abbastanza ricca, in particolare sono molto dettagliati gli inventari più antichi (1638, 1749, 1825) in cui i paramenti sono accuratamente descritti, specificandone anche il tipo di tessuto, nonostante ciò permangono problemi di identificazione e soprattutto che quelli più recenti (1882, 1887 1 1898-99) sono generici, impedisce un controllo delle permanenze. Anche se non è stato possibile identificare a quale dei paramenti si riferiscano le scarse annotazioni sugli acquisti, è parso poortuno riportarle, notandoi che a distanza di secoli sembra che il luogo privilegiato di fornitura sia Torino: una nota spese datata 1654 elenca "una pianeta, contraltare e tel ada corporale et una fornitura et un cordone da camis fatta fare per fattura Torino" (Conti 1645, p. 12). Sembra che non siano registrati altri acquisti fino al 1828, anno in cui dal mandato n. 30 risulta che si deve pagare al "signor Giacomo Garazzini (?) la somma di franchi 8,50 per provvisto di una veste in stea destinata a fare da Contraltare" (Mandati stampa relativi al conto 1828), confermando così il dato già noto che spesso i paramenti erano ricavati da abiti femminili ed anche abiti da sposa. Sempre del 1828 è il mandato n. 25 con la relativa nota, in cui è riportato "deve la chiesa di S. Maria a me Teresa vedova Giacone lire (...) per rasi 6 frigio giallo, 1/8 Bava gialla, Rasi 9 Sangaletta rossa, rasi 0. 1/3 Linone operato. rasi 0 2/3 Sangaletta suddetta". Infine la nota spesa del 1887 di "Guglielmo Ghidini - via Garibaldi 10 Torino per gallone arg.to a pizzo e 3 scampoli broccato cremisi" (Nota spese 1 agosto 1887, foglio sciolto con intestazione a stampa). La manutenzine dei paramenti era invece affidato alle suore dell'Ospedale, come risulta dalle numerose note conservate in cui siparla di lavaggio, pulitura, rammendi ecc. Le vicende economiche della confraternita non erano sempre favorevoli, ed oltre agli acquisti è opportuno anche le vendite, tra le quali particolarmente interessante è quella del 1806, anno in cui per rifarsi delle eccessive spese sostenute in occasione della festa di S. Clemente, la Confraternita è costretta a vendere "la tappezzeria all'ebreo Linotto", non solo, ma anche probabilmente a trasportarla nei luoghi di destinazione, come sembra indicare il punto 5: "per porto di tutte le tapizerie nei luoghi di Carrù, Niella Tanaro, Mombasiglio e Begnasco compreso diverse piccole spese fatte attorno alle medesime per agiustarle (Ceva, Archivio Parrocchiale, Conto dimostrativo di tutte le spese sostenute per la festa in onore del beatissimo martire S. Clemente). Un'altra testimonianza sui momenti diffivcili attraversati dalla Confraternita, che naturalmente si riflettono anche sulle condizini degli arredi, risale alletestimonianze prestate durante la lite con l'ospedale per ottenere un pagamento, anche se in questo caso si deve forse tener presente che si tratta di stesti di parte. Nel 1817 i "suddetti Manfreddi e fratelli Calvo siccome attendiamo alternativamente da molti anni all'ufficio di Sagresani (...) sappiamo e deponiamo che la medesima è sprovvista d'abiti e suppellettili necessarj (...) non possedendo essa che un solo camice in mediocre stato, essendo gli altri affatto logori e inservibili" (Conf. S. Maria contro l'ospedale di Ceva, Testimoniali d'attestazione giudiziali anno 1817, fol. 126)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024933-1
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

FA PARTE DI - BENI COMPONENTI

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - 1850 - 1899

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE